La multinazionale Danone prosegue il suo cammino nella ricerca del microbioma, con una particolare attenzione agli effetti di specifici principi attivi vegetali.
Da uno studio pubblicato di recente sull’American Journal of Clinical Nutrition, promosso appunto da Danone Nutricia Research, emerge che le diete a basso contenuto di carboidrati, come keto e paleo, possono danneggiare il microbiota intestinale.
Analizzando cinque tipi di diete, i ricercatori hanno scoperto che chi segue una dieta di esclusione a basso contenuto di carboidrati e composta principalmente da grassi, prodotti animali e verdure non amidacee, ha una quantità molto bassa di Bifidobacterium, una famiglia di batteri che ha dimostrato di svolgere attività benefiche sul microbioma intestinale. Al contrario, chi segue una dieta più flessibile, ricca di cibi a base vegetale, ma che include anche carne e latticini, presentava un microbiota intestinale altamente diversificato.
Per arrivare a queste conclusioni il team di ricerca internazionale guidato da Aurelie Cotillard e Patrick Veiga della Danone Nutricia Research in Francia ha studiato 1800 adulti, inseriti nell’American Gut Project, un’iniziativa tuttora in corso che sta studiando la composizione del microbiota di cittadini volontari.
Il progetto è condotto in collaborazione con ricercatori dell’Università della California San Diego (UC San Diego), i cui contributi sono stati coordinati dal Center for Microbiome Innovation dell’UC San Diego.
I cinque gruppi analizzati dallo studio
I ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in cinque gruppi in base alla loro dieta quotidiana:
- Vegetariani e vegani: consumano poca o nessuna carne e quantità elevate di frutta, verdura e cereali integrali. Una dieta ricca di fibre.
- Flexitariani: individui che mangiano abbondanti quantità di cibi a base vegetale, ma hanno comunque incorporato un po’ di carne e elevate quantità di latticini nella dieta.
- Dieta americana “salutista”: modello dietetico ricco di noci, cereali integrali e latticini, ma anche ricco di dolci zuccherati e cereali raffinati e povero di verdure.
- Dieta americana standard: dieta scarsa dal punto di vista nutrizionale, con alto consumo di bevande zuccherate e cibi industriali, e la più bassa diversità di alimenti a base vegetale consumati, nonché il più basso apporto di fibre alimentari.
- Dieta di esclusione: dieta restrittiva, povera di carboidrati e ricca di grassi e prodotti animali. Non includeva praticamente cibi amidacei o prodotti dolci.
Microbiota e dieta
L’analisi del microbiota intestinale dei partecipanti ha rivelato che la alfa diversità del microbiota intestinale (una misura della presenza dei diversi tipi di batteri), risulta significativamente inferiore nelle persone che seguono la dieta americana standard rispetto al modello flessibile, che includeva un mix di piante e alimenti di origine animale, comprese elevate quantità di latticini.
Inoltre, le diete a basso contenuto di carboidrati (dieta di esclusione) causano una bassa percentuale di Bifidobacterium.
«L’associazione tra una dieta abituale e il microbiota intestinale sta guadagnando grande interesse, ma per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio a utilizzare questo tipo di approccio per identificare i modelli dietetici che forniscono le migliori associazioni con il microbioma intestinale» ha affermato l’autore senior dello studio Patrick Veiga, Ph.D., Health and Microbiome Science Director presso Danone Nutricia Research.
«Questo studio ha dimostrato che il modello alimentare flessibile che include quantità maggiori di alimenti vegetali, ma non elimina totalmente gli alimenti di origine animale, è associato a una migliore qualità generale della dieta e un microbiota più sano» ha affermato Miguel Freitas, Ph.D., Vice President of Health and Scientific Affairs presso Danone North America.
«Questi risultati rafforzano l’ipotesi che un microbiota intestinale sano sia supportato da un equilibrio tra tutti i gruppi di alimenti, senza escludere cibi ricchi di fibre o i prodotti animali, come i prodotti lattiero-caseari fermentati. In Danone, questo approccio è completamente in linea con la nostra offerta di portafoglio di prodotti sia di origine vegetale che animale».
«È la conferma la dieta nel suo insieme è importante quando si studia il microbioma intestinale» ha aggiunto Veiga. «E grazie a questi studi sarà possibile sviluppare strategie dietetiche personalizzate».