Un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature microbiology, ha evidenziato che alcune variazioni del metaboloma vaginale sono associate al parto pretermine. Questa osservazione ha permesso di mettere a punto un algoritmo in grado di prevedere la possibilità di una nascita pretermine, anche con molto anticipo.
Microbiota e parto pretermine, cosa dice la letteratura scientifica
Per parto pretermine (PTB, PreTerm Birth) si intende una nascita prima delle 37 settimane di gestazione. Si tratta della causa principale di morte neonatale, oltre che di patologie con cui i bambini che sopravvivono dovranno convivere per tutta la vita.
In due terzi dei casi, si tratta di un fenomeno spontaneo. Nonostante i notevoli sforzi della ricerca, ad oggi mancano metodi per la prevenzione precoce e per il trattamento del parto pretermine, per cui la prevalenza di questo fenomeno rimane ancora elevata.
Il microbiota umano è ormai conosciuto come importante biomarcatore di molte condizioni complesse.
Il microbiota vaginale, in particolare, è stato associato al parto pretermine e ad altri esiti avversi della gravidanza in diversi studi. Tuttavia, non sono ancora chiari i meccanismi specifici alla base delle potenziali interazioni ospite-microbiota.
Tra i possibili fattori con un effetto locale e sistemico sull’ospite ci sono i metaboliti prodotti o modificati dal microbiota, il cui studio è facilitato dalla metabolomica, che consente la misurazione di migliaia di piccole molecole presenti in un ecosistema.
Alcuni studi sul metaboloma vaginale hanno descritto associazioni tra microbiota, infiammazione e parto pretermine ma, fino ad ora, non erano stati condotti studi su ampi gruppi di metaboliti.
Questo tipo di ricerca, tuttavia, permetterebbe di comprendere più ampiamente il ruolo dell’ecosistema vaginale nel parto pretermine e, soprattutto, di identificare i metaboliti utili per generare dei modelli predittivi.
Metaboloma vaginale e nati prematuri
Lo studio recentemente pubblicato su Nature microbiology ha analizzato il metaboloma vaginale di 232 donne al secondo trimestre di gravidanza, di cui 80 con parti pretermine, per le quali il microbiota era stato precedentemente caratterizzato utilizzando il sequenziamento dell’amplicone del gene dell’RNA ribosomiale 16S.
I risultati mostrano che il metaboloma vaginale corrisponde parzialmente ai CST (Community State Type) e rivelano associazioni tra i metaboliti misurati durante la gravidanza e dopo il parto pretermine, alcuni di origine esogena.
In particolare, nelle donne afroamericane, generalmente più a rischio di gravidanze pretermine, il metaboloma è più ricco in metaboliti associati al PTB, anche di origine esogena, che sembrano quindi costituire importanti fattori di rischio.
Tra questi metaboliti sono inclusi dietanolamina, etil-glucoside ed EDTA, presenti nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene. Un’osservazione che desta la preoccupazione che alcuni di questi prodotti possano essere in qualche modo legati al rischio di parto pretermine.
Lo studio ha anche evidenziato una differenza nel metabolismo della tiramina nelle donne caucasiche con parti pretermine.
Da questi dati, i ricercatori hanno poi creato degli algoritmi di apprendimento automatico in grado di utilizzare il metaboloma vaginale per prevedere il PTB, in media 3 mesi prima del parto.
Lo studio ha, quindi, dimostrato che i modelli basati sul metaboloma possono prevedere il PTB con settimane o mesi di anticipo, aprendo potenzialmente la strada alla diagnosi precoce.
Prospettive future
In futuro, l’analisi di campioni più ampi e la combinazione con altri dati, ad esempio del metaboloma delle urine e del siero delle donne in gravidanza o l’analisi metagenomica del microbiota vaginale, potranno migliorare ulteriormente l’accuratezza della previsione da parte dell’algoritmo sviluppato in questo studio.
Infatti, i risultati dimostrano l’utilità dei metaboliti vaginali come biomarcatori del PTB e l’importanza di identificare i metaboliti xenobiotici come potenziali fattori di rischio modificabili. Inoltre, le forti associazioni osservate suggeriscono che sarà utile ampliare lo studio del microbiota vaginale e del metaboloma anche ad altre patologie della gravidanza, come la preeclampsia.