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Probiotici durante e dopo la gravidanza: quali vantaggi?

Sfruttare la sinergia umano-microbica sotto forma di probiotici durante la gravidanza può avere un impatto sulla salute materna e su quella del feto in via di sviluppo.
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Probiotici durante e dopo la gravidanza: quali vantaggi?

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Il corpo umano di qualsiasi dimensione è dimora di trilioni di microbi. Le madri in particolare sono un importante multiverso in movimento, grazie al ruolo che giocano nel trasmettere microbi vivi, ma anche nel contribuire al training dei bambini per la loro futura vita simbiotica.

Durante la gravidanza, il microbioma materno gioca un ruolo importante nella salute generale, in particolare legato ai cambiamenti ormonali, metabolici e immunitari che impattano sul microbioma materno. È stato dimostrato che sfruttare la sinergia umano-microbica sotto forma di probiotici può influenzare la salute materna e quella del feto in via di sviluppo.

Microbi materni: perché sono importanti?

La composizione del microbiota materno cambia durante la gravidanza, diventando meno diversificato con una alterazione dei livelli di specifiche comunità batteriche. Questo sembra avere un ampio spettro di effetti sulla coppia madre-bambino. 

I livelli di meconio dei generi Bacteroides, Parabacteroide, Lachnospiraceae aumentano nei neonati di madri con diabete gestazionale. In aggiunta, una riduzione dei livelli fecali di bifidobatteri e un aumento delle specie di Staphylococcus aureus sono stati associati a un maggior rischio di obesità infantile.

Diversi studi hanno mostrato che livelli più elevati di Prevotella, Mobiluncus, Gardnerella, Bacteroides e Peptostreptococcus nella placenta sono collegati a una maggiore incidenza di nascita pretermine.

Inoltre, la disbiosi (composizione e/o funzionamento alterato) del microbiota materno durante la gravidanza aumenta il rischio di sviluppare infezioni vaginali, preeclampsia, ipertensione, malattie cardiovascolari, eccessivo aumento di peso e disfunzioni renali. 

Non è solo il bambino a beneficiarne, anche le mamme

Diversi studi hanno dimostrato che la modulazione dei probiotici può avere un impatto positivo sulla salute materna. La gravidanza è un fattore predisponente per lo sviluppo di infezioni vaginali tra cui la candidosi vulvovaginale e la vaginite batterica.

Purtroppo, se non trattata, la candidosi vulvovaginale può provocare corioamnionite con conseguenti nascite premature, infezione del neonato o aborto spontaneo, evidenziando così l’interconnessione del tratto urogenitale con il successo della gravidanza e dei risultati del parto.

I cambiamenti negli ormoni durante la gravidanza rilassano la muscolatura liscia intestinale, riducendo la peristalsi e aumentando così il rischio di stitichezza.

Uno studio condotto su un campione di donne incinte che hanno consumato 300g di yogurt contenente ceppi probiotici specifici di Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterium lactis tre volte al giorno, ha mostrato una riduzione della stipsi, una diminuzione del tempo di transito gastrointestinale e un aumento della frequenza della defecazione.

Gli impatti dei probiotici sulla funzione gastrointestinale e sulla qualità della vita sono stati valutati con uno studio di 16 giorni con ceppi multipli di probiotici (tra cui L. plantarum, L. bulgaricus, L. paracasei, L. plantarum e L. casei) somministrati in due cicli, compresi due giorni senza probiotici. I risultati hanno evidenziato una riduzione significativa della gravità di nausea, vomito e costipazione, corrispondente a una migliore qualità di vita materna.

L’obesità inoltre aumenta i rischi di sviluppare diabete gestazionale, preeclampsia, ipertensione, macrosomia e morte fetale.

Livelli fecali elevati di Staphylococcus e Bacteroides sono stati trovati in donne incinte sovrappeso e obese rispetto alle donne incinte di peso normale.

In uno studio controllato randomizzato è stato fornito un probiotico multispecie con ceppi di Lacticaseibacillus rhamnosus e Bifidobacterium lactis a donne incinte dal primo trimestre fino alla fine dell’allattamento esclusivo al seno è stata mostrata una riduzione del diabete gestazionale dal 36% al 13%

Le donne con diagnosi di diabete mellito gestazionale, a cui è stato fornito un probiotico quotidiano contenente ceppi di L. casei, B. bifidum e L. acidophilus (2×10 9 CFU/g) per 6 settimane, hanno osservato una riduzione significativa della glicemia a digiuno, dell’insulina nel siero e una ridotta resistenza all’insulina rispetto al controllo. Risultati simili sono stati riportati da uno studio di 12 settimane con madri nel loro secondo trimestre, che hanno ricevuto probiotici con ceppi di L. acidophilus, B. bifidum e L. casei; le madri avevano livelli inferiori di zucchero nel sangue, CRP e trigliceridi. Altri studi hanno mostrato effetti variabili dei probiotici sullo zucchero nel sangue, e ulteriori studi sono stati raccomandati per chiarire l’impatto di ceppi specifici.

L’effetto dell’integrazione probiotica sulla prevenzione della preeclampsia è stato valutato in donne incinte che ricevevano ceppi di L. rhamnosus, L. acidophilus e B. lactis in prodotti caseari; è stata riportata una riduzione significativa dei tassi di preeclampsia.

Questi miglioramenti metabolici materni dopo l’assunzione di probiotici sono importanti per ridurre molteplici esiti fetali potenzialmente dannosi. Uno di questi esiti negativi è la nascita pretermine e i probiotici sono stati esplorati in questo settore per il loro potenziale nella riduzione della probabilità che questa si verifichi.

A 106 donne tra le 24 e 34 settimane di gestazione, che hanno sperimentato la rottura prematura delle membrane, è stata somministrata una capsula probiotica vaginale o un controllo in combinazione con antibiotici per 10 giorni. Le capsule probiotiche contenevano quantità uguali di ceppi di Lactobacillus gasseri e L. rhamnosus (108 CFU) ciascuna.

I partecipanti che hanno ricevuto i probiotici, rispetto ai soli antibiotici, avevano un’età gestazionale media del parto più alta e un periodo di latenza maggiore – entrambi più lunghi di circa 2-3 settimane rispetto al controllo. Altri studi che hanno valutato il consumo di probiotici in donne incinte hanno anche identificato un rischio inferiore di parto pretermine quando i probiotici sono stati assunti durante l’inizio della gravidanza; tuttavia, non vi è stato alcun beneficio apparente legato al consumo di probiotici se l’assunzione è iniziata durante la tarda gravidanza.

Ulteriori studi, sono stati condotti studi per valutare anche l’impatto del consumo di probiotici sulla depressione post-partum, una condizione stigmatizzata e sottovalutata, che ha un impatto negativo sulle madri e sulla loro capacità di prendersi cura dei loro bambini e di loro stesse.

Gli studi indicano che le madri che ricevono una formulazione probiotica multispecie contenente ceppi di B. longum e L. helveticus hanno sperimentato significativamente meno ansia e depressione. Uno studio simile con ceppi di L. rhamnosus ha suggerito benefici analoghi, anche se questo era basato su dati retrospettivi auto riferiti sulla salute mentale. 

Ci sono molteplici modi in cui le donne in gravidanza possono beneficiare del consumo di specifici ceppi di probiotici consumati in quantità adeguate per una durata appropriata per i benefici per la salute del feto in crescita e i risultati a lungo termine sulla salute e la qualità della vita delle madri. L’utilizzo del potenziale sinergico dei microbi probiotici è un metodo a basso rischio e sottoutilizzato per avere un impatto positivo sulla salute materno-infantile.

George Paraskevakos, MBA
Executive Director International Probiotic Association (IPA)

Informazioni su IPA

L’International Probiotics Association (IPA) è un’organizzazione globale senza scopo di lucro che riunisce, attraverso i suoi membri, le parti interessate del settore probiotico, compresi, ma non solo, il mondo accademico, gli scienziati, gli operatori sanitari, i consumatori, l’industria e le autorità di regolamentazione. La missione dell’IPA è quella di promuovere l’uso sicuro ed efficace dei probiotici in tutto il mondo. Detenendo lo status di ONG davanti al Codex Alimentarius, l’IPA è anche riconosciuta come la “voce globale dei probiotici” unificata in tutto il mondo.

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