L’assunzione di Lactobacillus casei del ceppo Shirota migliora le anomalie metaboliche correlate a una condizione prediabetica in soggetti obesi.
È quanto dimostra lo studio di Elichiro Naito e colleghi dello Yakult Central Institute, a Tokyo, pubblicato su Bioscience of Microbiota, Food and Health.
L’incidenza del diabete mellito come del resto quella dell’obesità è aumentata significativamente negli ultimi decenni.
Benché farmaci e cambiamenti dello stile di vita siano senz’altro utili ed efficaci, è ancora alta la ricerca di nuove strategie, sicure e facili da applicare soprattutto nella in fase di prevenzione.
Precedenti studi, condotti in vivo e sull’uomo, hanno dimostrato come Lactobacillus casei Shirota (LcS) è in grado di apportare notevoli benefici nel controllare le cosiddette anomalie metaboliche correlate a diabete e obesità, quali insulino resistenza e steatosi epatica.
Nessuno studio, fino a questo, aveva tuttavia mai preso in considerazione l’applicazione del probiotico in soggetti prediabetici caratterizzati da un’iperglicemia post-carico e, in generale, da un alto rischio di sviluppare diabete conclamato e patologie cardiovascolari.
Obesità e prediabete: ruolo fondamentale del microbiota intestinale
I ricercatori giapponesi hanno raccolto e analizzato campioni ematici di 98 soggetti obesi e in prediabete, comparabili fra loro e dopo averli suddivisi in base all’assunzione (gruppo di intervento) o meno (gruppo di controllo) del probiotico LsC per 8 settimane.
A questo periodo ne è poi seguito un altro, detto “washout”, nel quale non è stato introdotto il probiotico nella dieta di nessun individuo.
Nel dettaglio, sono stati esaminati in entrambi i gruppi gli effetti di LsC sui livelli glicemici, di glicoalbumina e sul profilo lipidico rispettivamente al baseline, a 8 e 12 settimane.
Sebbene i livelli di glucosio plasmatici a digiuno e nel post-carico non abbiano complessivamente dimostrato differenze significative tra i due gruppi, a un’ora dalla somministrazione di una soluzione a base di glucosio i soggetti trattati con LsC per 8 settimane hanno mostrato valori migliori se confrontati con quelli registrati all’inizio dello studio, andamento non osservato nel gruppo placebo né, in generale, dopo il periodo di sospensione del probiotico indicando perciò una sua diretta implicazione.
Anche i livelli di glicoalbumina hanno mostrato un maggior decremento nel gruppo di intervento pur non mantenendosi, anche in questo caso, dopo la sua sospensione. Comportamento peculiare è stato invece evidenziato dall’emoglobina glicata, ridotta sia a 8 sia 12 settimane rispetto alla baseline in seguito a LsC.
Nessun effetto sembrerebbe invece avere nella sensibilità e secrezione insulinica registrando valori comparabili nei due gruppi per tutto lo studio.
Effetti del probiotico su profilo lipidico e glicemia post carico
È stato poi determinato il profilo lipidico analizzando separatamente le concentrazioni di colesterolo totale, LDL, HDL e non HDL che, complessivamente, sono risultate minori nel gruppo in trattamento con LsC a 8 settimane andandosi tuttavia ad eguagliare alla dodicesima settimana.
Da ultimo, è stata condotta un’analisi stratificata della glicemia considerando in media 2 ore come tempo di post-carico per andare a determinare la tipologia di soggetti con prediabete che meglio risponde al probiotico.
È stato interessante notare come i pazienti con un maggior livello glicemico nel post-carico alla baseline avessero i maggiori benefici da LsC.
In conclusione, sulla base di questo studio preliminare è possibile affermare come il supplemento di LsC sia in generale un utile strumento nel modulare le anomalie metaboliche di soggetti obesi e in prediabete sebbene presenti limitazioni nel controllo glicemico.
Ulteriori e più ampi studi sono perciò necessari al fine di meglio investigare le potenzialità di questo probiotico, Lactobacillus casei Shirota, nella prevenzione della condizione diabetica in pazienti obesi.