Secondo un recente studio, alimenti fermentati come yogurt e formaggio potrebbero rappresentare una fonte di batteri che promuovono la salute.
I risultati, pubblicati su Nature Communications, supportano l’idea che il cibo sia la principale fonte di batteri lattici per il microbiota intestinale.
Negli ultimi anni, i lattobacilli (batteri lattici) hanno suscitato un notevole interesse grazie alla loro potenziale capacità di contribuire alla salute umana. Molte specie sono state infatti riconosciute come probiotici, ovvero microrganismi vivi in grado di apportare un beneficio per la salute dell’ospite se somministrati in quantità adeguate.
Tuttavia, non è chiaro quanti di questi batteri raggiungano effettivamente l’intestino e se diventino parte del microbiota intestinale.
Per rispondere a questa domanda, Danilo Ercolini dell’Università Federico II di Napoli e i suoi colleghi hanno analizzato i dati ottenuti dal genoma dei microbi trovati in oltre 300 alimenti e nell’intestino di quasi 10.000 persone.
Lattobacilli che raggiungono l’intestino
Dai dati ottenuti, è risultato che le due specie più diffuse nell’intestino sono Streptococcus thermophilus e Lactococcus lactis, che si trovano comunemente nei prodotti lattiero-caseari.
I ricercatori hanno anche rilevato, sebbene con una bassa prevalenza, diverse specie di Lactobacillus di origine alimentare, come Lactobacillus casei e Lactobacillus rhamnosus, e altri batteri lattici non comunemente presenti negli alimenti, tra cui Lactobacillus salivarius e Lactobacillus mucose.
Tuttavia, l’abbondanza di batteri lattici è risultata generalmente bassa nei campioni di feci e la loro prevalenza sembra dipendere dall’età, dallo stile di vita e dal luogo di provenienza dei singoli individui.
Per esempio, la prevalenza di S. thermophilus è maggiore negli adulti rispetto ai neonati, il che potrebbe riflettere l’aumento del consumo di yogurt e altri prodotti caseari.
Altri lattobacilli come Lactobacillus casei e Lactobacillus rhamnosus, che è stato rilevato nel latte materno umano, è invece più abbondante nei neonati.
Stile di vita e microbiota intestinale
In media, i lattobacilli sono risultati più abbondanti nelle popolazioni occidentali, nelle quali i ricercatori hanno osservato una maggiore prevalenza di sei specie, principalmente di origine alimentare, tra cui L. acidophilus, L. casei, L. paracasei e L. rhamnosus. Al contrario, L. mucose e L. ruminis, che non si trovano comunemente negli alimenti, sono risultati più frequenti nei gruppi di persone che non seguono stili di vita occidentali.
Inoltre, dai dati ottenuti è emerso che nelle popolazioni non occidentalizzate specie come Leuconostoc citreum, Leuconostoc lactis e Weissella confusa sono molto abbondanti. Questo dato è coerente con il consumo diffuso di verdure crude e fermentate in tali popolazioni.
Complessivamente, i lattobacilli associati al cibo sono più abbondanti negli individui provenienti dall’Europa, mentre la loro prevalenza è minore in Asia e Nord America e sono quasi assenti in Cina e nelle popolazioni non occidentalizzate.
Dai cibi fermetati i batteri del microbiota
Successivamente, i ricercatori hanno valutato se i microrganismi che popolano il microbiota umano fossero correlati a quelli trovati negli alimenti.
Le specie più comunemente associate al cibo sono risultate L. lactis e S. thermophilus, che si trovano nel formaggio e nello yogurt, così come Lactobacillus curvatus, presente nel formaggio e nei crauti, e Leuconostoc mesenteroides, presente in alimenti tra cui birra allo zenzero, kefir e formaggio.
Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per capire meglio come i lattobacilli si adattino all’ambiente intestinale, i risultati suggeriscono che le specie di batteri lattici presenti nell’intestino derivano dal consumo di alimenti fermentati.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione