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Possibile ruolo del microbiota del rinofaringe nelle sindromi parainfluenzali

Una ricerca rivela come i cambiamenti nella popolazione batterica del rinofaringe potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nella suscettibilità alle sindromi simil-influenzali e nella guarigione.
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Possibile ruolo del microbiota del rinofaringe nelle sindromi parainfluenzali

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Stato dell’arte
Le sindromi simil-influenzali (o parainfluenzali) sono una delle principali questioni di salute pubblica, a causa dell’alto rischio di morbilità e mortalità nella popolazione più anziana. Tuttavia, i cambiamenti del microbiota del rinofaringe durante l’insorgenza delle infezioni e la guarigione, sono ancora poco conosciuti.

Cosa aggiunge questa ricerca
Lo studio suggerisce che l’insorgenza di sindromi simil-influenzali sia accompagnata da cambiamenti nella popolazione microbica presente nelle prime vie respiratorie.

Conclusioni
La variabilità nel microbiota del rinofaringe potrebbe rappresentare un potenziale biomarcatore delle sindromi simil-influenzali. Infatti, i cambiamenti nella popolazione batterica potrebbero svolgere un ruolo nella suscettibilità alle sindromi simil-influenzali e nella guarigione.

Lo studio del microbiota del rinofaringe nella popolazione più anziana sembra suggerire che l’insorgenza di sindromi simil-influenzali, o parainfluenzali, (Influenza‐like illness, ILI) sia accompagnata da cambiamenti nella popolazione microbica presente nelle prime vie respiratorie. È quanto emerge da una recente ricerca pubblicata su Scientific Reports.

Come abbiamo avuto modo di osservare negli ultimi due anni, le infezioni virali respiratorie sono una delle principali cause di preoccupazione per la salute pubblica, soprattutto a causa della loro modalità di trasmissione e dell’alto rischio di morbilità e mortalità nelle popolazioni a rischio, come gli anziani

Sebbene le vaccinazioni possano prevenire le infezioni, la loro efficacia può variare in base a diversi fattori, come l’invecchiamento e il successivo deterioramento del sistema immunitario. Tra le infezioni respiratorie più diffuse ci sono le sindromi simil-influenzali, che comprendono un insieme definito di sintomi associati alle malattie causate da agenti patogeni respiratori batterici o virali, incluso il virus dell’influenza. 

È quindi fondamentale comprendere i fattori che possono svolgere un ruolo protettivo o, al contrario, favorire la patogenesi, in questo tipo di malattie respiratorie. 

Tra questi fattori, è stato approfondito il ruolo giocato dal microbiota respiratorio commensale.

Microbiota del rinofaringe e infezioni respiratorie

Il tratto respiratorio ospita tra 102 e 106 batteri a seconda del sito considerato. In particolare, nel rinofaringe sono circa 103

Tuttavia, il microbiota delle vie respiratorie superiori delle persone più anziane è diverso da quello degli adulti sani di mezza età. Queste differenze sono state associate, tra le molte cause, anche all’immuno-senescenza, cioè alla disregolazione del sistema immunitario che si verifica con l’età, suggerendo la possibilità che il microbiota possa variare attraverso l’interazione con la risposta immunitaria locale. 

Il microbiota commensale del rinofaringe può svolgere un ruolo importante nell’inibire la colonizzazione e la replicazione dei patogeni invasori. 

Per esempio, per le infezioni batteriche, è stato dimostrato che la colonizzazione da parte di Staphylococcus lugdunensis (un batterio produttore di lugdunina) riduce il carriage di Staphylococcus aureus e potrebbe, quindi, svolgere un ruolo nella prevenzione delle infezioni da stafilococco. 

Inoltre, gli studi che hanno approfondito il ruolo del microbiota delle vie respiratorie superiori durante l’infezione da virus dell’influenza hanno identificato differenze tra individui infetti e non infetti. 

Tuttavia, i cambiamenti del microbiota del rinofaringe durante l’insorgenza di sindromi para-influenzali e le dinamiche che insorgono durante la guarigione nella popolazione anziana, sono stati finora poco esplorati.

Lo studio sulle sindromi parainfluenzali

Il nuovo studio pubblicato su Scientific Reports ha analizzato il microbiota del rinofaringe negli anziani che hanno segnalato un evento di sindromi parainfluenzali, rispetto al microbiota di soggetti che non hanno avuto alcun evento durante la stagione influenzale 2014-2015, considerati come popolazione di controllo. 

Attraverso il sequenziamento del gene 16S rRNA è stata valutata la composizione del microbiota del rinofaringe in un sottoinsieme di 397 partecipanti della coorte che ha segnalato l’infezione. 

I controlli sono stati campionati durante tutta la stagione, equamente distribuiti sui diversi gruppi di età. 

I partecipanti che hanno segnalato un evento parainfluenzale sono stati campionati tre volte: all’esordio, a 14 giorni e a 7-9 settimane, considerata la fase di campionamento dopo la guarigione. 

I dati raccolti hanno permesso di osservare alcune differenze nella composizione della comunità del microbiota del rinofaringe tra i pazienti con sindromi parainfluenzali e il gruppo di controllo, indicando cambiamenti associati all’infezione acuta. Inoltre, nei campioni del gruppo con sindromi parainfluenzali, il microbiota del rinofaringe durante il recupero differiva notevolmente da quello osservato durante la fase acuta. 

Così cambia il microbiota nelle sindromi parainfluenzali

Lo studio ha permesso di osservare un effetto piccolo, ma significativo, delle sindromi parainfluenzali sulla composizione e sulla struttura della comunità del microbiota del rinofaringe, rispetto ai controlli e ai campioni raccolti al momento della guarigione.

In particolare, è emerso che i potenziali batteri pro-infiammatori, come Haemophilus, Porphyromonas e Gemella, sono più abbondanti durante la fase acuta delle sindromi simil-influenzali. Al contrario, Corynebacterium non è stato associato alle sindromi parainfluenzali e la sua presenza è risultata aumentata dopo la guarigione. 

In alcuni casi, la stabilità e i cambiamenti nella comunità microbica del rinofaringe hanno mostrato dinamiche individuali. 

Ad esempio, Corynebacterium, Moraxella e Dolosigranulum, hanno manifestato una maggiore variabilità interindividuale nella fase acuta, ma avevano una variabilità comparabile ai controlli dopo la guarigione. Inoltre, i partecipanti al gruppo con sindromi parainfluenzali con un microbiota più abbondante nella fase acuta, hanno mostrato una maggiore stabilità del microbiota anche dopo il recupero. 

Conclusioni

In conclusione, la variabilità riscontrata nel microbiota del rinofaringe potrebbe rappresentare un potenziale biomarcatore delle sindromi parainfluenzali. 

Infatti, i cambiamenti nella popolazione batterica potrebbero svolgere un ruolo nella suscettibilità alle sindromi simil-influenzali e nella guarigione. 

Lo studio evidenzia anche la necessità di ulteriori studi meccanicistici e longitudinali per comprendere meglio il ruolo del microbiota del rinofaringe nelle sindromi parainfluenzali, che potrebbero permettere anche di identificare marcatori di suscettibilità alle infezioni batteriche secondarie, come la polmonite, di particolare rilevanza nella popolazione anziana.

Roberta Altobelli
Science writer e medical writer freelance. Laureata in Biotecnologie Mediche presso l’Università Sapienza di Roma, ha conseguito un Master in Genetica Forense e un Master in Comunicazione della Scienza.

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