Cerca
Close this search box.

Diarrea emorragica acuta nei cani: probiotici ripristinano l’eubiosi intestinale

Nella sindrome da diarrea emorragica acuta canina, il trattamento con probiotici permette un ritorno all'eubiosi intestinale e una riduzione dei patogeni.
CONDIVIDI →

Diarrea emorragica acuta nei cani: probiotici ripristinano l’eubiosi intestinale

CONDIVIDI →
Stato dell'arte
La sindrome da diarrea emorragica acuta nei cani (AHDS) è correlata al microbiota intestinale, ma l’impatto dei probiotici in questa condizione clinica è ancora poco chiaro.
Cosa aggiunge questa ricerca
Lo studio prospettico, randomizzato in cieco e controllato con placebo, ha valutato l’effetto di un cocktail di probiotici in 25 cani affetti da AHDS. Sono stati considerati il decorso clinico, lo stato di salute del microbiota intestinale, la presenza del patogeno Clostridium perfringens e la concentrazione di enterotossine NetF.
Conclusioni
La sindrome da diarrea emorragica acuta nei cani è autolimitante e il decorso è indipendente dal supplemento probiotico. Il trattamento con probiotici ha permesso un ritorno allo stato di eubiosi intestinale più rapido e la riduzione dell’espressione dei ceppi di Clostridium perfringens che producono enterotossine implicate nella patologia.

In questo articolo


La sindrome da diarrea emorragica acuta, o ADHS, nei cani è di per sé autolimitante e con un decorso alquanto rapido, indipendentemente da un eventuale supplemento probiotico.

Tuttavia, il trattamento con probiotici permette un ritorno allo stato di eubiosi intestinale più rapido, oltre che una riduzione dell’espressione dei ceppi patogeni di Clostridium perfringens che producono enterotossine implicate nella patologia. È quanto conclude lo studio coordinato da Anna-Lena Ziese, di recente pubblicazione sulla rivista PLOS ONE.

Ripristinare l’eubiosi è auspicabile

La AHDS è una condizione abbastanza comune nell’ambiente veterinario ed è caratterizzata da letargia, disidratazione, anoressia e, per l’appunto, diarrea emorragica. Presenta di norma un decorso rapido, nonostante sia necessario intervenire in modo adeguato, principalmente con una terapia di reidratazione aggressiva, antiemetici, analgesici e una dieta ad hoc.

In aggiunta ai segni clinici più evidenti, nei cani colpiti da AHDS si è riscontrato anche uno stato di alterazione della componente batterica intestinale che si manifesta, per esempio, con l’incremento di Clostridium perfringens o Fusobacteria, associato a una diminuzione di Actinobacteria e di alcuni membri di Firmicutes.

Nonostante rimanga da chiarire se queste modifiche siano la causa o la conseguenza dell’AHDS, un veloce ripristino della fisiologia batterica è in generale auspicabile. A tal proposito, i probiotici hanno dimostrato in più occasioni, seppur talvolta con studi e dati preliminari, una certa efficacia nel migliorare i parametri clinici, anche nell’uomo.

Attraverso questo studio prospettico, randomizzato in cieco e controllato con placebo, i ricercatori hanno valutato l’effetto di un trattamento probiotico basato sulla co-somministrazione di più ceppi batterici in 25 cani affetti da AHDS, considerando il decorso clinico, lo stato di salute del microbioma intestinale, la presenza del patogeno Clostridium perfringens e la concentrazione di enterotossine NetF da esso prodotte. Tra tutti è stato selezionato come marcatore di patologia il batterio Clostridium perfringens che in precedenza ha dimostrato di essere implicato nell’eziologia di AHDS per via della capacità di alcuni suoi ceppi di produrre varie enterotossine, tra le quali NetE e NetF.

Il trattamento probiotico è consistito nella co-somministrazione, quotidiana e per la durata di 21 giorni, di Lactobacillus plantarum DSM 24730, Streptococcus thermophilus DSM 24731, Bifidobacterium breve DSM 24732, Lactobacillus paracasei DSM 24733, Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus DSM 24734, Lactobacillus acidophilus DSM 24735, Bifidobacterium longum 120 DSM 24736, and Bifidobacterium infantis DSM 2473.   

Di seguito sono riportati i risultati ottenuti dall’analisi di parametri clinici come l’indice CHDSI (canine hemorrhagic diarrhea severity index) e di campioni ematici e fecali collezionati rispettivamente dal gruppo in trattamento con probiotici (gruppo PRO, n=13) e da quello di controllo con placebo (gruppo PLAC, n=12).

Risultati per l’indice CHDSI

I valori di gravità clinica, espressi come CHDSI, sono stati valutati in entrambi i gruppi, ogni giorno per 8 giorni, a partire dal giorno di inclusione nello studio (giorno 0).

  • Al giorno 0, la media di CHDSI è risultata pari a 13.0 sia nel gruppo PRO sia in quello PLAC
  • Al giorno 3, nel gruppo PRO si è verificata una riduzione di CHDSI, che ha raggiunto valori medi pari a 5.0
  • Il gruppo PLAC ha mostrato una riduzione significativa dell’indice solo al giorno 4, con valori medi pari a 5.2
  • Dopo il sesto giorno, la media di CHDSI è risultata stabile, sotto i valore 3.0, per entrambi i gruppi

Analisi del microbiota fecale

I campioni fecali, raccolti rispettivamente al giorno 0, 7 e 21, sono stati analizzati principalmente con PCR quantitativa (qPCR) e confrontati tra i due gruppi (PRO vs PLAC), con i seguenti risultati:

  • Al giorno 0, l’abbondanza di Faecalibacterium, Turicibacter, E. coli, Streptococcus, Blautia, Fusobacterium, e C. hiranonis non ha mostrato differenze significative tra i due gruppi
  • Nel gruppo PRO l’abbondanza di Blautia, C. hiranonis, Streptococcus, Faecalibacterium e Turicibacter ha raggiunto livelli maggiori al giorno 7 rispetto al baseline
  • Il gruppo PLAC ha di contro mostrato un incremento di espressione di Blautia, C. hiranonis e Turicibacter solo al giorno 21
  • Al giorno 7, il gruppo PRO ha mostrato maggiori livelli di C. hiranonis, Streptococcus e Faecalibacterium rispetto alla controparte
  • L’indice di disbiosi e il relativo trend si è mostrato analogo nei due gruppi

Abbondanza di C. perfringens nei due gruppi

Tutti gli esemplari sono risultati positivi al C. perfringens con valori di abbondanza simili al giorno 0 tra i due gruppi.

Al giorno 7 solo il gruppo PRO ha mostrato una significativa riduzione del patogeno rispetto ai valori di partenza mentre la sua espressione è rimasta stabile nel gruppo PLAC.

Ceppi di C. perfringens codificanti enterotossine

  • Al giorno 0, il numero di cani positivi ai geni per l’enterotossina, nonché la sua abbondanza, sono risultati comparabili nei due gruppi (PRO 10/13 positivi vs PLAC 7/10 positivi)
  • Al giorno 7, l’abbondanza dei geni per l’enterotossina è risultata significativamente e analogamente ridotta in entrambi i gruppi
  • Al giorno 21 il gruppo PRO ha invece presentato sia un numero inferiore di esemplari positivi (1/10 vs 5/8) sia una riduzione più marcata di espressione genica rispetto ai PLAC

Tra le tossine prodotte da C. perfringens i ricercatori hanno voluto concentrarsi su NetF.

  • Al giorno 0, 13 cani su 23 (57%) sono risultati positivi a NetF (7/13 del gruppo PRO vs 6/10 del PLAC)
  • L’abbondanza di NetF non ha mostrato particolari differenze tra i due gruppi al baseline
  • Al giorno 7, l’abbondanza di NetF è risultata marcatamente ridotta in entrambi i gruppi
  • Oltre il settimo giorno, tutti gli esemplari, a eccezione di uno del gruppo PLAC, non presentavano livelli di enterotossina tracciabile con qPCR

Tra le limitazioni dello studio, sottolineate dagli stessi autori, ci sono il ridotto numero di esemplari inclusi, il non aver condotto analisi complete sul microbioma intestinale e la mancanza di saggi immunologici validati per le enterotossine da C. perfringens nei cani.

In conclusione dunque, questo studio conferma come la sindrome di diarrea emorragica acuta nei cani sia di per sé autolimitante e con un decorso alquanto rapido, indipendentemente dal supplemento probiotico.

Il trattamento con probiotici ha permesso un ritorno allo stato di eubiosi intestinale più rapido oltre che una riduzione dell’espressione dei ceppi di Clostridium perfringens che producono enterotossine implicate nella patologia.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

Potrebbe interessarti

Oppure effettua il login