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Anticorpi IgA si legano a specifici batteri intestinali: una possibile alternativa agli antibiotici

I risultati di un recente studio suggeriscono che le IgA sono in grado di riconoscere specifici batteri intestinali e potrebbero essere utilizzate per eliminare solo gli agenti patogeni, ma non i batteri intestinali benefici.
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Anticorpi IgA si legano a specifici batteri intestinali: una possibile alternativa agli antibiotici

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Stato dell’arte
Il nostro corpo produce anticorpi specifici per impedire ai microbi intestinali di diffondersi dall’intestino ad altri tessuti.

Cosa aggiunge questa ricerca
I ricercatori hanno colonizzato 8 diversi gruppi di topi germ-free con ognuna delle otto principali specie di batteri del microbiota umano per studiare la reattività crociata delle IgA. Dopo 3 settimane è stato osservato che IgA fecali e sieriche isolate dai roditori presentano una maggiore affinità di legame per la specie batterica utilizzata per colonizzare i topi da cui sono state isolate. Inoltre, dai dati ottenuti è emerso che questi anticorpi mantengono la capacità di legare antigeni di superficie batterici anche dopo aver attraversato il tratto gastrointestinale.

Conclusioni
I risultati potrebbero favorire lo sviluppo di strategie per il trattamento delle malattie intestinali che consentano di eliminare solo gli agenti patogeni, ma non i batteri intestinali benefici.

Il nostro organismo produce anticorpi per impedire ai microbi intestinali di diffondersi dall’intestino ad altri tessuti. 

Precedenti studi hanno suggerito in particolare che nell’intestino le IgA possono riconoscere molte specie diverse di batteri.

Questa ipotesi è però in contrasto con i dati ottenuti da un recente studio condotto da Jeremiah Faith della Icahn School of Medicine del Mount Sinai e dai suoi colleghi, che ha analizzato la reattività crociata delle IgA in topi germ-free nei quali sono stati introdotti batteri rappresentativi del microbiota intestinale umano.

I risultati, pubblicati su Science Immunology, suggeriscono che le IgA sono in grado di riconoscere specifici batteri intestinali e potrebbero quindi essere utilizzate in pratica clinica per eliminare solo gli agenti patogeni, ma non i batteri intestinali benefici.

Attività selettiva delle IgA

I ricercatori hanno introdotto, in 8 diversi gruppi di topi germ-free, una delle otto principali specie di batteri del microbiota umano per studiare la reattività crociata delle IgA. 

Dopo 3 settimane è stato osservato che IgA fecali e sieriche isolate dai roditori presentano una maggiore affinità di legame per la specie batterica utilizzata per colonizzare i topi da cui sono state isolate.

«La scoperta della complessa specificità degli anticorpi IgA intestinali indotti dai batteri nei modelli gnotobiotici evidenzia il potenziale ruolo di questi anticorpi nelle interazioni simbiotiche ospite-microbo: il rivestimento dei batteri da parte degli anticorpi IgA non influenza solo l’omeostasi del sistema immunitario mucosale, ma anche la fisiologia dei batteri stessi», affermano gli autori.

Le possibili implicazioni cliniche

Successivamente, il team ha colonizzato l’intestino dei topi germ-free con le otto specie di batteri contemporaneamente. 

Tre settimane dopo, il team ha utilizzato le cellule B degli animali per generare grandi quantità di anticorpi IgA identici.

Su 21 cloni di IgA ottenuti, 19 hanno riconosciuto solo una o due specie batteriche. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che questi anticorpi mantengono la capacità di legare antigeni di superficie batterici anche dopo aver attraversato il tratto gastrointestinale. «Questi dati suggeriscono quindi il potenziale utilizzo di anticorpi IgA ingegnerizzati in vitro come agenti terapeutici», concludono i ricercatori.

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