Alterazioni della composizione batterica, formazione di una complessa comunità polimicrobica nella fascia della sottomucosa vaginale associata a una completa assenza di neutrofili nella zona di lesione sono i fattori caratterizzanti e determinanti la vulvovaginite necrotizzante bovina. È quanto afferma lo studio condotto da N.Y. Shpigel e pubblicato su The Veterinary Journal.
Problematiche post parto
Durante il parto è normale osservare la formazione di piccole lesioni nella mucosa vaginale le quali però vanno a esporre la superficie epiteliale danneggiata alla contaminazione batterica e alla conseguente risposta infiammatoria, una condizione nota come vulvovaginite bovina (BVV).
In genere è un danno reversibile e autolimitante. Poco si sa tuttavia di come da un BVV benigna si passi a una vulvovaginite necrotizzante (BNVV) che, se non trattata, porta alla morte dell’animale.
Tutti i tentativi di mettere in coltura i batteri estratti da tessuto necrotico non hanno finora dato alcun risultato.
I ricercatori israeliani hanno perciò ipotizzato che la BNVV sia di fatto una patologia polimicrobica e derivante da alterazioni della componente batterica fisiologica locale con conseguente impatto sulla risposta immunitaria che ne andrebbe a spiegare la letalità.
Per testare ciò sono stati dunque analizzati e confrontati campioni di biopsie vaginali rispettivamente di mucche con BVV e con BNVV principalmente attraverso tecniche di sequenziamento genico. Ecco dunque i risultati ottenuti.
Risultati delle analisi cliniche e istopatologiche
- A 3 giorni dal parto, mucche colpite da BNVV hanno presentato una diffusione del tessuto necrotico dalla lesione mucosale alle zone limitrofe e sottomucosali
- Esemplari con BVV benigna hanno invece presentato ulcere mucosali superficiali e localizzate, risoltesi spontaneamente in pochi giorni
- I campioni di biopsia ottenuti da esemplari con BNVV hanno mostrato la completa assenza di infiltrato neutrofilo
- Di contro, campioni di BVV hanno presentato alta concentrazione di neutrofili attivamente coinvolti nei processi di fagocitosi dei batteri a livello della lesione
Comunità batterica in presenza di BVV e BNVV
Confrontando i campioni provenienti dai due gruppi sono state osservate differenze in relazione a 15 phyla composti nel complesso da 23 classi e 228 generi appartenenti principalmente a Fusobacteria, Firmicutes e Bacteroides.
- Firmicutes e Bacteroidetes hanno mostrato le differenze maggiori in termini di abbondanza tra i due gruppi. Firmicutes, classe Clostridia, sono infatti risultati più presenti nei campioni di BVV (42.1% vs 19.3%) mentre Bacteroidetes, classe Bacteroidia, in quelli di BNVV (33.5% vs 9.7%)
- Il gruppo BVV ha presentato i valori di ricchezza batterica maggiori con 212 OTUs vs 83 della controparte
- L’omogeneità batterica è invece risultata comparabile con valori di 2.36 nel gruppo BNVV e 2.80 in quello BVV
In conclusione dunque, la vulvovaginite necrotizzante bovina è associata principalmente a un’alterata composizione batterica locale, ricca di Bacteroidetes, ma povera di Firmicutes, e all’assenza dei neutrofili, prima linea di difesa dai patogeni.
Dopo queste prime evidenze, saranno ora necessari ulteriori studi per confermarne la validità e approfondire gli aspetti relativi alla patogenesi di vulvovaginite necrotizzante bovina.