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Prostatite batterica: ricerca italiana dimostra che L. casei DG riduce recidive e uso antibiotici

L. casei DG® previene le ricorrenze sintomatiche della prostatite cronica, riducendo nel contempo l’uso degli antibiotici.
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Prostatite batterica: ricerca italiana dimostra che L. casei DG riduce recidive e uso antibiotici

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Stato dell’arte
Nonostante l’incidenza della prostatite batterica cronica sia relativamente bassa, il suo impatto sulla qualità di vita è considerevole. Nuove strategie per alleviarne la sintomatologia sono quindi auspicabili. Vista la sua eziopatogenesi, un supplemento probiotico potrebbe dare risultati positivi.

Cosa aggiunge questo studio
In questo studio è stato valutato l’impatto di L. paracasei CNCM I-1572 (L. casei DG®) nel prevenire le ricorrenze sintomatiche e migliorare la qualità della vita di pazienti con prostatite batterica cronica.

Conclusioni
L. casei DG® previene le ricorrenze sintomatiche di questa patologia e migliora la qualità di vita di questi pazienti, riducendo nel contempo l’uso degli antibiotici.

In caso di prostatite batterica cronica, nonostante la terapia d’elezione sia rappresentata da antibiotici, un aiuto importante sembrerebbe venire dal probiotico L. paracasei CNCM I-1572 (L. casei DG ®).

Ancora una volta, infatti, i batteri hanno dimostrato di ingaggiare una lotta ad “armi pari”: da una parte i buoni, il probiotico, dall’altra i patogeni responsabili della prostatite. Il supplemento ha, infatti, dimostrato di essere efficace nel ridurre le ricorrenze e nel migliorare la qualità di vita, riducendo quindi la necessità del trattamento antibiotico, principale causa di disbiosi.

È quanto emerge da un recente studio coordinato da Tommaso Cai dell’ospedale regionale Santa Chiara di Trento, di recente pubblicato sul World Journal of Urology.

Prostatite e antibiotici

Nonostante le prostatiti batteriche croniche rappresentino solo il 7-14% delle prostatiti, il loro impatto sulla quotidianità è considerevole. Il trattamento con fluorochinoloni rappresenta la terapia di prima linea, ma la necessità di migliorare l’aderenza ai programmi di gestione degli antibiotici ha portato a pensare a quale fosse l’approccio più adeguato per la prostatite cronica batterica.

Proprio con l’obiettivo di aumentare l’aderenza terapeutica, oltre che la percentuale di successo, e considerando le caratteristiche della sua patogenesi con la presenza di biofilm batterico, di recente si è cominciato a studiare l’utilizzo di probiotici.

La presenza di infiammazione richiede, però, un ceppo in grado di agire anche in quel contesto. Lactobacillus spp. si candidano quindi come i ceppi migliori, considerandone il già dimostrato ruolo nel contrastare stati di infiammazione intestinale.

Lo studio su L. casei DG®

Tra tutti i ceppi di Lactobacillus, i ricercatori hanno selezionato L. paracasei CNCM I-1572 (L. casei DG®), ceppo di proprietà SOFAR, somministrandolo due volte al giorno per tre mesi (T1) a 90 soggetti con prostatite batterica cronica (CBP) dopo il trattamento con antibiotici.

Le analisi cliniche (sintomi nelle ultime due settimane) e microbiologiche (carica batterica residua) sono state condotte al baseline (T0) e sei mesi dopo l’interruzione del trattamento con L. casei DG® (T2) per confermarne gli effetti nel medio-termine.

Negli 84 pazienti che hanno completato lo studio è stato osservato che:

  • soltanto due pazienti hanno manifestato lievi eventi avversi (lieve dispepsia) che non hanno richiesto la sospensione del trattamento. Non sono stati segnalati effetti avversi gravi.
  • 61 pazienti (72.6%) hanno riportato un miglioramento clinico significativo con una riduzione della sintomatologia significativa tra T2 e T0
  • dopo sei mesi, l’indice NIH-CPSI (NIH Chronic Prostatitis Symptom Index), IPSS (International Prostate Symptoms score) e QoL (Quality of Well-Being questionnaires) hanno mostrato cambiamenti statisticamente significativi con valori medi rispettivamente di -16.5 ± 3.58; -11.0 ± 4.32 e + 0.3 ± 0.09
  • è diminuita in modo considerevole anche la necessità di antibiotici passando da una dose giornaliera (UDD) di 9,525.6 a 1,587.6 in tre mesi.

Conclusioni

I risultati di questo studio devono essere letti alla luce del continuo aumento di ceppi batterici resistenti agli antibiotici e della necessità di trovare nuove strategie per ridurre l’uso di questi farmaci nella prostatite cronica batterica.

L. casei DG® ha dimostrato di essere in grado di ridurre sia la recidiva sintomatica che l’uso di antibiotici. Serviranno, ovviamente, trial più grandi, per confermare i risultati ottenuti.

Questo contenuto è stato realizzato con il supporto incondizionato di Sofar SpA

Redazione

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