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Sclerosi multipla: individuati anticorpi di origine intestinale nel sistema nervoso centrale

Le persone con sclerosi multipla attiva hanno alti livelli di anticorpi intestinali, immunoglobuline A (IgA), nel sistema nervoso centrale. 
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Sclerosi multipla: individuati anticorpi di origine intestinale nel sistema nervoso centrale

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Stato dell'arte
La sclerosi multipla è una malattia autoimmune in cui le cellule immunitarie attaccano lo strato protettivo dei neuroni, causando debolezza muscolare, cecità e persino la morte. Sebbene studi precedenti abbiano identificato particolari batteri presenti in quantità maggiori nell’intestino di persone con sclerosi multipla, si sa ancora poco sulle cause di questa malattia.
Cosa aggiunge questa ricerca
Analizzando gli anticorpi presenti nel liquido cerebrospinale di persone con sclerosi multipla, i ricercatori hanno rilevato alti livelli di particolari anticorpi intestinali nel sistema nervoso centrale di persone con riacutizzazioni di sclerosi multipla. Questi anticorpi reagiscono anche a determinate specie di microbi intestinali, suggerendo che specifiche cellule immunitarie che hanno origine nell’intestino possono arrivare nel sistema nervoso centrale, dove contribuiscono a tenere sotto controllo le riacutizzazioni.
Conclusioni
I risultati potrebbero aprire la strada a nuovi approcci diagnostici e terapeutici per la sclerosi multipla che avranno come bersaglio la flora intestinale.

In questo articolo

La sclerosi multipla colpisce 2,5 milioni di persone in tutto il mondo, ma si sa ancora poco sulle sue cause. La patologia può portare a debolezza muscolare, cecità e persino alla morte.

Di recente, un gruppo di ricercatori ha scoperto che le persone con sclerosi multipla attiva hanno alti livelli di particolari anticorpi intestinali nel sistema nervoso centrale.  

Questi anticorpi reagiscono anche a determinate specie di microbi intestinali, suggerendo che specifiche cellule immunitarie che hanno origine nell’intestino possono arrivare nel sistema nervoso centrale, dove contribuiscono a tenere sotto controllo le riacutizzazioni.

I risultati, pubblicati su Science Immunology, potrebbero aprire la strada a nuovi approcci diagnostici e terapeutici per la sclerosi multipla che avranno come bersaglio il microbiota intestinale.

Sclerosi multipla: gli anticorpi coinvolti

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune in cui le cellule immunitarie attaccano lo strato protettivo dei neuroni, interrompendo il flusso di informazioni provenienti dal cervello e al suo interno.

Ricerche precedenti hanno identificato una specifica tipologia di anticorpi, chiamati immunoglobuline A (IgA), in campioni fecali di persone e topi con sclerosi multipla che soffrivano di neuroinfiammazione attiva.

Per chiarire ulteriormente il legame tra IgA e sclerosi multipla, i ricercatori guidati da Anne-Katrin Pröbstel della University of Basel, in Svizzera, e Sergio Baranzini della University of California, a San Francisco, hanno studiato i livelli di IgA in campioni fecali, di sangue e di liquido cerebrospinale di persone con sclerosi multipla e li hanno confrontati con campioni di individui con malattie neurodegenerative e controlli sani.

L’effetto protettivo delle IgA

I ricercatori hanno scoperto che, rispetto alle persone sane e con malattie neurodegenerative, gli individui con sclerosi multipla hanno livelli più elevati di anticorpi IgA e un’alta frequenza di cellule immunitarie che producono IgA nel loro fluido spinale.

Tracce di anticorpi IgA sono state però trovate nel liquido cerebrospinale di pazienti con sclerosi multipla solo durante le riacutizzazioni, ma non nelle fasi di remissione.

«Solo al momento di un attacco è stato osservato un aumento di queste cellule e degli anticorpi che producono», spiega Sergio Baranzini. «Questo dato ha attirato la nostra attenzione».

Inoltre, in campioni di cervello post-mortem di persone con sclerosi multipla, il team di ricercatori ha osservato un arricchimento di cellule immunitarie che producono IgA in aree vicino ai nervi danneggiati dalla sclerosi multipla.

Agire sulle cellule immunitarie intestinali

In ulteriori esperimenti, i ricercatori hanno analizzato il ruolo delle cellule immunitarie che producono IgA nel sistema nervoso centrale di 56 individui con sclerosi multipla durante le riacutizzazioni della malattia.

Gli anticorpi IgA hanno reagito a determinate specie di microbi intestinali, suggerendo l’origine intestinale di alcune cellule immunitarie che producono IgA.

Il team di ricercatori ha quindi ipotizzato che queste cellule immunitarie intestinali possano migrare verso il sistema nervoso centrale, dove contribuiscono a tenere sotto controllo le riacutizzazioni. 

«Questo potrebbe spiegare perché la malattia peggiora se queste cellule immunitarie vengono rimosse dal sangue con specifici farmaci», afferma Anne-Katrin Pröbstel.

Non è ancora chiaro cosa attivi le cellule immunitarie che producono IgA e stimoli la loro migrazione dall’intestino al sistema nervoso centrale.

«Una volta individuato il fattore scatenante, potremmo usarlo per trattare la sclerosi multipla«, spiega  Anne-Katrin Pröbstel. Per esempio, i trattamenti basati sul microbiota per la sclerosi multipla potrebbero cambiare la composizione della flora intestinale dei pazienti per stimolare la funzione protettiva delle cellule immunitarie produttrici di IgA durante le riacutizzazioni.

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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