Il microbiota intestinale potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel decorso delle patologie infiammatorie cronico intestinali e determinare la risposta ai comuni trattamenti. Lo rivela uno studio coordinato da Dongchon Kang e Yoshihiro Ogawa della Kyushu University, in Giappone, pubblicato su Scientific reports.
IBD e microbiota
Le malattie infiammatorie croniche intestinali (in inglese IBD, inflammatory bowel disease) comprendono la colite ulcerosa (CU) e il morbo di Crohn. Sono caratterizzate da uno stato infiammatorio cronico recidivante del tratto gastrointestinale.
Sebbene la loro esatta eziologia rimanga sconosciuta, le IBD sembrano derivare da una risposta esagerata delle cellule T a fattori ambientali in soggetti geneticamente predisposti.
La loro incidenza è rapidamente aumentata in tutto il mondo, specialmente nell’area Asia-Pacifico; ciò suggerisce che le alternanze di fattori ambientali ed i cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale potrebbero giocare un ruolo nella patogenesi delle IBD.
Ad oggi, gli studi hanno mostrato delle differenze significative nella composizione del microbiota intestinale tra pazienti con IBD e controlli sani. In particolare, durante la fase attiva della colite ulcerosa è stata segnalata una ridotta diversità del microbiota, caratterizzata da una diminuzione dei Bacteroides e un aumento dei Gammaproteobacteria.
Tuttavia, rimane controverso se le alterazioni della composizione del microbiota intestinale siano coinvolte nella patogenesi della UC.
Il rischio recidiva nella colite ulcerosa
Nella pratica clinica, è fondamentale valutare il rischio di recidiva e prevedere la risposta al trattamento a lungo termine in pazienti con UC. Sebbene si ipotizzi che il microbiota intestinale influenzi il progresso della malattia in questi pazienti, non è del tutto chiaro come.
Inoltre, finora solo pochi studi, di cui la maggior parte cross-sectional, hanno esaminato gli effetti dell’alterazione della composizione del microbiota intestinale sul decorso clinico delle IBD.
In più, il metodo di esame ottimale per analizzare il microbiota intestinale rimane poco chiaro: il DNA estratto dai campioni fecali viene solitamente utilizzato, ma tale analisi non può escludere microrganismi morti o dormienti ed è facilmente influenzato dalle feci e dall’infiammazione della mucosa.
Al contrario, l’uso dell’RNA dalla mucosa intestinale sembrerebbe consentire di analizzare microrganismi vivi aderenti alla mucosa intestinale.
Viste tali premesse, il team di ricercatori della Kyushu University si è prefissato l’obiettivo di chiarire il ruolo del microbiota intestinale nella patogenesi della UC studiando l’associazione tra il microbiota intestinale della mucosa, gli eventi di recidiva e la risposta al trattamento in pazienti per UC, attraverso l’analisi del 16S rRNA.
Lo studio giapponese
Sono stati arruolati cinquantuno pazienti con UC tra il 2012 e il 2017 e seguiti fino al 2020. La biopsia della mucosa del colon è stata ottenuta all’inizio dello studio e il sequenziamento dell’RNA ribosomiale 16S è stato eseguito utilizzando l’RNA estratto.
Dei 51 pazienti, 27 si trovavano nella fase attiva di UC, mentre 24 in remissione. Di questi ultimi, 7 hanno sviluppato una recidiva durante il follow-up. Essi hanno mostrato una diversità microbica intestinale inferiore, con una percentuale inferiore di Clostridiales (p = 0,0043) e una percentuale più elevata di Bacteroides (p = 0,047) rispetto a quelli senza recidiva, al momento del reclutamento.
I 27 pazienti con UC attiva sono stati suddivisi in gruppi a seconda che avessero mostrato una risposta al trattamento (n = 6), refrattari (n = 13) e senza risposta (n = 8) in 6 mesi.
I gruppi refrattari e senza risposta hanno mostrato una diversità microbica intestinale inferiore con una percentuale minore di Prevotella (p = 0,048 e 0,043) rispetto al gruppo di risposta, al momento del reclutamento.
Questo studio è riuscito per la prima volta a dimostrare che una diminuita diversità all’interno della composizione del microbiota intestinale è associata al decorso clinico della UC sia in termini di eventi di recidiva nel periodo di remissione, sia per la risposta al trattamento.
Diversità del microbiota intestinale e risposta alle terapie
Il valore di α-diversity ricavato dall’analisi dell’rRNA 16S può essere utilizzato per prevedere eventuali eventi di recidiva e la risposta al trattamento, dato utile nella pratica clinica.
Alcuni microrganismi sono stati associati alla UC: in primo luogo, la proporzione di Bacteroides è diminuita all’aumentare della gravità dell’infiammazione della mucosa, non solo nell’analisi trasversale, ma anche nell’analisi longitudinale degli stessi pazienti.
Infine, diversi microrganismi, come Bacteroides, Enterobacteriaceae, Clostridiales, Prevotella, sono stati identificati dopo essere stati associati al decorso clinico e all’infiammazione della mucosa.
Conclusioni
In conclusione, utilizzando l’analisi dell’rRNA 16S basata sull’RNA dei tessuti della mucosa rettale, questo studio ha determinato come la ridotta diversità della composizione del microbiota intestinale, così come alcuni microrganismi, sono stati associati al decorso clinico della UC.
Pertanto, di grande importanza clinica, i ricercatori affermano che il decorso clinico successivo della CU può essere previsto e le reazioni al trattamento possono essere determinate valutando il microbiota intestinale della mucosa grazie ai parametri precedentemente discussi.