Gli alimenti che mangiamo sono miscele di molti nutrienti che influenzano i batteri intestinali in modi diversi. Un recente studio mostra che il microbiota intestinale delle persone che seguono una dieta ricca di verdure produce metaboliti che hanno effetti potenzialmente positivi sulla salute.
I risultati, pubblicati su Scientific Reports, supportano l’idea che la dieta può prevenire o mitigare il rischio di malattie e che gli alimenti ricchi di fibre possono avere un impatto benefico sul microbiota.
Di recente, alcuni studi hanno indagato l’effetto di diverse diete sui batteri intestinali, ma le interazioni esatte tra cibo e microbiota non sono ancora state completamente esplorate.
Per valutare l’effetto dei componenti chiave della dieta sulle funzioni microbiche, Marco Gobbetti della Libera Università di Bolzano e i suoi colleghi hanno analizzato campioni di feci di 27 persone, di cui alcuni onnivori, alcuni vegetariani e altri vegani.
Benefici della dieta vegetariana sul microbiota
Per ogni partecipante allo studio sono stati raccolti nell’arco di un mese 3 campioni fecali, che sono stati poi raggruppati. I batteri Lachnospira sono stati trovati principalmente nel microbiota di vegani e vegetariani, mentre i Ruminococcaceae sono risultati la famiglia batterica più abbondante negli onnivori.
Diversi generi batterici sono risultati correlati all’assunzione di specifici componenti dietetici: ad esempio, i livelli di Lachnospira sono più alti nel microbiota delle persone che mangiano cibi ricchi di beta-carotene, vitamina E e grassi vegetali. Gli stessi batteri sono risultati meno abbondanti nel microbiota delle persone che hanno seguito una dieta ricca di carne, proteine e colesterolo.
Più in generale, i ricercatori hanno scoperto che il microbiota delle persone vegetariane e vegane contiene più specie batteriche in grado di metabolizzare carboidrati e vitamine.
La maggiore percentuale di fibre nelle diete vegetariane e vegane aumenta anche la fermentazione microbica di metaboliti benefici nell’intestino, compreso il butirrato (un acido grasso a catena corta). Rispetto agli onnivori, i vegetariani e i vegani presentano anche livelli intestinali più elevati di una proteina chiamata flagellina.
Butirrato e flagellina potrebbero ridurre il rischio tumorale
Numerosi studi hanno suggerito che il butirrato e la flagellina svolgono un’attività antitumorale e antinfiammatoria. Per chiarire ulteriormente il ruolo della flagellina nella soppressione del cancro, i ricercatori hanno ottenuto cellule fecali microbiche ed estratti cellulari di proteine microbiche da 22 campioni fecali onnivori, 20 vegetariani e 19 vegani. Quindi, hanno aggiunto gli estratti a cellule del cancro del colon coltivate in vitro.
La crescita delle cellule tumorali è stata sostanzialmente inibita dalle cellule fecali microbiche di vegani e vegetariani, probabilmente a causa della maggiore concentrazione di flagellina.
I ricercatori hanno anche osservato che l’esposizione di cellule tumorali a cellule fecali microbiche, estratti cellulari di proteine microbiche o flagellina ha aumentato solamente l’espressione di alcune molecole immunitarie, come le interleuchine antinfiammatorie IL-22 e IL-8.
Rispetto agli estratti cellulari di proteine microbiche ottenuti da individui onnivori, l’esposizione a quelli di soggetti vegetariani ha aumentato il rilascio di IL-8. Più in generale, i ricercatori hanno osservato che le persone che seguono diete ricche di fibre e verdure hanno livelli più elevati di enzimi coinvolti nella soppressione tumorale nell’intestino.
Conclusioni
Sebbene siano necessari ulteriori studi per comprendere appieno il ruolo dell’alimentazione nella modulazione del microbiota intestinale, i risultati suggeriscono che le diete ricche di verdure hanno un impatto potenzialmente benefico sulla salute umana.