La collaborazione in natura è spesso fondamentale. Lo sanno bene pesci pagliaccio e anemoni, l’esempio di mutualismo per eccellenza. Ma quali sono gli effetti di questo continuo contatto sul microbioma cutaneo dei pesci?
Secondo Zoe A. Pratte e colleghi del Georgia Institute of Technology, la composizione batterica dei pesci a livello della mucosa cutanea cambia transitoriamente per poi ritornare alle caratteristiche standard durante una fase di non esposizione.
La ricerca, pubblicata su Coral Reefs, è stata condotta su 12 esemplari di Amphiron clarkii, più noti come “pesci pagliaccio”, e un totale di 23 Entacmaea quadricolor, o anemoni. I campioni sono stati raccolti prima, durante e dopo il periodo di convivenza con gli anemoni. Come controllo sono stati invece utilizzati alcuni pesci mai esposti al contatto diretto. Di seguito i risultati ottenuti.
Caratteristiche batteriche di partenza
L’analisi tassonomica del microbioma di pesci e anemoni ha mostrato una netta separazione tra i due, mentre una parziale sovrapposizione è stata registrata tra quello degli animali e dell’acqua.
Il microbioma della mucosa cutanea dei pesci pagliaccio ha registrato:
- netta prevalenza di Gammaproteobacteria seguiti a distanza da Alphaproteobacteria e Flavobacteria
- meno espressi, ma presenti, anche Clostridia, Bacteroidetes, Cytophagia, Cyanobacteria, Betaproteobacteria e Thaumarchaeota
Il contatto con gli anemoni
In seguito all’esposizione agli anemoni, la componente batterica ha presentato alcune alterazioni peculiari, seppur transitorie, rispetto al gruppo di controllo. Nel dettaglio:
- a 2-4 settimane dall’interruzione del contatto il microbioma analizzato è rientrato nelle condizioni espresse in precedenza
- i cambiamenti batterici durante il periodo di esposizione sono accompagnati da una riduzione dell’alpha diversity
I meccanismi attraverso i quali si instaurano questi cambiamenti dinamici rimangono ancora poco chiari. Potrebbero infatti essere il risultato di un trasferimento diretto di batteri commensali dell’anemone o di un adattamento in risposta all’ambiente esterno.
Ulteriori studi saranno inoltre necessari al fine di approfondire come queste variazioni di microbioma si riflettano sulla salute dei pesci pagliaccio nel lungo termine oltre che le loro eventuali conseguenze sul rapporto mutualistico.