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Il microbiota intestinale delle donne matura prima di quello degli uomini

Le donne giovani hanno maggiore diversità del microbiota rispetto agli uomini, indice di una migliore salute. Ecco lo studio che lo dimostra.
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Il microbiota intestinale delle donne matura prima di quello degli uomini

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Stato dell'arte
Il microbioma influenza la salute dell’ospite e si modifica nel corso della vita. L’associazione tra la sua composizione e l’età e/o il genere rimane da approfondire.
Cosa aggiunge questa ricerca
Analizzando e confrontando il microbioma di 8.900 individui di età compresa tra 20 e 69 anni, inclusi in tre coorti di studio e provenienti da diversi Paesi (USA, UK, Colombia e Cina), è stata monitorata la diversità batterica intestinale in base a età e genere.
Conclusioni
La giovane età (20-45 anni) è associata a una maggiore diversità batterica in entrambi i sessi, nonostante i valori maggiori siano stati registrati nella popolazione femminile. Tali risultati non sono però applicabili alla coorte cinese.

In questo articolo

Seppur con alcune eccezioni, la diversità del microbioma intestinale è positivamente associata con la giovane età (20-45 anni) e il genere. Le donne giovani registrano infatti maggiori valori di alpha-diversity, indice di una migliore salute rispetto alla controparte maschile. Dai 46 anni in poi la diversità batterica si stabilizza e le differenze genere-dipendente diminuiscono.

Lo dimostra l’ampio studio coordinato da Jacobo de la Cuesta-Zuluaga del Max Planck Institute for Development Biology (Tubingen, Germania) e pubblicato in questi giorni su mSystem.

Come cambia il microbioma nel corso della vita

Il microbiota intestinale, oltre a essere estremamente variabile tra gli individui, si modifica anche nel corso della vita. Tra i fattori che ne alterano composizione e funzionalità, rientrano infatti anche età e genere. Per capire meglio come questi due parametri siano coinvolti nella diversità della componente batterica dell’uomo è stato analizzato e confrontato il microbioma intestinale di 8.900 individui di entrambi i sessi (donne n=5.181; uomini n=3.719), di età compresa tra i 20 e 69 anni (gruppo 20-45 anni: “giovane”; gruppo 46-69 anni: “mezza età”), inclusi in tre coorti di studio e provenienti da quattro località geografiche distanti fra loro (USA, UK, Colombia e Cina). Di seguito i principali risultati ottenuti dall’analisi dei campioni fecali in merito alla diversità batterica sulla base dell’indice di Shannon e della ricchezza di sequenze varianti (SV).

Considerando l’intero campione di studio suddiviso in base all’età (gruppo giovane vs  mezza età):

  • nelle coorti di USA-UK e Colombia è stata registrata un’associazione positiva, seppur non lineare, tra i valori di alpha-diversity e l’età sia negli uomini sia nelle donne
  • tale andamento non è stato invece osservato nella popolazione cinese, nella quale la diversità tende a diminuire leggermente con gli anni.

Dopo una valutazione globale, i ricercatori hanno indagato le associazioni d’interesse all’interno di ogni coorte attraverso modelli matematici di regressione lineare:

  • nei campioni di individui provenienti da USA e UK è stata registrata un’associazione positiva tra ricchezza del microbioma e giovane età per entrambi i sessi, nonostante le donne abbiano presentato i valori più alti. Tale associazione non ha raggiunto la significatività nel gruppo “mezza età”, nel quale anche la differenza genere-dipendente ha mostrato una riduzione. Risultati analoghi sono stati ottenuti dalla coorte colombiana
  • di contro, nella popolazione cinese non è emersa alcuna correlazione significativa tra alpha-diversity ed età, nonostante gli uomini nel gruppo “giovane” abbiano mostrato livelli di SV leggermente inferiori rispetto alla controparte femminile.  

Uso di antibiotici e patologie modificano il microbiota

Oltre all’età e al sesso, anche l’uso di antibiotici e la presenza di patologie cardio-metaboliche potrebbero alterare la diversità batterica. Sono state quindi ripetute le analisi con un sottogruppo di individui americani in trattamento con antibiotico nei sei mesi prima dell’inizio dello studio (n=457). La coorte colombiana (n=437) è invece stata presa come riferimento per le patologie cardio-metaboliche. Dai risultati ottenuti è emerso che:

  • il consumo di antibiotici riduce i valori di SV, mentre non sembra modificare l’andamento dell’alpha diversity, facendo registrare ancora una volta i valori più alti nel gruppo “giovane” e nelle donne
  • anche la situazione cardio-metabolica non sembrerebbe influire sui risultati di diversità batterica in relazione a età e sesso.

Infine, per confermare le associazioni ottenute dalle misurazioni standard di alpha-diversity è stato utilizzato anche un approccio di machine-learning che ha permesso di comparare più agilmente la composizione del microbiota intestinale di individui di diverse popolazioni.

Conclusioni

Dopo aver suddiviso ogni coorte per sesso e aver calcolato l’età relativa del microbiota è stato dimostrato che:

  • la composizione batterica presenta una variazione, da bassa a moderata, in relazione all’età anagrafica, che varia però in base alla popolazione e al genere
  • nel complesso, l’età relativa del microbioma degli uomini è inferiore rispetto alle donne, aspetto probabilmente da collegare alle diverse tempistiche della pubertà e dei relativi squilibri ormonali che influiscono non solo sullo sviluppo del corpo, ma anche sulla maturazione della popolazione batterica.

Riassumendo, dunque, escludendo la popolazione cinese, la diversità batterica è risultata associata positivamente alla giovane età (20-45 anni) e al sesso, quello femminile soprattutto. Di contro, l’uso di antibiotici e la presenza di disturbi cardio-metabolici non sembrerebbero influenzare tali associazioni.

La disomogeneità dei risultati per la popolazione cinese, probabilmente da ricondurre a una variazione nei criteri di inclusione della coorte, suggerisce tuttavia la necessità di condurre ulteriori approfondimenti al fine di garantire la trasferibilità dei dati ottenuti e di analizzare più nel dettaglio l’impatto che la componente ormonale ha nella maturazione del microbioma intestinale.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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