La struttura e le caratteristiche della comunità batterica che risiede nella cute di gatti sani sono differenti da quelle di esemplari allergici. È quanto dimostra lo studio di Caitlin E. Older e colleghi, pubblicato su PLOS ONE.
Il nostro microbiota, come del resto quello degli animali, differisce anche in misura sostanziale a seconda della sede anatomica e dello stato di salute dell’ospite. La presenza di determinate patologie o disturbi sembrerebbe infatti implicare una disbiosi della componente batterica locale nonostante il nesso causa-effetto non sia ancora del tutto chiaro.
Per quanto riguarda gli studi sul rapporto microbiota cutaneo e patologie topiche, i dati ad oggi disponibili provengono principalmente da studi condotti su modelli murini, canini o sull’uomo mentre carenti sono quelli relativi ai gatti.
Per approfondire questo ambito, i ricercatori americani hanno quindi analizzato e comparato il microbiota cutaneo di 11 gatti sani con quello di 20 esemplari colpiti da allergia cutanea prelevando campioni da diverse aree anatomiche. Nel dettaglio sono state valutate le eventuali differenze in termini di composizione, diversità e ricchezza batterica sia tra animali diversi che tra diverse zone del corpo dello stesso esemplare.
Ecco dunque i risultati ottenuti rispettivamente dal gruppo di gatti sani, da quello degli allergici e dal confronto dei due.
Analisi del microbiota in gatti sani
Dall’analisi complessiva dei campioni raccolti in questo gruppo sono stati identificati 8137 OTUs suddivisibili in 31 phyla. La comunità batterica è stata quindi esaminata in termini di ricchezza, diversità, di struttura e di composizione.
- L’area esterna dell’orecchio (pre-aural) ha mostrato i massimi livelli di alpha diversity mentre i siti mucosali (riproduttivo, nasale, congiuntivale) e del canale uditivo quelli minori
- Le zone con peli hanno in generale dimostrato la maggior ricchezza e omogeneità batterica contrariamente ai siti mucosali
- Complessivamente, le differenze in termini di beta-diversity determinate con le misurazioni Bray-Curtis e UniFrac sono risultate significative comparando le diverse zone anatomiche
- Proteobacteria (46.4%), Bacteroidetes (20.7%), Firmicutes (17.7%), Actinobacteria (8.6%) e Fusobacteria (4.1%) sono risultati i phyla più abbondanti
- Tra le famiglie più espresse troviamo invece Porphyromonadaceae, Moraxellaceae, Pasteurellaceae e Pseudomonadaceae
Analisi del microbiota in gatti allergici
Dalla raccolta dei campioni di questo gruppo sono invece emersi 4374 OTUs corrispondenti a 19 phyla. I ricercatori hanno dunque replicato le analisi precedentemente descritte.
- Tutti gli indici di alpha diversity considerati (Shannon, Chao1 e numero di OTUs osservati) confermano una notevole differenza tra esemplari diversi, significatività non mantenuta dopo il confronto delle zone anatomiche dello stesso animale
- La struttura della comunità batterica è risulta molto differente tra gatto e gatto e tra i campioni suddivisi in base alla loro fisiologia (zone pelose o di mucosa) mentre tale differenza non si mantiene confrontando il microbiota in base alle zone del corpo, contrariamente ai gatti sani
- Proteobacteria (49.0%), Firmicutes (21.5%), Actinobacteria (13.7%), Bacteroidetes (11.2%) e Fusobacteria (3.0%) sono risultati i phyla più abbondanti
- Pseudomonadaceae, Moraxellaceae, Pasteurellaceae e Neisseriaceae le famiglie più espresse
- I siti pelosi hanno presentato più Firmicutes, Clostriales in particolare, mentre le zone mucosali più Corynebacterium
Confronto tra il microbiota di gatti sani e allergici
- Nessuna differenza significativa è emersa complessivamente in termini di diversità e ricchezza batterica
- Nonostante il confronto della composizione della comunità batterica non abbia sottolineato notevoli differenze tra i due gruppi, l’analisi Bray-Curtis ha evidenziato cluster unici a livello del canale uditivo
- A livello di famiglia il gruppo dei gatti sani ha mostrato maggiore presenza di Oxalobacteraceae, Alicyclobacillaceae, Sphingobacteriaceae e Chitinophagaceae
- Di contro, i gatti con allergia hanno presentato maggiori livelli di Bradyrhizobiaceae, Prevotellaceae, Vibrionaceae e Halomonadaceae
In conclusione dunque è stato dimostrato come il microbiota batterico cutaneo dei gatti sani vari notevolmente in base alla specifica zona anatomica e alla fisiologia del tessuto, situazione meno marcata nei gatti allergici i quali mantengono una buona inter-individualità ma scarsa intra-individualità. La presenza o meno di patologia cutanea è risultata inoltre correlata ad alterazioni batteriche nonostante rimanga anche in questo caso da determinare se ne siano una causa o una conseguenza.
Approfondendo perciò questo aspetto con ulteriori studi sarà possibile mettere a punto eventuali piani di intervento nel trattamento e nella prevenzione di disturbi cutanei anche nei gatti.