I postbiotici potrebbero avere una migliore capacità di modulare il microbiota intestinale rispetto ai probiotici in un modello murino di colite ulcerosa. È quanto riportato in un recente studio, pubblicato sulla rivista NPJ Science of Food.
Probiotici e pazienti fragili
I probiotici sono definiti come “microrganismi vivi che, quando somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite”.
Sebbene siano utilizzati da molto tempo in ambito clinico, in aggiunta ai farmaci convenzionali, sono talvolta legati a potenziali problemi di sicurezza, soprattutto in soggetti con malattia grave. I probiotici sono generalmente considerati sicuri, ma è opportuno considerare i potenziali rischi nei pazienti più fragili.
In quest’ottica, quindi, lo sviluppo di prodotti che abbiano proprietà simili a quelle dei probiotici, ma che possano sollevare meno dubbi sulla sicurezza, è molto interessante.
Nel 2021, l’Associazione Scientifica Internazionale per i Probiotici e i Prebiotici (ISAPP) ha definito i postbiotici come “preparazione di microrganismi inanimati e/o loro componenti che conferiscono un vantaggio per la salute dell’ospite”.
Studi recenti stanno progressivamente dimostrando che i postbiotici presentano proprietà paragonabili a quelle dei probiotici, in particolare nella gestione dei disturbi gastrointestinali.
Inoltre, i preparati postbiotici hanno il vantaggio di poter essere facilmente conservati a temperatura ambiente per anni, senza la necessità di considerare la progressiva riduzione dell’attività biologica dovuta alla perdita di vitalità batterica nel tempo.
Colite ulcerosa e postbiotici: cosa dice la ricerca
La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica che coinvolge il colon-retto e che si manifesta principalmente con dolore addominale, diarrea e sanguinamento rettale.
Anche se l’eziologia rimane ancora poco chiara, è ampiamente accettato che essa sia il prodotto di fattori ambientali e genetici, nonché microbici e immunitari. Tra i vari fattori, il ruolo del microbiota intestinale ha ricevuto molta attenzione.
Diversi studi hanno permesso di osservare che i probiotici sembrano essere efficaci nel trattamento della colite ulcerosa, presumibilmente attraverso la modulazione del microbiota intestinale.
Nel frattempo, studi emergenti hanno anche dimostrato che i postbiotici possono addirittura avere un ruolo protettivo nella patologia. Tuttavia, fino ad oggi, nessuno studio aveva confrontato in modo diretto i benefici dei probiotici e dei postbiotici nella colite ulcerosa.
Lo studio di comparazione
Questo recente studio ha confrontato l’effetto benefico di postbiotici e probiotici derivati dal ceppo Bifidobacterium adolescentis B8598, in un modello murino di colite sperimentale indotta da deficit di destrano solfato sodico (DSS-).
È stato dimostrato che i metaboliti di questo ceppo di bifidobatterio possiedono proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antibatteriche, rivelate da studi metabolomici. Nel lavoro sono stati inclusi quattro gruppi di topi: un gruppo di controllo (che ha ricevuto acqua più soluzione salina), un gruppo che ha ricevuto DSS senza postbiotico/probiotico, un gruppo che ha ricevuto DSS più postbiotico e un quarto gruppo trattato con DSS e probiotico.
I risultati hanno mostrato che la somministrazione intragastrica, sia di probiotico sia di postbiotico, ha migliorato la colite ulcerosa.
Tuttavia, il trattamento con postbiotico ha mostrato effetti più evidenti sulla modulazione della diversità, della composizione e del potenziale metagenomico del microbiota fecale, rispetto al trattamento probiotico.
Nel complesso, i risultati hanno suggerito che probiotici e postbiotici hanno una capacità simile di migliorare il fenotipo della malattia, ma che i postbiotici hanno una maggiore capacità di regolare il microbiota intestinale e le vie metaboliche nel contesto della colite ulcerosa.
Conclusioni
Questi risultati permettono di ipotizzare un’applicazione vantaggiosa dei postbiotici nella gestione della colite e probabilmente anche di altre malattie. Per confermare questi dati saranno necessari nuovi studi nel prossimo futuro.