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Il melezitosio (melata) potrebbe danneggiare il microbiota intestinale delle api

Il melezitosio potrebbe causare disturbi all'intestino e al microbiota delle api da miele. Ecco cosa emerge da uno studio su PLoS One.
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Il melezitosio (melata) potrebbe danneggiare il microbiota intestinale delle api

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Stato dell'arte
In assenza di nettare, le api consumano la melata prodotta da insetti delle piante. Il melezitosio, suo principale componente, potrebbe essere responsabile della compromissione della salute delle api.
Cosa aggiunge questa ricerca
Al fine di verificare l’effettivo impatto del melezitosio sulle api, è stato analizzato il profilo di salute, il contenuto e la componente batterica intestinale di tre gruppi di api da miele (Apis mellifera) alimentati con melata o con dieta priva di melezitosio.
Conclusioni
La relazione tra melezitosio e disturbi di salute delle api sembrerebbe essere confermata. La difficoltà a digerire il trisaccaride, a causa di un microbioma non adatto, ne provocherebbe un accumulo.

In questo articolo

Il trisaccaride melezitosio sembrerebbe essere responsabile di gravi disturbi intestinali e, talvolta, della morte delle api da miele (Apis mellifera). Particolarmente abbondante nella melata, alimento assunto dalle api nei periodi di carenza di nettare (come durante l’inverno), si accumula infatti a livello intestinale in quanto scarsamente digeribile dalle api. Il corredo enzimatico del loro microbioma non è infatti in grado di metabolizzarlo in modo efficace.

È quanto conclude lo studio di Victoria Seeburger e colleghi dell’University of Hohenheim (Germania), di recente pubblicato su PLoS One.

Se il nettare viene a mancare…

La principale fonte di sostentamento per le api è il nettare. La sua composizione è essenzialmente zuccherina con percentuali variabili di glucosio, saccarosio e fruttosio. Quanto il nettare viene a mancare in determinate stagioni o per la morte di alcune piante, viene sostituito dalla melata, una secrezione zuccherina emessa dalla maggior parte degli Hemiptera che si nutrono della linfa delle piante.

Oltre agli zuccheri del nettare, la melata contiene maggiori quantità di minerali (magnesio, alluminio ecc.), disaccaridi (maltosio e melibiosio) e trisaccaridi. Tra questi ultimi troviamo il melezitosio, che rappresenta il 70% degli zuccheri della melata. Gli oligosaccaridi sono scarsamente assimilabili dalle api a causa di un corredo enzimatico non adatto.

Lo studio: melezitosio e salute delle api

Per capire meglio come la melata può influire sullo stato di salute delle api, i ricercatori hanno condotto tre esperimenti indipendenti in tre anni consecutivi (dal 2017 al 2019). Gli studiosi hanno alimentato api da miele europee con 50% melezitosio, 19,5% fruttosio e 15,5% glucosio dall’inizio dello studio o dopo 10 giorni di dieta standard, monitorandone i parametri vitali, il comportamento, il contenuto della ingluvie (borsa melaria) per la determinazione degli zuccheri e il profilo microbico. Un ulteriore gruppo con dieta priva di melezitosio (39% fruttosio, 31% glucosio, 30% saccarosio) è stato considerato come controllo. Di seguito le principali osservazioni.

Sebbene l’aggiunta di melezitosio non abbia significativamente alterato lo stato di salute delle api rispetto al gruppo controllo, né il comportamento, sono state notate comunque alcune differenze. Il gruppo con dieta a base di melezitosio infatti ha mostrato:

  • di volare maggiormente sulla sezione bassa dell’alveare
  • spostamenti più rapidi e continuativi
  • un addome più gonfio e soggetto a spasmi
  • un doppio introito di cibo passando dalla dieta di controllo a quella con melezitosio dopo 10 giorni. Tale differenza non è stata invece osservata nel gruppo direttamente alimentato con melezitosio.

L’analisi del contenuto della sacca melaria (parte intestinale) e degli altri parametri fisici ha invece dimostrato che:

  • la quota media di melezitosio è del 18,88% vs il 50% di quella ingerita, maggiore la presenza di saccarosio e glucosio
  • l’intestino rappresenta il 52% del peso totale nel gruppo controllo, il 60% nel gruppo alimentato con melezitosio, il 56% in quello con cambio di dieta dal giorno 10
  • la sopravvivenza del gruppo in dieta con melezitosio è risultata in media minore dei controlli. Nel 2019, per esempio, il 50% dei controlli è sopravvissuto fino a 29 giorni, il gruppo alimentato con melezitosio fin dall’inizio 25 giorni e le api che hanno cambiato dieta 17 giorni.

Come cambia il microbiota intestinale

Passando poi al profilo microbico (n=108 campioni), è stato osservato che:

  • 10 sono le specie batteriche identificate
  • Snodgrassella alvi, Gilliamella apicola, Bifidobacterium spp., Lactobacillus Firm-4 e Lactobacillus Firm-5 sono stati identificati come membri del core insieme a ceppi appartenenti a Frischella perrara, Gluconacetobacter spp., Parasaccharibacter apium, Bartonella apis e Lactobacillus kunkeei
  • sono alterate le proporzioni dei batteri lattici. Lactobacillus kunkeei è infatti aumentato nel tempo nel gruppo di controllo mentre è completamente assente nel gruppo in dieta con melezitosio e in scarsissima quantità in quello con cambio di dieta
  • l’abbondanza relativa di Lactobacillus Firm-4 è incrementata nei controlli e diminuita nel gruppo con cambio di dieta. Di contro, Lactobacillus Firm-5 è ridotto nei controlli e aumentato significativamente nei gruppi in dieta con melezitosio.

Conclusioni

Gli effetti negativi di melezitosio sulla salute delle api da miele sembrerebbero quindi confermati. Questi risultati potranno essere utili per gli allevatori di api, che dovrebbero evitare melate ricche di questo trisaccaride.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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