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Probiotici: perché gli italiani li acquistano, perché non li acquistano

Survey sui consumatori, analisi del mercato digitale e delle ricerche su Amazon: ecco cosa emerge dall’analisi di Probiotic Scanner.

Il settore dei probiotici è in rapida e costante espansione, guidato da nuove formulazioni che continuano ad arricchire gli scaffali delle farmacie.

La crescente richiesta dei consumatori per questi prodotti si riflette nel loro utilizzo come strumenti per la prevenzione, il mantenimento del benessere generale e la gestione di condizioni specifiche quali disturbi gastrointestinali, ginecologici, problematiche urinarie e mataboliche, solo per citarne alcune.

Lo scorso anno i probiotici hanno trainato la crescita dell’interno comparto nutraceutico in Italia, segnando 569 milioni e +7.5% di crescita. Il dato più sorprendente riguarda l’e-commerce: secondo una ricerca Netcomm, circa il 50% della popolazione italiana sta acquistando integratori online.

Ma quali sono gli elementi più importanti considerati durante la fase di acquisto?

Un’indagine commissionata da Clorofilla – editoria scientifica sui consumatori e presentata a Milano, in occasione del primo evento Probiotic Scanner, i fattori più importanti sono la lista degli ingredienti sulla confezione, il consiglio di medici, nutrizionisti e farmacisti, la familiarità con il brand.

Il costo del probiotico si posiziona al 5° posto, da cui si deduce che non rappresenta un aspetto non prioritario.

Questo dato è confermato dalle motivazioni di non utilizzo di probiotici. Sempre dalla stessa indagine emerge infatti che la causa principale del mancato consumo di probiotici sia la mancanza di informazioni sul prodotto da parte degli intervistati (54%).

La “fame” di informazioni sui probiotici era già stata segnalata in una survey condotta in Europa dall’International Probiotic Association Europe lo scorso anno, di cui abbiamo dato notizia qui.

C’è dunque un ampio margine di manovra per fare informazione di qualità sul largo pubblico: più della metà del campione italiano riferisce infatti di non sentirsi abbastanza informato, come causa del mancato consumo di probiotici.

Tra coloro che utilizzano i probiotici, la comunicazione di brand e la ricerca su internet sono le fonti primarie di informazione. E l’83% di coloro che dichiarano di non essere informati in Italia è interessato ad aumentare le proprie conoscenze sull’argomento

Cosa cercano gli utenti su Google e Amazon?

Studiando le chiavi di ricerca utilizzate online, il numero di ricerche/anno legate ai probiotici sono aumentate del +47% nel 2023 in confronto con il 2021, con picchi stagionali molto interessanti.

Nonostante la maggior parte degli utenti, quando cerca informazioni su Google, si trovi in fase esplorativa, non mancano ricerche di tipo commerciale, quindi volte all’acquisto.

Nel confronto tra gli intenti di ricerca, è particolarmente evidente come la kw “fermenti lattici” sia commercialmente più matura rispetto a “probiotici”.

Per i fermenti lattici, la percentuale di ricerche commerciali, ovvero quelle che vertono alla valutazione di prodotti o servizi con una finalità di acquisto, sono infatti in numero maggiore. Questa informazione è confermata anche dall’analisi su Amazon: andando a valutare i volumi di ricerca delle keyword legate ai principali trend su Amazon.it nel mese di aprile 2024, le chiavi di ricerca più usate sono:

Con un totale di oltre 50.000 ricerche complessive. Questi dati aprono la possibilità a ulteriori considerazioni sul percepito dei consumatori rispetto agli ingredienti contenuti nei prodotti, e sull’importanza di una comunicazione chiara e puntuale.

Se sei interessato a conoscere più in dettaglio i risultati di questa analisi e i vantaggi di Probiotic Scanner contattaci attraverso il form

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