Il supplemento alla dieta dei cani di prodotti della fermentazione del lievito Saccharomyces cerevisiae (SCFP) promuove la salute intestinale e immunitaria, suggerendo una potenziale applicazione come ingredienti funzionali nell’industria alimentare per animali. Anche il cibo sembrerebbe assumere un sapore migliore.
È quanto conclude lo studio coordinato da Ching-Yen Li, dell’Università dell’Illinois negli Stati Uniti, e pubblicato su American Society of Animal Science.
Gli animali domestici stanno diventando sempre più membri della famiglia a tutti gli effetti, e sta aumentando di conseguenza anche l’attenzione alla loro alimentazione. La richiesta di ingredienti funzionali da aggiungere alla dieta comune è quindi più che mai attuale. A tal proposito, i prodotti di fermentazione del lievito Saccharomyces cerevisiae hanno dato risultati promettenti nell’uomo, nei polli e nelle mucche in diverse situazioni, ma poco si sa invece dei loro effetti sui cani.
Questo studio ha quindi voluto esaminare gli effetti del supplemento di vari dosaggi di SCFP (125mg/die, 250mg/die e 500mg/die) vs placebo (125mg/die) sulla capacità digestiva, le caratteristiche fecali, la composizione del microbiota fecale e la risposta immunitaria di 12 cani beagle femmina. A questi parametri si è aggiunta la valutazione della palatabilità. I campioni fecali ed ematici sono stati raccolti rispettivamente nei giorni 22-26 e 27-28 dall’inizio del trattamento. Di seguito i risultati ottenuti.
Consumo di cibo, peso e capacità digestiva
L’introito medio di cibo, il peso e la digeribilità apparente non hanno mostrato differenze sostanziali tra i gruppi durante tutto lo studio.
Caratteristiche fecali
Per valutare le caratteristiche fecali sono stati considerati parametri come il pH, il punteggio fecale, ossia l’indice della consistenza delle feci (valori da 1=secche a 5=liquide), la concentrazione di acidi grassi a catena corta (SCFAs) e di acidi grassi a catena ramificata (BCFAs) oltre che di composti amminici, indolici e fenolici come prodotti finali di fermentazione.
- in generale, il trattamento, se preso singolarmente (120mg/d vs 250mg/d vs 500mg/d), non ha influenzato particolarmente le caratteristiche fecali (pH, punteggio fecale, dimensioni delle feci, produzione di feci molli)
- il punteggio fecale ha però mostrato un incremento lineare e proporzionale al dosaggio di SCFP. Confrontando infatti i controlli con, in generale, i gruppi trattati, il punteggio fecale e quindi la fluidità delle feci è risultata superiore in questi ultimi a prescindere dalla dose
- i prodotti di fermentazione, fatta eccezione per i fenoli e il totale fenoli+indoli, non hanno registrato cambiamenti significativi in base al trattamento
- i gruppi trattati con SCFP, quello a più alto dosaggio in particolare, hanno mostrato una minore concentrazione di fenoli e fenoli+indoli rispetto ai controlli
Microbiota fecale
I ricercatori si sono poi concentrati sulla composizione batterica.
- sia l’alpha sia la beta diversity non hanno dimostrato particolari alterazioni tra i gruppi
- in tutti i campioni, Fusobacteria, Firmicutes, Bacteroidetes, Proteobacteria e Actinobacteria hanno dimostrato di essere, in ordine decrescente, i phyla predominanti
- tra i generi, quelli più presenti sono risultati Fusobacterium, Bacteroides e Allobaculum
- a livello di phyla, l’abbondanza relativa di Firmicutes e Actinobacteria tende ad aumentare linearmente con il supplemento di SCFP rispetto ai controlli. Fusobacteria, al contrario, ha registrato una minore abbondanza nei gruppi in trattamento
- a livello di genere, Bifidobacterium e Prevotella hanno mostrato un aumento lineare nei gruppi con supplemento di SCFP rispetto ai controlli nei quali è invece più abbondante il genere Fusobacterium
Funzionalità immunitaria
Per testare eventuali modifiche della funzionalità immunitaria in risposta al supplemento sono stati monitorati numerosi parametri ematici come, per esempio, la conta dei globuli bianchi, le immunoglobuline (IgA, IgE, IgG, IgM), i marcatori di stress ossidativo (SOD e MDA), le cellule immunitarie (NK, linfociti ecc.) o l’attivazione dei toll-like receptor (TLR).
I gruppi in trattamento con SCFP, rispetto ai controlli, hanno dimostrato:
- una conta di globuli bianchi inferiore in maniera dose-dipendente
- nessuna alterazione significativa di SOD, MDA, IgA, IgE, IgG e IgM se analizzati singolarmente
- aumento lineare delle concentrazioni di IgE
- pari livelli di NK, cellule B e monociti, se si considerano i trattamenti singolarmente
- minori concentrazioni di TNF-alpha in risposta all’attivazione di TLR2 e TLR7/8 in maniera dose-dipendente
Palatabilità
Il test di palatabilità ha dimostrato una maggior preferenza per i cibi contenenti il supplemento di SCFP che è stato consumato per primo nella maggior parte dei casi (27/40).
In conclusione, dunque, i prodotti di fermentazione di Saccharomyces cerevisiae modulano in senso positivo il microbioma intestinale, la risposta immunitaria e la gradevolezza del cibo stesso e potrebbero essere introdotti nell’alimentazione dei cani come ingredienti funzionali.