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Dieta in gravidanza: ecco gli effetti sul microbiota intestinale del neonato

La dieta in gravidanza influenza il microbiota intestinale del nascituro e la sua salute futura. Lo dimostra uno studio pubblicato su European Journal of Nutrition.
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Dieta in gravidanza: ecco gli effetti sul microbiota intestinale del neonato

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Stato dell'arte
Il microbiota della madre durante la gravidanza è importante per quello del nascituro. Il ruolo della sua dieta in questa relazione rimane tuttavia poco noto.
Cosa aggiunge questa ricerca
Scopo dello studio è stato quello di valutare la possibile associazione tra la dieta della madre in gravidanza e il microbiota del neonato alla nascita.
Conclusioni
Durante la gravidanza, l’alimentazione della madre, l’apporto di grassi in particolare, è correlata al microbiota del neonato e ne influenza la sua salute futura.

In questo articolo

In gravidanza la dieta della madre influenza il microbiota intestinale del nascituro, l’apporto di grassi in particolare, con conseguente impatto sulla sua salute futura.

Lo dimostra lo studio di M. Selma‑Royo e colleghi del National Research Council di Valencia (Spagna), recentemente pubblicato su European Journal of Nutrition. 

Microbiota della madre e microbiota del bambino

Il microbiota della madre è la principale risorsa per lo sviluppo di quello del nascituro. Considerando come la dieta sia uno dei principali fattori che lo modula, l’alimentazione durante la gravidanza presumibilmente influenza di riflesso anche quello del neonato.

Per approfondire questo aspetto importante, ma ancora poco noto, i ricercatori hanno valutato la relazione tra la dieta di 73 madri sane con il proprio microbiota intestinale e quello del neonato al momento della nascita.

Per farlo, oltre alla composizione batterica, sono stati considerati svariati marcatori di salute generale (peso alla nascita, età gestazionale ecc.) e intestinale (zonulina, fosfatasi alcalina e calproteina). Vediamo i principali risultati.

I risultati dello studio

L’aumento di peso durante la gravidanza ha dimostrato di essere significativamente correlato al consumo di determinati nutrienti. Associazione positiva infatti con l’apporto lipidico, negativo con quello di fibre e proteine vegetali.

Un elevato consumo di lipidi ha poi mostrato un altrettanto abbondante livello di proteine animali con scarso apporto di quelle vegetali e fibre.

Non solo. Alterazioni dieta-dipendenti sono risultate anche a livello del microbiota della madre. In particolare:

  • l’apporto di MUFA (acidi grassi monoinsaturi) influenza la struttura complessiva del microbiota
  • l’introito lipidico in generale ha mostrato associazione positiva con il phylum Firmicutes, negativa con Proteobacteria. Di contro, un elevato apporto di carboidrati ha mostrato di aumentarne l’espressione assieme a Bacteroidetes. Il contenuto di proteine totali, animali soprattutto, ha registrato correlazione negativa con generi del phylum Actinobacteria
  • diverse correlazioni anche a livello di genere. Tra queste, Lachnospira è negativamente correlato con l’apporto totale di carboidrati, positivamente invece con quello di lipidi (acidi grassi saturi e monoinsaturi, non con i polinsaturi). Pattern simile con Rombustia e MUFA (positiva correlazione) o carboidrati (negativa)
  • nessun effetto significativo del consumo di particolari nutrienti con l’alpha diversity materno

Considerando poi la relazione con i marcatori intestinali del neonato:

  • la dieta materna è risultata associata alla concentrazione di zonulina alla nascita, negativamente con i carboidrati, positivamente invece con i lipidi, MUFA inclusi. Nessuna correlazione significativa invece con fibre o proteine
  • correlazioni positive della zonulina anche con alcuni geni del microbiota intestinale. Sue elevate concentrazioni hanno infatti dimostrato di indurre un altrettanto incremento di Rombustia e Tucibacter con, di contro, un abbassamento del phylum Proteobacteria
  • elevate concentrazioni di zonulina sono risultate associate all’attività di fosfatasi alcalina intestinale (IAP), considerata indice di funzionamento intestinale. Nessuna correlazione invece con nutriente
  • IAP ha registrato associazioni positive con membri di Firmicutes (inclusi Rombustia e Tucibacter), Ruminococcaceae (Ruminococcaceae_UCG013, Roseburia e Intestinibacter ad esempio), negative con Proteobacteria
  • le concentrazioni di calprocteina, marcatore di infiammazione, non hanno mostrato relazioni con alcun nutriente della dieta materna. Correlazione negativa invece con il genere Rombustia

Salute del neonato correlata al microbioma della madre

Relazionando infine la dieta della madre, i marcatori e la composizione intestinale si è visto che:

  • differenze significative sono emerse tra la composizione del microbiota materno e del neonato. L’alpha diversity di questo ultimo si è infatti dimostrata inferiore con, tuttavia, un incremento i generi da Proteobacteria (18.9% vs 0.8%) e Actinobacteria (15.4% vs 4.07%)
  • la dieta materna durante la gestazione è associata alla diversità e ricchezza del microbiota neonatale. In particolare, positiva correlazione è stata riscontrata con l’apporto di acidi grassi saturi (SFA) e proteine animali, negativa con proteine vegetali. Ad esempio, l’arricchimento di generi del phylum Firmicutes e il decremento di quelli da Proteobacteria è stato correlato all’apporto di lipidi (SFA e MUFA, no PUFA) della madre
  • a livello di genere, particolari vitamine, proteine vegetali e fibre hanno mostrato correlazione negativa con l’abbondanza di Coprococcus, Blautia, Roseburia, e diversi gruppi delle famiglie Ruminococcaceae e Lachnospiraceae nei neonati
  • una sola associazione a carico del phylum Bacteroidetes è stata registrata tra i livelli di zonulina materna e il microbiota neonatale
  • suddividendo il microbiota dei neonati in base alla modalità di nascita (parto cesareo o naturale) e all’introito totale di proteine, proteine vegetali, lipidi, carboidrati totali e fibre, è stata osservato un differente impatto di questi nutrienti in base alla modalità di nascita, grassi e proteine in particolare. I lipidi totali infatti hanno mostrato correlazione negativa con i generi Escherichia e Shigella, positiva con Firmicutes (Blautia, Roseburia, Rombustia, e Faecalibacterium). Correlazione negativa per questi ultimi con le proteine vegetali
  • nei nati con parto cesareo la correlazione con la dieta della madre ha però mostrato minore significatività. Di contro, nei nati con parto naturale, un elevato consumo di fibre ha mostrato correlazione positiva con generi di Proteobacteria
  • a livello di genere, il microbiota neonatale ha trovato correlazione con l’apporto di proteine, specialmente di origine animale, Veillonella, Escherichia/Shigella, Klebsiella o Clostridium in particolare

Conclusioni

Per riassumere dunque, la dieta durante la gestazione è associata con marcatori della salute intestinale della madre stessa ma anche al microbiota del neonato con un’influenza anche da parte della modalità di nascita.

Considerando come il microbiota in età neonatale impatti la salute nel lungo periodo, una ancora più speciale attenzione dovrà quindi esser prestata all’alimentazione durante la gravidanza.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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