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Cancro alla cervice: possibile ruolo del viroma vaginale nella progressione tumorale

Un recente studio indaga il ruolo del viroma cervicovaginale nella persistenza e nella progressione tumorale a partire da HPV.
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Cancro alla cervice: possibile ruolo del viroma vaginale nella progressione tumorale

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Stato dell'arte
Mentre il legame tra microbiota cervicovaginale, infezione da papilloma virus (HPV) e cancro alla cervice è noto, meno chiaro è invece il ruolo del viroma locale nella salute dell’apparato femminile.
Cosa aggiunge questa ricerca
In questo studio pilota è stato investigato il legame tra il viroma cervicovaginale, il microbiota batterico, l’infiammazione genitale e l’infezione da HPV.
Conclusioni
Il viroma cervicovaginale risulta alterato in base allo stato infiammatorio, mostrando inoltre associazioni con il mondo batterico in casi di vaginosi oltre che di HPV e tumore.

In questo articolo

Non solo la popolazione batterica, ma anche quella virale sembrerebbe avere un ruolo importante nella salute dell’apparato genitale femminile. 

Alterazioni nel viroma cervicovaginale sono infatti risultate correlate allo stato infiammatorio oltre che a quello di vaginosi, papilloma (HPV) e tumore. Importante sembrerebbe quindi tenere sotto controllo non solo l’equilibrio della flora batterica, ma anche di quella virale.

È quanto sottolinea lo studio pilota di Emily A. Kaelin e colleghi dell’Arizona State University (USA), di recente pubblicato su mSystems

Tumore della cervice e HPV

Il tumore alla cervice è uno dei più frequenti tipi di tumori femminili. Tra i fattori di rischio, il papilloma virus o HPV che, tuttavia, si differenzia in diversi genotipi con relativa aggressività. 

Il microbioma locale ha ugualmente dimostrato un attivo coinvolgimento nella progressione verso il tumore aumentando la persistenza del virus. A questi si aggiunge uno stato di infiammazione spesso cronico. 

E la popolazione virale? Come si comporta in relazione a una progressione verso uno stato tumorale? È in qualche misura implicata? 

A queste domande hanno cercato di rispondere i ricercatori coinvolgendo 23 pazienti con cancro o displasia alla cervice (n=6) o controlli (n=17), positive (n=18) o meno a HPV. Ecco quanto emerso dal confronto della popolazione virale, batterica e della salute dell’apparato genitale in generale.

I risultati dello studio

Partendo da un’analisi complessiva:

  • Lactobacillus ha dimostrato la prevalenza maggiore (>80%) tra le specie batteriche nel 60,9% delle donne  
  • nessun segno di infiammazione genitale nel 65,8% dei casi. Di contro, la restante parte ha mostrato elevati valori di una o più citochine infiammatorie 
  • il 17,4% ha registrato bassi valori di pH vaginale (<4,5), il 47,8% intermedio, il 34,8% elevato (>5)
  • le famiglie virali più comuni sono risultate essere Siphoviridae, Papillomaviridae, e Myoviridae, con Siphoviridae e Myoviridae presenti in tutti i campioni
  • buona abbondanza per Anelloviridae (50% dei campioni) in pazienti con infiammazione genitale

Considerando come lo stato infiammatorio sia un noto fattore di rischio per il carcinoma alla cervice, ne è stata indagata l’eventuale relazione con la popolazione virale dimostrandone un’effettiva associazione con una minor alfa-diversità e un’aumentata espressione di Anelloviridae. Infatti:

  • le pazienti senza segni infiammatori hanno mostrato una maggiore ricchezza batterica con un andamento di diversità similare
  • 35 virus sono risultati associati con infiammazione, includendo diverse varianti di Annelloviridae e batteriofagi
  • Anellovirus sono risultati assenti nei campioni di pazienti senza infiammazione, elevata abbondanza invece nella controparte con infiammazione
  • Anellovirus, oltre all’associazione con infiammazione, hanno mostrato associazione anche con microbiomi non fisiologici ossia non dominati da Lactobacillus
  • nessuna associazione invece tra infiammazione genitale o disbiosi batterica con la presenza di HPV 

Fagi e microbioma vaginale

I ricercatori si sono poi concentrati sui batteriofagi e sul loro rapporto con il microbioma. Infatti, considerando come un microbioma vaginale fisiologico sia dominato da Lactobacillus, il profilo del viroma cervicovaginale potrebbe essere associato a quello batterico. 

  • nessuna differenza in termini di ricchezza virale e alfa-diversità tra i microbiomi dominati o meno da Lactobacillus
  • 115 contings (insieme di segmenti di DNA sovrapposti che insieme rappresentano una regione di consenso del DNA) associati a batteriofagi sono stati tuttavia correlati al gruppo dominato di Lactobacillus, solo 9 con la controparte
  • la famiglia di batteriofagi più discriminante è risultata essere Siphiviridae seguita da Myoviridae e Herelleviridae con il più comune ceppo batterico appartenente a Bacillus

Infine, le informazioni relative all’abbondanza batterica relativa sono state integrate con quelle sui batteriofagi al fine di evidenziare eventuali interazioni trasversali tra microbioma batterico e viroma. 

  • Lactobacillales hanno mostrato la presenza più importante. Minore espressione invece per gli ordini Bifidobacteriales, Clostridiales, Coriobacteriales, Bacteroidales, Fusobacteriales e Mycoplasmatales
  • i generi Mobiluncus, Mycoplasma, Gardnerella, Prevotella e Sneathia, batteri in precedenza correlati con vaginosi, HPV o progressione verso tumore, hanno mostrato anche correlazione positiva con specifici batteriofagi. Di contro, associazione negativa è stata mostrata con Lactobacillus
  • nessuna interazione inter-regno invece da parte di Bacteroides, ceppi non patogeni usati come controllo dimostrando come ci siano separate interazioni inter-regno associate con infiammazione genitale.

Conclusioni

Per riassumere quindi, il viroma cervicovaginale sembrerebbe giocare un ruolo importante nel mediare la persistenza e la progressione tumorale a partire da HPV. 

In questo studio sono state individuate infatti interazioni tra viroma e caratteristiche nel microambiente locale associate con carcinogenesi, ossia disbiosi e infiammazione. 

Anellovirus in particolare sono risultati essere associati a infiammazione genitale come del resto specifiche interazioni inter-regno.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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