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Coprococcus eutacus: il Dorian Gray dei probiotici

Coprococcus eutacus è il nuovo protagonista della rubrica “Le interviste impossibili di Microbioma.it”, una serie di dialoghi con batteri, probiotici, prebiotici & Co.
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Coprococcus eutacus: il Dorian Gray dei probiotici

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Per quanto la si possa considerare arbitraria, la classificazione di comodo tra batteri buoni e batteri cattivi ascrive già di suo al primo gruppo i microrgamismi che interpretano un ruolo positivo, ergo favorevole alla salute dell’organismo. 

Diverso è però il discorso che chiama in causa quello che si può definire un atteggiamento superbo, vanitoso, positivo tout court. Con la capacità di condizionare il comportamento dell’ospite, orientandolo verso scenari più ottimistici e appaganti, se non proprio all’insegna della felicità. 

Sì, perché nella varietà praticamente infinita di micropopolazioni che pur nella nostra inconsapevolezza ci accompagnano quoridianamente figurano anche batteri che presentano queste caratteristiche. 

Nel nostro tour di interviste impossibili ne abbiamo incontrato uno emblematico – il Coprococcus eutacus – che per la sua potente azione probiotica potrebbe rivelarsi utile nella prevenzione del diabete di tipo 2 e  nel trattamento della colite, ma che soprattutto sembra direttamente coinvolto nella propensione a svolgere attività fisica e nel cosiddetto “runner’s high”, lo stato di euforia che raggiunge chi pratica la corsa sulle lunghe distanze, e che sembra agire come antidepressivo endogeno. Forse, il segreto dell’eterna giovinezza (e felicità) sta proprio nella sua abbondanza.

Così lo scrittore Cesare Ripa descriveva nel 1611 la superbia: «Donna bella et altera, vestita nobilmente di rosso, coronata d’oro, di gemme in gran copia, nella destra mano tiene un pavone et nella sinistra un specchio, nel quale miri et contempli sé stessa». Una raffigurazione pittorica dolce e melodica, che sembra fare l’occhiolino al vizio. Come a dire che tutto sommato sì, è un peccato capitale. Ma non è poi così tanto grave. Soprattutto se a essere assimilato a Dorian Gray è un batterio.

Iniziamo dal nome: se Coprococcus è un chiaro riferimento alla sua localizzazione intestinale, eutacos sembrerebbe una latinizzazione dal greco. Che cosa significa?

«Non ne vado fiero, ma con il nome Coprococcus – che rimanda appunto all’ambiente in cui mi si può rintracciare più spesso – ho ormai imparato a convivere. Credo invece che in greco eutaktos (εὔτακτος) significhi ordinato, ubbidiente, adatto, convenevole, e probabilmente mi è stato attribuito in riferimento alla mia natura o al mio comportamento, per sottolineare le reazioni uniformi dei diversi ceppi. Nel nome del rigore scientifico, ricordo che la prima descrizione del genere Coprococcus come specie predominante della flora intestinale risale al 1974 (1) e definisce batteri anaerobi obbligati che mostrano grande efficienza nel metabolismo dei vegetali e nella produzione di acidi grassi a catena corta, con benefici soprattutto a livello cerebrale. Io, in particolare, appartengo alla famiglia delle Lachnospiaceae e la mia abbondanza è stata associata al miglioramento dell’umore, delle facoltà cognitive e del benessere neurologico in generale».

Quindi lei si sente uno psicobiotico?

«In parte, ma non del tutto. Sono uno dei pochissimi batteri presenti nell’econicchia intestinale che dispongono di una doppia via per il butirrato, che contribuisco a produrre anche in condizioni difficili, a tutto vantaggio della salute dell’ospite. Grazie a questa proprietà proprietà ho già dimostrato nei modelli animali una certa efficacia nel trattamento della colite (2), mentre nell’uomo è stato dimostrato che i pazienti diabetici presentano una disbiosi caratteristica, con una ridotta presenza di batteri produttori di butirrato come me, per cui il mio impiego potrebbe rivelarsi potenzialmente utile anche nella prevenzione del diabete (3)». 

Mi dicono però che lei, ovunque vada, è in grado di portare il buon umore…

«Data la mia natura positiva per definizione, questa proprietà mi sta particolarmente a cuore. Sì, non per vantarmi, ma in studi condotti su topi adolescenti (4) ho messo in mostra potenti effetti antidepressivi. In questo caso si tratta di un’efficacia riconducibile alle azioni che esercito soprattutto a livello del sistema nervoso – non dimentichiamo che la mia abbondanza si associa all’assenza di spina bifida – che per la circostanza consiste in una ottimizzazione del metabolismo dei neurotrasmettitori, che esercito tramite un’appropriata regolazione del triptofano e il ripristino dell’eubiosi del microbiota. Ne vado particolarmente orgoglioso, prima di tutto perché la depressione insorge spesso durante l’adolescenza, poi perché questa efficacia come antipertensivo endogeno mi lega al concetto di felicità, che trovo particolarmente affine al mio carattere…».

Per il momento, la maggioranza delle evidenze che la riguardano resta comunque limitata ai topi…

«È vero, ma non creda con questa affermazione di riuscire a smorzare il mio entusiasmo o sfibrare il mio ego: meglio non porre limiti alla ricerca. Sono profondamente convinto che prima o poi riuscirò a mettere in mostra anche nell’uomo tutte le mie proprietà…».

Complimenti per la verve. E a proposito di proprieta c’è ancora un aspetto fondamentale per la salute che sembra legato alla sua abbondanza…

«Francamente ne resterebbero ancora molti di cui parlare – per esempio l’obesità è più frequente nei casi in cui la mia presenza non è abbondante – ma immagino che lei si riferisca alla propensione per l’attività sportiva. Ebbene sì, sempre nei topi, è stato dimostrato che assieme all’Eubacterium rectale sono in grado di aumentare le concentrazioni di dopamina a livello cerebrale, aumentando la motivazione nei confronti dell’esercizio fisico (5). Ma non è soltanto una questione di motivazione, perché la stimolazione della produzione di endocannabinoidi che determino sembra sia legata al cosiddetto “runner’s high” – o sballo del corridore – lo stato cioè di euforia che raggiunge chi pratica la corsa sulle lunghe distanze, in cui non si sentono più la fatica e il dolore muscolare, ma sembra di poter correre per sempre. Questo, peraltro, favorisce prestazioni migliori e in qualche modo mi rende una sorta di doping endogeno (sorride, ndr)…».

Il suo sembra un curriculum ricco di successi e senza battute di arresto, è proprio così?

«Nonostante il mio innato ottimismo, devo ammettere che non è così. Qualche insuccesso nel mio palmares esiste, inutile negarlo. Il più cocente riguarda l’autismo. Dato il mio trofismo per il sistema nervoso, era stato ipotizzato che la mia abbondanza nel microbiota potesse riflettersi positivamente su questa condizione, ma non è stato così (6). Questo comunque, non mi impedisce certo di sperare che altri studi in questo campo abbiano un esito diverso, sennò che ottimista sarei?».

Reference

  1. Holdeman LV, Moore WEC. New genus, Coprococcus, twelve new species, and amended descriptions of four previously described species of bacteria from human feces. Int. J. Syst. Bacteriol. (1974) 24(2):260-277. https://doi.org/10.1099/00207713-24-2-260
  2. Yang R, Shan S et al. Coprococcus eutactus, a Potent Probiotic, Alleviates Colitis via Acetate-Mediated IgA Response and Microbiota Restoration. J. Agric. Food Chem. 2023, 71, 7, 3273–3284. doi.org/10.1021/acs.jafc.2c06697
  3. Jamshidi P, Hasanzadeh S, Tahvildari A, Farsi Y, Arbabi M, Mota JF, Sechi LA, Nasiri MJ. Is there any association between gut microbiota and type 1 diabetes? A systematic review. Gut Pathog. 2019 Oct 14;11:49. doi: 10.1186/s13099-019-0332-7
  4. Xu L, Wang S, Wu L, et al. Coprococcus eutactus screened from healthy adolescent attenuates chronic restraint stress-induced depression-like changes in adolescent mice: Potential roles in the microbiome and neurotransmitter modulation. J Affect Disord. 2024;356:737-752. doi:10.1016/j.jad.2024.04.050
  5. Dohnalová L, Lundgren P, Carty JRE, et al. A microbiome-dependent gut-brain pathway regulates motivation for exercise. Nature. 2022;612(7941):739-747. doi:10.1038/s41586-022-05525-z
  6. Krajmalnik-Brown R, LaBaer J, inventors. Prevotella and Coprococcus as human gut health enhancers. Specific case example: Autism. 2012 Apr 20.
Silvano Marini
Laureato in medicina e chirurgia, giornalista professionista. Ha lavorato con le principali testate giornalistiche italiane di aggiornamento per medici e farmacisti.

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