Oggi ci immergiamo nelle profondità acide dello stomaco per incontrare un batterio che ha diviso scienziati e medici per decenni e anche oggi continua a seminare zizzania: Helicobacter pylori, il microrganismo che vive nell’ambiente gastrico, affrontando acidi corrosivi e suscitando opinioni contrastanti. Una cosa è certa: questo batterio ha fatto storia nel mondo della medicina.
Signor H. pylori, si dice di lei che è un tipo tosto. Vive in un ambiente estremo. Come ci riesce?
Beh, è una questione di adattamento. Il mio segreto è la produzione di ureasi, un enzima che converte l’urea in ammoniaca, neutralizzando l’acido dello stomaco intorno a me. Inoltre, il mio corpo a forma di spirale mi permette di muovermi attraverso il muco gastrico, raggiungendo nicchie sicure dove posso proliferare.
Lei è famoso per essere sia un amico che un nemico del nostro organismo. Può spiegarci questa doppia natura?
È vero, sono un patobionte: posso vivere pacificamente nello stomaco di molte persone senza causare problemi. In alcune culture tradizionali, la mia presenza è stata persino associata a una minore incidenza di malattie allergiche e asma nei bambini. Tuttavia, se le condizioni cambiano, posso diventare un problema, contribuendo a gastriti, ulcere peptiche e persino al cancro gastrico.
E per questo che alcuni medici la odiano e altri la amano. Come spiega questa divisione?
Ah, è una storia affascinante. Per molti medici sono il ‘cattivo’ che causa gastriti, ulcere e persino cancro gastrico. E non posso negare le accuse: in alcuni casi è vero. Ma c’è anche chi apprezza il mio lato positivo. Per esempio, ho un ruolo nel ridurre il rischio di malattie autoimmuni e allergiche, come l’asma nei bambini. Sono un po’ come il collega Enterococcus faecalis: patogeno in alcune condizioni, ma prezioso in altre. Insomma, dipende tutto dal contesto. Mi piace pensare che sia l’equilibrio a definire il giudizio su di me.
Si dice che Barry Marshall, per dimostrare la teoria che lei fosse la causa delle ulcere, bevve una piastra di Petri contenente H. pylori e si ammalò di gastrite. Cosa pensa di questo gesto?
Quel gesto è leggendario! Ammiro il coraggio di Marshall, ma devo dire che non ho mai chiesto di essere ingoiato in quel modo così drammatico. È stato un atto di sacrificio scientifico, un po’ come quei film in cui il protagonista rischia tutto per dimostrare una verità. All’epoca nessuno credeva che un batterio potesse sopravvivere nell’ambiente acido dello stomaco, figuriamoci causare ulcere. E così, quando Marshall dimostrò il mio ruolo, cambiò per sempre la gastroenterologia. Gli devo la mia fama e, a dirla tutta, una parte del premio Nobel del 2005 che lui e Robin Warren vinsero spetta anche a me!
Veniamo alle sue amicizie pericolose: quali sono i suoi legami con il tumore gastrico?
Gli scienziati mi hanno collegato al carcinoma gastrico, il quarto tumore più comune al mondo. Il perché è semplice: posso innescare un’infiammazione cronica che altera l’ambiente dello stomaco e, in alcuni casi, porta a mutazioni nelle cellule gastriche. Devo ammettere che questa fama non mi rende molto popolare.
Direi di no. Eppure è riuscito a “contagiare” milioni di persone…
Sono uno dei batteri più diffusi nel mondo, presente nel 50% circa della popolazione globale. Tuttavia, la prevalenza varia molto: sono più comune nei Paesi in via di sviluppo, dove spesso il tasso di infezione supera il 70%, mentre nei Paesi sviluppati le percentuali sono più basse.
Mettiamo, per assurdo, che qualcuno voglia eliminarla. Cosa deve fare?
Ah, questa è una domanda interessante. Gli antibiotici possono eliminarmi, certamente. Ma il trattamento spesso include anche farmaci per ridurre l’acidità dello stomaco, come gli inibitori di pompa protonica. Tuttavia, la crescente resistenza agli antibiotici è un problema serio. Alcuni scienziati suggeriscono che non tutte le infezioni debbano essere trattate, specie se non ci sono sintomi, ma è un dibattito aperto. Inoltre, c’è chi sta sviluppando vaccini per prevenire le infezioni, anche se non siamo ancora arrivati a un prodotto disponibile sul mercato.
Infatti sono in molti a pensare che l’unico Helicobacter buono è l’Helicobacter morto. Con queste premesse, come vede il suo futuro?
Non so cosa mi riservi il futuro. Certo, gli scienziati cercano continuamente di eliminarmi con antibiotici e vaccini, ma io ho una lunga storia di resilienza. Sono ottimista: esisto da milioni di anni, e mi sono evoluto assieme agli esseri umani. Che nonostante tutto non riesco a odiare.
Credo che continuerò a essere un argomento di studio per i ricercatori. E chissà, magari un giorno sarò riconosciuto più come un compagno, quantomeno un convivente, che un nemico. Come si dice, il tempo è un giudice molto saggio.
Reference
- Blaser MJ, Falkow S. What are the consequences of the disappearing human microbiota? Nature Reviews Microbiology. 2009.
- IARC Working Group on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. Helicobacter pylori infection and gastric cancer. IARC Monographs. 1994.
- Marshall BJ, Warren JR. Unidentified curved bacilli in the stomach of patients with gastritis and peptic ulceration. The Lancet. 1984.
- Graham DY. History of Helicobacter pylori, duodenal ulcer, gastric ulcer and gastric cancer. World Journal of Gastroenterology. 2014.
- WHO guidelines for the management of Helicobacter pylori infection. World Health Organization. 2017.
- Marshall BJ. Helicobacter pylori: The etiological agent for peptic ulcer. JAMA. 1994.
- Blaser MJ. Helicobacter pylori and the pathogenesis of gastric inflammation and peptic ulcer disease. Nature Reviews Microbiology. 2006.
- NobelPrize.org. Barry Marshall and Robin Warren: The Nobel Prize in Physiology or Medicine 2005.