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Non solo batteri: nuovo studio scopre correlazioni tra il viroma intestinale e diverse patologie

I risultati di uno studio giapponese suggeriscono che diversi virus sono correlati a popolazioni e malattie specifiche.
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Non solo batteri: nuovo studio scopre correlazioni tra il viroma intestinale e diverse patologie

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Stato dell'arte
Molti studi sul microbiota si sono concentrati sulle comunità batteriche e virali presenti nell’intestino delle persone di discendenza europea, ma non sul viroma intestinale della popolazione giapponese.
Cosa aggiunge questa ricerca
I ricercatori hanno ricostruito più di 19.000 genomi batterici e circa 31.000 virali dai metagenomi intestinali di 787 giapponesi, scoprendo che i livelli di specifici batteri possono derivare dal consumo di cibo tradizionale, mentre altri sono associati al consumo di latticini. La maggior parte dei genomi virali identificati non erano noti e l’abbondanza di una classe di fagi crAss-like, un gruppo di virus correlati che include alcuni di quelli più abbondanti dell’intestino umano, era maggiore nelle popolazioni con abitudini alimentari non occidentalizzate. Inoltre, i livelli di diversi tipi di fagi crAss-like sono risultati ridotti nelle persone con artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, colite ulcerosa e morbo di Crohn, mentre nei pazienti con cancro al colon sono incrementati.
Conclusioni
I risultati suggeriscono che diversi virus sono correlati a popolazioni e malattie specifiche.

In questo articolo

Le comunità batteriche e virali presenti nell’intestino delle persone di origine europea sono state oggetto di numerosi studi. 

Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Genomics, ha ricostruito invece la sequenza del genoma di batteri e virus intestinali di centinaia di giapponesi, suggerendo che diversi virus sono correlati a popolazioni e malattie specifiche.

I genomi microbici identificati e le relative informazioni sono pubblicamente disponibili e il database sarà una risorsa utile per studi futuri.

Abitudini alimentari e microbiota

Per caratterizzare i batteri e i virus individuati nell’intestino dei partecipanti allo studio, i ricercatori, guidati da Yoshihiko Tomofuji dell’Università di Osaka, hanno analizzato le sequenze del metagenoma di 787 individui, riuscendo così a ricostruire 19.084 genomi batterici e 31.395 virali

Dai dati raccolti è emerso che Firmicutes e Bacteroidota sono comuni nell’intestino della popolazione giapponese e che Actinobacteriota e Bacillus subtilis sono più frequenti rispetto ad altre popolazioni

Bacillus subtilis è un componente chiave di un alimento fermentato tradizionale giapponese chiamato natto, mentre altri batteri come Enterococcus lactis e Streptococcus thermophilus sono stati associati al consumo di latticini. Questi microbi sono stati correlati a una variante genetica che provoca intolleranza all’alcol e che è associata a malattie come il cancro del colon-retto.

Un’analisi delle proteine presenti nei metagenomi intestinali giapponesi ha rivelato che la beta-porfiranasi, un enzima che scompone i carboidrati derivati dalle alghe, è rilevabile nell’intestino della popolazione giapponese ma non in quella europea, probabilmente perché solo in Giappone si consuma abitualmente l’alga nori.

Viroma e patologie

La maggior parte dei genomi virali identificati non erano noti e l’abbondanza di una classe di fagi crAss-like è risultata maggiore nelle popolazioni con abitudini alimentari non occidentalizzate. In linea con studi precedenti, i Bacteroidota sono risultati l’ospite principale di questi fagi.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che i livelli di diversi tipi di fagi crAss-like sono risultati ridotti nelle persone con artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, colite ulcerosa e morbo di Crohn, mentre nei pazienti con cancro al colon sono incrementati.

I genomi microbici identificati e le relative informazioni sono disponibili presso il Japan’s National Bioscience Database Center.

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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