Le caratteristiche biologiche del tumore prostatico e dei tessuti che lo circondano potrebbero essere distinte attraverso la composizione del microbioma.
Sono queste le conclusioni di uno studio nato dalla collaborazione tutta italiana tra IRCCS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele, Università degli Studi di Milano e Università dell’Insubria.
I risultati della ricerca, pubblicati su European Urology, suggeriscono una possibile correlazione che apre nuove prospettive terapeutiche e diagnostiche per il tumore della prostata.
Una crescente mole di studi prova le peculiarità del microbioma in determinate condizioni cliniche o in alcune nicchie dell’organismo: nel caso specifico del tumore della prostata non è mai stata condotta prima d’ora un’analisi dettagliata in questo senso.
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Fra i fattori di rischio del tumore prostatico se ne trovano alcuni legati fortemente al microbiota: la dieta, lo stile di vita, le infezioni e gli stimoli infiammatori. Nel caso delle infiammazioni, è noto il possibile coinvolgimento di alcuni agenti patogeni come Escherichia coli, Neisseria gonorrhoeae, Chlamydia trachomatis e Trichomonas vaginalis.
Lo studio sui tessuti peritumorali della prostata
L’analisi del microbioma è stata condotta su campioni tissutali prostatici derivati da sedici pazienti sottoposti a prostatectomia radicale fra il 2011 e il 2013.
I tessuti sono stati separati sulla base della loro provenienza in tessuti tumorali, sani e peritumorali. Sono state escluse dall’analisi del microbioma le specie con una prevalenza inferiore all’1%.
Al di sopra di questa soglia sono state identificate rispettivamente sei classi, nove ordini, quattordici famiglie e undici generi di batteri in almeno una delle tre categorie di tessuto definite.
Al netto di similitudini riscontrate in maniera trasversale fra le tre categorie di tessuti, attribuite alla prossimità degli stessi alle lesioni tumorali, i ricercatori hanno osservato graduali alterazioni nell’abbondanza relativa di alcune specie fra i tessuti tumorali e quelli peritumorali, e fra questi ultimi e i tessuti sani.
I tessuti peritumorali, in particolare, sembrano costituire una nicchia biologica piuttosto favorevole per alcune sottospecie (es: Propionibacterium e Staphylococcus); un profilo, questo, in tutto e per tutto simile a quello dei tessuti tumorali.
Lo studio non è privo di limiti: come gli stessi autori riconoscono, l’analisi è stata condotta su un numero ristretto di campioni, e sarà necessario confermare la validità dei risultati su un campione più ampio. Resta tuttavia la rilevanza clinica di questo ritratto che, scrivono i ricercatori «offre l’opportunità di considerare la malattia e la sua gestione futura da una prospettiva differente».