L’importanza degli antibiotici è ormai ben nota per prevenire la proliferazione di agenti patogeni batterici, trattare le infezioni batteriche e rendere sicuri i mangimi per animali.
Agendo proprio sui microrganismi, i trattamenti antibiotici hanno attirato l’attenzione in merito agli effetti che possono svolgere sulla composizione e la diversità del microbiota intestinale.
Una recentissima mini-review, appena pubblicata su AMB Express ha analizzato il grado di alterazione microbica intestinale causata dai comuni antibiotici.
Antibiotici ad ampio spettro e non solo
Yurong Tan e colleghi del Dipartimento di Microbiologia della Xiangya School of Medicine, in Cina, hanno così evidenziato che alcuni antibiotici distruggono i phyla comuni, mentre per altri sono stati osservati effetti debilitanti.
Inoltre, la ricerca ha mostrato che sia i batteri gram-positivi sia quelli gram-negativi vengono distrutti dall’uso di antibiotici ad ampio spettro rispetto agli antibiotici a spettro più ristretto.
Anche se gli antibiotici sono in grado di migliorare molte condizioni di salute, essi sono anche la causa di una riduzione del numero di batteri commensali di cruciale importanza per un intestino sano.
Infatti, un uso eccessivo di antimicrobici promuove la colonizzazione di Clostridium difficile, un patogeno opportunista che causa diarrea associata a tali farmaci con conseguente riduzione della diversità microbica intestinale.
Inoltre, le interazioni tra farmaci e microbioma risultano essere bidirezionali: gli antibiotici possono distruggere il microbiota intestinale e i microbi possono anche modulare i farmaci modificando così la composizione chimica e portando alla resistenza antimicrobica.
Le differenze tra antibiotici
Gli effetti possono essere attribuiti al meccanismo d’azione, alla classe di antibiotico, al grado di resistenza all’antibiotico, al dosaggio del trattamento, alla modalità di somministrazione, alle proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche e allo spettro dell’agente antibiotico.
Anche il tempo del trattamento svolge un ruolo nell’equilibrio del microbiota: minore è il tempo di utilizzo, più rapido è il recupero del microbiota intestinale e viceversa. Tuttavia, mentre alcuni microrganismi vengono recuperati dopo mesi, non è mai stato riportato un ripristino di quelle specie completamente distrutte.
In aggiunta, condizioni come lo stato di salute, lo stress o il tipo di dieta potrebbero rappresentare dei fattori di confondimento.
Tali fattori vanno tenuti in considerazione negli studi clinici: i risultati raccolti da un solo intervento a breve o lungo termine, potrebbero non essere sufficienti per stabilire gli effetti dell’antibiotico sul microbiota intestinale.
Conclusioni
Ad oggi, la conoscenza inadeguata degli effetti degli antibiotici a diversi spettri di attività rappresenta un limite ai trattamenti che hanno l’obiettivo di contenere i danni al microbiota intestinale e i meccanismi di resistenza dei microbi intestinali.
Le nuove frontiere per approfondire la relazione antibiotico-microbiota intestinale sono la medicina di precisione, la terapia genica resistente e gli approcci di biologia dei sistemi per sfruttare l’interazione del microbio ospite con un efficace e sicura strategia di trattamento.