Durante l’edizione 2024 dell’International Scientific Conference on Probiotics, Prebiotics, Gut Microbiota and Health – IPC2024, che si è tenuto a Praga, abbiamo chiesto a Maria Rescigno, della Humanitas University di Rozzano (MI) di raccontarci gli ultimi sviluppi della ricerca sui postbiotici.
Nell’intervista l’esperta illustra il concetto di postbiotici, definiti come i metaboliti prodotti dai probiotici durante il processo di fermentazione. Queste sostanze, ottenute attraverso la fermentazione controllata di specifici substrati, come i fruttoligosaccaridi, sono in grado di migliorare la salute intestinale e sistemica.
I postbiotici hanno dimostrato di poter ridurre la permeabilità intestinale, un fenomeno spesso legato a diverse condizioni patologiche come la disbiosi intestinale, la steatosi epatica, la sindrome metabolica e persino la depressione, quando associata a una barriera intestinale compromessa. Agendo sulle molecole tight junctions, i postbiotici contribuiscono a rinforzare la barriera intestinale, limitando la traslocazione di batteri e di altri prodotti nocivi nel circolo sanguigno.
Uno studio condotto su pazienti oncologici in trattamento con abemaciclib, un inibitore delle cdk4 e cdk6, ha mostrato che l’integrazione con postbiotici ha ridotto la dissenteria grave (gradi 3 e 4), consentendo una migliore aderenza alla terapia farmacologica.
Inoltre, i postbiotici risultano sicuri e ben tollerati, tanto da essere utilizzabili anche nei bambini.
L’intervista propone i postbiotici come un’innovativa alternativa a prebiotici e probiotici, evidenziando il loro potenziale nel trattamento e nella prevenzione di patologie legate all’aumentata permeabilità intestinale e ai disturbi correlati, inclusi quelli di natura neuropsichiatrica.