I benefici ottenuti dal supplemento di polifenoli con la dieta sembrerebbe essere mediato dal microbiota intestinale. Se assunti a determinate concentrazioni, i polifenoli hanno infatti dimostrato di modulare positivamente la componente batterica incrementando per esempio l’espressione di Lactobacillus (396 mg/d) e Bifidobacterium (540 mg/d), e diminuendo di contro quella di specie potenzialmente patogene quali Clostridium (593 mg/d).
È quanto emerge dalla metanalisi condotta da Guiling Ma e Yanting Chen della Washington State University (WA, USA), recentemente pubblicata su Journal of Functional Foods.
Antiossidanti che modulano in microbiota intestinale
Diversi studi hanno dimostrato come i polifenoli impattino sul microbioma intestinale. Data la loro eterogeneità, i risultati non però sono sempre concordi o conclusivi. Rimane in particolare da chiarire in che modo avvenga la modulazione batterica.
Con lo scopo di fare il punto della situazione, i ricercatori americani hanno esaminato e confrontato 27 studi in vitro e in vivo.
Valutando gli effetti sull’abbondanza batterica generale dei polifenoli contenuti in alcuni alimenti (per esempio tè, mele, vino, caffè ecc.) rispetto a placebo si è visto che:
- l’espressione di Lactobacillus e Bifidobacterium è significativamente incrementata rispettivamente del 220% (6,90–7,40 log10 CFU/g di feci) e del 56% (8,08–8,27 log10 CFU/g di feci)
- nessun effetto significativo su Eubacterium o Bacteroides in relazione alla fonte
- la fonte di polifenoli non sembrerebbe influenzarne l’impatto complessivo sul microbiota. Alterazioni dipendenti dal cibo sono tuttavia state registrate per l’espressione di Atopobium
- cambiando la dose non è stato osservato nessun effetto sull’espressione di Prevotella e Atopobium; di contro, è stato registrato un aumento significativo di Bacteriodes, con un incremento dell’87% (8,55-8,82 log10 CFU/g), oltre che di Enterococcus ed Enterobacteria.
Concentrandosi sulle specie maggiormente alterate (Lactobacillus, Bifidobacterium, Clostridium) è emerso come:
- secondo studi in vivo, i mirtilli e il vino rosso sono maggiormente in grado di incrementare l’espressione di Lactobacillus. Studi in vitro evidenziano invece un impatto più elevato di caffè e patate
- nonostante la dose di polifenoli negli studi clinici sia estremamente variabile (6,4-2.364 mg/d), quella intermedia (396 mg/d) sembrerebbe avere gli effetti più significativi su Lactobacillus. A dosi più alte, l’aumento della proliferazione sembrerebbe diminuire. È stato osservato un ampio intervallo di dosi anche in vitro (0,079- 1.896 mg/L), dove i migliori risultati sono stati attribuiti a dosi <62,5 mg/L
- i polifenoli contenuti nella mela rossa hanno mostrato in vivo i maggiori effetti sull’abbondanza di Bifidobacterium, seguiti da quelli presenti nel vino rosso. L’impatto maggiore in vitro è stato invece registrato da semi d’uva e patate
- la dose più efficace per incrementare in vivo l’espressione di Bifidobacterium sembrerebbe essere 540 mg/d, mentre in vitro 23 mg/L
- i polifenoli del tè, seguiti da quelli della mela, hanno mostrato la migliore attività nel diminuire l’espressione di specie patogene associate in vivo a Clostridium
- l’intervallo di concentrazioni risultato più efficace in vivo nell’aumentare l’abbondanza di specie probiotiche Clostridium è pari a 554-750 mg/d. A una dose compresa tra 96–1200 mg/d sono stati registrati effetti positivi anche sulla diminuzione delle specie patogene
- una dose di polifenoli pari a 554-593 mg/d, indipendentemente dalla fonte, promuove l’abbondanza di Bacteroides.
Conclusioni
In conclusione, dunque, l’effetto dei polifenoli sul microbiota sembrerebbe dipendere dalla fonte, ma soprattutto dalla loro dose. La più raccomandata per ottenere un reale beneficio è risultata pari a 396 mg/d.