Secondo un recente studio, il numero e la funzione di molti batteri intestinali cambiano nel corso della giornata (ritmo circadiano). Ma nei pazienti con diabete di tipo 2, alcuni di questi microbi non seguono un ritmo “giorno-notte”.
I risultati, pubblicati su Cell Host & Microbe, suggeriscono che le variazioni giornaliere, in un arco di 24 ore, nel profilo del microbiota intestinale potrebbero aiutare a prevedere chi è a rischio di sviluppare disturbi metabolici.
«Il fatto che alcuni batteri intestinali non seguano un ritmo “giorno-notte”, cioè il loro numero e la loro funzione non cambiano nel corso della giornata, può essere un campanello d’allarme per lo sviluppo di diabete di tipo 2», afferma Silke Kiessling della Technical University of Munich. «Ciò potrebbe migliorare la diagnosi e le prospettive di questa malattia».
È noto che il microbiota intestinale, insieme allo stile di vita e alla genetica, è uno dei principali fattori di rischio per i disturbi metabolici. Ma il ruolo dei batteri intestinali nello sviluppo di tali condizioni, in particolare del diabete di tipo 2, rimane da chiarire.
Per rispondere a questa domanda, Silke Kiessling e i suoi colleghi hanno analizzato i campioni di feci di 1.976 persone. Tutti gli individui facevano parte di uno studio che esamina l’impatto dei fattori genetici e ambientali e dello stile di vita sulla progressione della malattia.
Microbiota intestinale di giorno e di notte
In tutti i partecipanti allo studio, il microbiota intestinale è risultato dominato da Firmicutes e Bacteroidetes e il numero di questi batteri è cambiato nel corso delle 24 ore, seguendo un ritmo “giorno-notte”.
Tuttavia, negli individui obesi e in quelli con diabete di tipo 2, questo ritmo circadiano è risultato alterato. In particolare, i batteri appartenenti ai generi Akkermansia, Bacteroides, Bifidobacterium, Blautia, Clostridium, Coprococcus, Dorea, Prevotella, Roseburia e Ruminococcus non seguivano un ritmo giorno-notte nei pazienti diabetici.
Il team di ricercatori ha confermato l’alterazione del ritmo microbico in un gruppo di 1.363 persone, che includeva 1.070 individui sani e 293 diabetici.
Diagnosi precoce del diabete?
I ricercatori hanno sviluppato un algoritmo che utilizza il profilo “aritmico” dei batteri per identificare chi è a rischio di diabete di tipo 2. Questa “firma” batterica è risultata in grado di prevedere correttamente questa patologia in 699 individui le cui feci sono state raccolte ed esaminate cinque anni dopo l’analisi iniziale.
La firma include Bifidobacterium longum, Clostridium celatum, Intestinibacter bartlettii, Romboutsia ilealis e diversi batteri strettamente correlati a Fecalibacterium prausnitzii ed Escherichia coli.
I batteri intestinali e le loro variazioni circadiane nel corso della giornata potrebbero però non essere gli unici fattori in grado di prevedere il rischio di diabete. «Altri parametri, come l’indice di massa corporea, giocano un ruolo nella capacità di prevedere future condizioni mediche», afferma l’autore senior dello studio, Dirk Haller.
Effetti sul metabolismo
Successivamente, i ricercatori hanno valutato se la perdita di ritmicità di alcuni batteri intestinali nei pazienti diabetici provochi anche “aritmicità” dei loro prodotti metabolici. Il team di studiosi ha così identificato 26 pathway microbici che non seguono un ritmo giorno-notte nei pazienti con diabete di tipo 2.
Alcuni di questi pathway sono risultati collegati al metabolismo di aminoacidi, nonché a un tipo di acidi grassi noto per migliorare la resistenza all’insulina.
Sebbene non sia ancora chiaro se i batteri “aritmici” siano responsabili del diabete di tipo 2, secondo i ricercatori i risultati ottenuti evidenziano chiaramente la necessità di considerare i cambiamenti giornalieri nella composizione del microbioma intestinale per condurre indagini diagnostiche e prognostiche.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione