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Microbiota degli scimpanzé: col passare degli anni cambia (quasi) come il nostro

Bifidobacterium, Streptococcus e Bacteroides sono i taxa che accomunano noi essere umani e gli scimpanzé, come la maturazione età dipendente.
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Microbiota degli scimpanzé: col passare degli anni cambia (quasi) come il nostro

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Stato dell'arte
Il microbioma dell’uomo cambia in misura significativa con l’età. Questi riarrangiamenti non sono però stati dimostrati in altre specie, nonostante molteplici analogie siano state registrate con i primati non umani.
Cosa aggiunge questa ricerca
In questo studio è stato confrontato nel tempo il profilo batterico intestinale di 166 scimpanzé in cattività (8 mesi – 67 anni d’età) con quello precedentemente osservato nell’uomo.
Conclusioni
Anche negli scimpanzé il microbiota cambia con il tempo. A differenza che nell’uomo, gli scimpanzé hanno una diversità microbica molto più elevata nell’infanzia (<2 anni) per poi assumere livelli simili nel corso dell’età adulta.

In questo articolo

Analogie di microbioma sono emerse tra noi e i nostri cugini scimpanzé. Bifidobacterium, Streptococcus e Bacteroides sono infatti i taxa prevalenti in entrambe le specie, come del resto la maturazione età dipendente.

Significativamente maggiore è tuttavia la diversità negli scimpanzé al di sotto dei due anni rispetto ai corrispettivi umani, differenze poi appianate con l’età. Un diverso allattamento, dieta e sviluppo immunitario sembrerebbero esserne la causa.

Lo dimostra lo studio di Aspen T. Reese e colleghi della Harvard University (USA), di recente pubblicazione su Current Biology.

Come cambia, dalla nascita alla terza età

Il nostro corredo microbico in tenera età è notevolmente diverso da quello dell’età adulta. Più elevata è infatti l’inter-variabilità mentre ridotta sembrerebbe essere l’alpha-diversity e la dominanza di specifici taxa.

Con lo svezzamento la diversità batterica aumenta riducendo di contro la variabilità tra individui e, con l’avanzare dell’età, per alcuni tratti, anche della funzione immunitaria. Se questi cambiamenti età dipendenti siano propri solo dell’uomo rimane però da chiarire.

Seppur siamo strettamente legati ad altri primati dal punto di vista evoluzionistico, il nostro percorso di vita in termini di svezzamento, maturazione e vita adulta è unico tra tutti.

Con questo riarrangiamento è ragionevole supporre, quindi, anche diverse dinamiche nell’ecosistema dei nostri microrganismi commensali, nonostante ci siano evidenze di analogie puntuali.

Per studiare dunque meglio queste eventuali alterazioni, i ricercatori americani hanno collezionato in tre anni 618 campioni fecali di 166 scimpanzé cresciuti in cattività dagli 8 mesi ai 67 anni d’età, analizzandone alpha diversity (la comunità di taxa caratterizzante un singolo campione) e beta diversity (intervariabilità e intravariabilità).

I risultati sono poi stati confrontati con quelli precedentemente ottenuti da uno studio clinico. Vediamone i punti principali.

  • la comunità batterica degli esemplari più giovani (< 2 anni) si è mostrata distinta da quella di quelli più anziani con una maggiore ricchezza e diversità. Più similare si è invece mostrato il microbioma in età più adulta
  • nonostante la trasmissione batterica verticale, il microbioma degli esemplari giovani ha mostrato caratteristiche del tutto differenti da quello materno risultando invece più conforme a quello dei coetanei non fratelli
  • confrontando poi campioni raccolti a un anno di distanza tra loro non è emersa alcuna correlazione significativa con la tempistica e il grado di disuguaglianza compositiva. Significativa variazione è invece emersa tra gli esemplari in base all’età, con la maggiore variazione nel minor tempo durante l’infanzia. Elevata variabilità anche negli esemplari in transizione da una finestra d’età a quella successiva
  • meno del 6% dei taxa identificati sono risultati associati unicamente a un gruppo d’età. Di questi il 73% (n=659) si è mostrato più abbondante in esemplari sotto i due anni, il 18% in quelli di 2-5 anni
  • il 91% dei taxa sui quali si è basata la classificazione degli esemplari a seconda dell’età si è mostrata presente fin dall’infanzia
  • l’abbondanza di Bifidobacterium, Streptococcus, Rothia, Collinsella, Veillonellaceae, e Bacteroides varia con l’età. Questi, tranne per Veillonellaceae, hanno mostrato la maggiore espressione negli scimpanzé (< 2 anni) rispetto ai corrispettivi umani
  • maggiore si è inoltre registrata la densità batterica nei giovani scimpanzé

Conclusioni

Anche negli scimpanzé, dunque, il microbiota matura e cambia nel tempo. Differenze con l’uomo sono però emerse soprattutto nei primi anni di vita, riguardo le quali sono necessari però ulteriori approfondimenti.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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