Konzo è una grave malattia neurologica che provoca la paralisi (paraplegia spastica) e colpisce soprattutto i bambini e le donne dell’Africa sub-sahariana.
Secondo un recente studio le differenze nella composizione del microbiota intestinale possono rendere alcune persone più suscettibili alla malattia.
I risultati, pubblicati su Nature Communications, potrebbero aiutare a identificare le persone che sono più a rischio di sviluppare konzo.
Inoltre, questo studio potrebbe anche favorire la messa a punto di interventi mirati per lavorare in modo corretto la manioca e per modificare il microbiota in modo da essere meno suscettibili al konzo.
Modificare la composizione delle comunità batteriche nell’intestino è, tuttavia, «un’operazione difficile che può avere conseguenze indesiderate ed effetti collaterali», afferma il co-autore senior dello studio Eric Vilain del Children’s National Hospital di Washington.
Il Konzo e la lavorazione della manioca
Il konzo si sviluppa dopo aver consumato manioca lavorata non correttamente in quanto contiene un composto che, una volta digerito dall’organismo, rilascia cianuro.
I meccanismi esatti alla base della suscettibilità e della gravità della malattia sono poco conosciuti, ma il microbiota intestinale sembra svolgere un ruolo.
Per chiarire il suo coinvolgimento, i ricercatori, guidati da Eric Vilain e Desire Tshala-Katumbay dell’Institut National de Recherche Biomédicale di Kinshasa, hanno raccolto campioni fecali da 180 persone della Repubblica Democratica del Congo, dove il konzo è più frequente, e li hanno sottoposti a questionari sulla loro alimentazione.
Il ruolo del microbiota intestinale
I ricercatori hanno raccolto campioni fecali da tre gruppi di individui: il primo era formato da soggetti che consumavano piccole quantità di manioca e vivevano in un’area urbana; gli altri due erano costituiti da individui che consumavano grandi quantità di manioca e provenivano da due diverse aree rurali, caratterizzate rispettivamente da un’alta e da una bassa prevalenza di konzo.
In tutti i campioni, i quattro tipi più abbondanti di batteri intestinali sono risultati Bacteroidetes, Firmicutes, Proteobacteria e Actinobacteria.
Tuttavia, i ricercatori hanno osservato alcune differenze chiave tra i diversi gruppi: ad esempio, il microbiota degli individui provenienti dalle aree urbane era dominato da batteri appartenenti alla famiglia delle Bacteroidaceae, mentre i batteri predominanti nelle popolazioni rurali che vivevano in aree ad alta o bassa prevalenza di konzo facevano parte rispettivamente della famiglia delle Prevotellaceae e delle Lachnospiraceae.
Ulteriori analisi hanno suggerito che le persone che vivono in aree con un’alta prevalenza di konzo hanno livelli aumentati di batteri e geni microbici che possono innescare l’attività degli enzimi necessari per il rilascio di cianuro nell’intestino.
D’altra parte, le persone che vivono in aree con una bassa prevalenza di konzo hanno livelli più elevati di batteri e geni che possono moderare gli effetti dell’esposizione al cianuro.
Modulare il microbiota per prevenire il konzo
Pur non essendo l’unica causa di questa malattia, il microbiota intestinale rappresenta un fattore importante per il suo sviluppo in quanto sono i microbi intestinali i responsabili del rilascio di sostanze pericolose a partire dalla manioca non lavorata correttamente.
Tuttavia, sarà necessario identificare quali microbi intestinali possono essere utilizzati come bersaglio per mitigare la suscettibilità individuale al konzo.
Inoltre, i ricercatori hanno in programma di studiare le coppie di fratelli nelle quali solo uno dei due soggetti sviluppa la malattia.
«Studiare i fratelli ci aiuterà a controllare fattori come la preparazione della manioca in casa», afferma il coautore dello studio Neerja Vashist. «Questo studio ci consentirà di confermare che le tendenze che abbiamo osservato si mantengono su una scala più ampia, migliorando al contempo la nostra capacità di caratterizzare in modo completo il microbioma intestinale».