Il Reta Lila Weston Trust, nell’ambito del programma Brain Health and Microbiome, ha deliberato un finanziamento di 1,2 milioni di euro per un progetto di ricerca sul ruolo del microbiota intestinale nei cambiamenti indotti dall’esercizio nella funzione cognitiva nella mezza età. Coordinatori del progetto saranno Yvonne Nolan e John Cryan dell’UCC, assieme a Sandrine Thuret e Brendon Stubbs del King’s College di Londra.
L’obiettivo è fornire nuove conoscenze sulla relazione tra cervello, microbiota intestinale ed esercizio fisico da cui possa scaturire una terapia individualizzata per i cambiamenti nella memoria e nell’umore nella cosiddetta mezza età.
Stili di vita e invecchiamento
Da alcuni anni c’è molto interesse sui fattori legati allo stile di vita nell’invecchiamento. Ora l’APC Microbiome Ireland, il Centro di ricerca SFI presso l’University College Cork (UCC) e il King’s College di Londra puntano a fare significativi passi avanti nella comprensione dell’impatto dell’esercizio sul microbiota intestinale e sulla salute del cervello.
La mezza età è una finestra temporale ancora poco studiata. Eppure è un momento critico per i cambiamenti nelle prestazioni della memoria ed è oggetto di studi anche per le fasi precoci della malattia di Alzheimer, per l’aumento di peso, il calo del metabolismo e della forma fisica.
Il microbiota intestinale è molto sensibile ai cambiamenti degli stili di vita. Inoltre, recenti evidenze ottenuto all’APC Microbiome Ireland mostrano che il microbioma rappresenta un potenziale obiettivo per promuovere un invecchiamento sano.
Colmare le lacune
L’identificazione dei meccanismi alla base dei cambiamenti della memoria nella mezza età e del modo in cui i fattori dello stile di vita come l’esercizio fisico influenzano questi cambiamenti potrebbe colmare un’importante lacuna nella conoscenza.
Questo progetto mira a capire come il microbioma intestinale risponde all’esercizio durante la mezza età. Con l’idea che i fattori biologici chiave identificati potrebbero essere predittori di declino della memoria e che questi in larga misura sono modificabili dall’esercizio durante la mezza età.
Yvonne Nolan e John Cryan dell’APC Microbiome Ireland della UCC hanno sottolineato che «la mezza età è un periodo di transizione, quindi è sensibile alle abitudini di vita come l’esercizio fisico, che può determinare come “invecchiamo il cervello” in età avanzata».
Ha aggiunto Nolan: «Il microbiota intestinale è particolarmente sensibile alle influenze dello stile di vita e quindi la nostra ricerca approfondirà il modo in cui questo regola l’interazione tra esercizio fisico e cervello per controllare il processo di invecchiamento».
«Il recente lavoro di APC Microbiome Ireland ha enfatizzato il ruolo del microbioma intestinale nel guidare i processi di invecchiamento nel cervello e l’attuale finanziamento scaverà più a fondo nei meccanismi esatti e in come l’esercizio fisico può attenuarli» ha spiegato Cryan.
«Sappiamo, da studi su modelli animali, che l’esercizio aumenta la produzione di nuovi neuroni e abbiamo dimostrato negli esseri umani che l’esercizio fisico rallenta l’invecchiamento cognitivo, e modifica il microbiota intestinale. Con questo progetto vogliamo mettere insieme il puzzle a livello cellulare e molecolare» ha concluso Sandrine Thuret del King’s College London, Project Lead dello studio.
Nella foto di apertura Yvonne Nolan and John Cryan dell’APC Microbiome Ireland.