Recentemente alcuni studi hanno messo in evidenza lo stretto rapporto fra il microbioma intestinale e il rischio di sviluppare, nel corso dell’infanzia, asma o altre allergie respiratorie.
A supporto di questa ipotesi arrivano i dati pubblicati su Journal of Allergy and Clinical Immunology dai ricercatori dell’Università di Linköping, in Svezia, secondo i quali la risposta immunitaria nei confronti dei batteri intestinali risulterebbe alterata fin dal primo anno di vita nei bambini destinati a diventare asmatici.
Gli studiosi sono giunti a questa conclusione dopo aver condotto esperimenti di citofluorimetria su campioni di feci prelevati da un gruppo di bambini a uno e a 12 mesi di vita, con lo scopo di valutare, in particolare, la frazione di anticorpi della classe IgA legata ai batteri intestinali.
Questa tipologia di immunoglobuline è presente a livello delle mucose del tratto gastrointestinale e delle vie aeree superiori con lo scopo di riconoscere eventuali microrganismi e di agire da prima linea di difesa dell’organismo.
A livello dell’intestino, le IgA proteggono dall’attacco di batteri patogeni o commensali e hanno il compito di limitare l’eccessiva crescita di particolari specie batteriche, aumentando così la biodiversità a livello intestinale.
Il ruolo di queste immunoglobuline è cruciale fin dalla prima infanzia, durante la quale il riconoscimento dei microrganismi intestinali da parte degli anticorpi (materni e del bambino) deve funzionare in maniera appropriata, in modo tale da garantire una corretta maturazione del sistema immunitario.
Secondo recenti studi, inoltre, ridotte concentrazioni di IgA nelle saliva e nel microbioma intestinale, una limitata biodiversità della popolazione batterica intestinale durante l’infanzia e una scarsa reattività del sistema immunitario nei confronti dei microrganismi sono tutti fattori associati a una maggior rischio di sviluppare allergie.
Questi dati trovano conferma nello studio dei ricercatori svedesi: «I bambini che hanno sviluppato allergie durante l’infanzia sono gli stessi che al compimento del primo anno d’età presentavano livelli più bassi di IgA legate ai batteri intestinali – spiega Maria Jenmalm, uno degli autori dello studio. Questa differenza suggerisce che la funzione di barriera messa in atto dalle mucose è meno efficace nei bambini che svilupperanno allergie, in particolare in quelli che diventeranno asmatici entro i 7 anni di vita».
Questo risultato sembra dipendere non dai livelli di immunoglobuline IgA (che sono risultati molto simili in tutti i bambini), ma da una minore densità di batteri intestinali nei soggetti allergici che, in aggiunta alla scarsa biodiversità del microbiota tipica di chi svilupperà un’allergia, potrebbe portare a una ridotta stimolazione del sistema immunitario e, di conseguenza, a un’alterazione dei pattern di riconoscimento dei microrganismi da parte delle IgA.
Gli studiosi hanno anche osservato che nei bambini allergici, rispetto a quelli sani, le IgA non si legano a determinate specie batteriche: il mancato riconoscimento di alcuni commensali potrebbe quindi causare una minore stimolazione del sistema immunitario a livello delle mucose.
In conclusione, i risultati di questa ricerca dimostrano che il primo anno di vita rappresenta un periodo critico, durante il quale un’alterata risposta del sistema immunitario nei confronti del microbioma intestinale può aumentare il rischio di sviluppare asma o altre allergie.
I ricercatori sottolineano inoltre di aver osservato differenze nel pattern di riconoscimento delle IgA già a un mese di vita: «A questa età – chiarisce Maria Jenmalm – nei bambini allattati al seno le immunoglobuline derivano in gran parte dalla madre. Perciò, è possibile ipotizzare che la risposta immunitaria della madre e gli anticorpi che il neonato riceve attraverso il latte materno siano anch’essi coinvolti nel successivo sviluppo di allergie».
«I risultati di questo studio evidenziano che quando i bambini sviluppano allergie entro i sette anni di età» commenta Eva Pericolini, microbiologa e ricercatrice all’Università di Perugia «non soltanto presentano una bassa biodiversità microbica nei primi mesi di vita, ma presentano anche una scarsa densità microbica nell’intestino».
Gli autori dello studio indicano entrambi questi fattori come responsabili di una scarsa stimolazione del sistema immune nei primi mesi. «E questo potrebbe portare a una sostanziale diminuzione dei livelli di IgA intestinali e della conseguente diminuzione della funzione di barriera delle mucose» aggiunge la ricercatrice.
Complesse e diverse comunità batteriche stabiliscono strette correlazioni con l’intestino dopo la nascita. «Il sistema immunitario intestinale risponde alla colonizzazione batterica instaurando un equilibrio omeostatico» prosegue Pericolini «che dà origine a una iporesponsività verso i commensali e una risposta attiva verso i patogeni. Tale equilibrio omeostatico comporta un “dialogo” continuo tra microbiota e cellule del sistema immune e questo “dialogo” è alla base della produzione di IgA specializzate nella protezione delle mucose».
«In generale» conclude l’esperta «anche alle luce di questi nuovi risultati, studi futuri dovrebbero essere indirizzati a verificare in che modo le IgA intestinali discriminano tra commensali e agenti patogeni e se commensali specifici sono necessari per ottimizzare le risposte omeostatiche mediate dalle IgA riducendo anche i rischi di insorgenza di malattie allergiche».
Cover photo: Thor Balkhed, Linköping University