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Fegato: scoperto bacteroides intestinale che degrada la nicotina e potrebbe prevenire la NAFLD

Un recente studio ha identificato un batterio, Bacteroides xylanisolvens, in grado di ridurre le concentrazioni intestinali di nicotina, nonché la gravità della NAFLD nei topi esposti a questa sostanza.
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Fegato: scoperto bacteroides intestinale che degrada la nicotina e potrebbe prevenire la NAFLD

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Stato dell'arte
I fumatori di tabacco spesso sviluppano la steatosi epatica non alcolica (NAFLD), ma i meccanismi molecolari che collegano il fumo di tabacco a questa patologia non sono ancora chiari.
Cosa aggiunge questa ricerca
Analizzando campioni di feci e sangue di 30 fumatori e 30 non fumatori i ricercatori hanno scoperto che nell’intestino dei primi si accumulano alti livelli di nicotina. Lo stesso accade in topi esposti alla nicotina, che sono risultati anche maggiormente a rischio di sviluppare la NAFLD. Infine, il team ha identificato un batterio, chiamato Bacteroides xylanisolvens, in grado di ridurre le concentrazioni intestinali di nicotina, nonché la gravità della NAFLD, nei topi esposti a questa sostanza.
Conclusioni
I risultati suggeriscono che l’accumulo intestinale di nicotina gioca un ruolo nella progressione della NAFLD e indicano che specifici microbi intestinali sono in grado di degradare la nicotina e potrebbero aiutare a prevenire nell’uomo le malattie associate al fumo.

In questo articolo

Il fumo di tabacco è la principale causa di decessi prevenibili nel mondo ed è associato a molte malattie, inclusa la steatosi epatica non alcolica (NAFLD)

Di recente, un gruppo di ricercatori ha identificato un batterio intestinale in grado di degradare la nicotina e proteggere i topi dalla NAFLD associata all’esposizione a questa sostanza chimica.

I risultati, pubblicati su Nature, dimostrano inoltre un legame tra l’accumulo di nicotina nell’intestino e la progressione della NAFLD e suggeriscono che specifici microbi intestinali potrebbero essere in grado di prevenire nell’uomo le malattie legate al fumo. 

Nicotina e intestino

Per chiarire il legame tra il fumo di tabacco e la NAFLD, un team di ricercatori guidato da Changtao Jiang della Peking University ha analizzato campioni di feci e sangue di 30 fumatori e 30 non fumatori, scoprendo che nell’intestino dei primi si accumulano alti livelli di nicotina. Lo stesso accade in topi esposti a questa sostanza chimica. 

«Questi risultati indicano che il fumo di tabacco causa un notevole accumulo di nicotina nell’intestino, che può avere un significato fisiopatologico», affermano i ricercatori.

I ricercatori hanno poi scoperto che i livelli intestinali di nicotina sono più alti nei topi germ-free. Ciò ha suggerito che specifici batteri intestinali potrebbero essere in grado di regolare i livelli di nicotina.

Per identificarli, i ricercatori hanno analizzato il microbiota dei topi alla ricerca di ceppi batterici che presentano geni che codificano per enzimi che degradano la nicotina, come per esempio Bacteroides xylanisolvens

Il team ha scoperto che questo batterio è in grado di ridurre le concentrazioni di nicotina nell’intestino nei topi esposti alla nicotina e la gravità della NAFLD.

B. xylanisolven degrada la nicotina

Poiché B. xylanisolvens si trova anche nell’intestino umano, i ricercatori hanno arruolato nello studio 83 persone con NAFLD, di cui 41 erano fumatori. 

In questi ultimi, i ricercatori hanno scoperto che livelli più elevati di B. xylanisolvens erano correlati a una minore gravità della NAFLD. 

«Questi risultati suggeriscono che la degradazione della nicotina mediata da B. xylanisolvens potenzialmente potrebbe salvaguardare nei fumatori la funzionalità epatica», affermano i ricercatori.

Sebbene siano necessari ulteriori studi per capire come il microbiota intestinale degrada la nicotina, lo studio rivela che nei fumatori l’accumulo di questa sostanza chimica nell’intestino è un fattore di rischio per la progressione della NAFLD.

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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