Gli esperti scientifici di ‘IPA Europe’ e ‘l’International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics’ (ISAPP) hanno identificato quattro criteri, prerequisiti essenziali per qualificare correttamente i microrganismi probiotici negli alimenti e negli integratori alimentari:
- devono avere un contenuto definito
- devono essere vivi e attivi in quantità sufficiente fino al momento del consumo
- devono essere considerati sicuri per l’uso previsto
- devono essere documentati da prove cliniche adeguate o sulla base delle specifiche disposizioni nazionali.
Un passo avanti rispetto alla definizione “Microrganismi vivi che se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio per la salute dell’ospite” stabilita 20 anni fa dai principali gruppi di esperti mondiali di FAO/WTO durante la conferenza di Cordoba, in Argentina.
L’articolo pubblicato su “Frontiers in Microbiology” è disponibile qui:
L’ampia adozione di questi criteri da parte delle autorità nazionali ed europee è necessaria per identificare la categoria dei microrganismi probiotici negli alimenti e negli integratori alimentari, e per garantire l’uso corretto della parola nelle pubblicazioni scientifiche, sulle etichette dei prodotti, nelle comunicazioni istituzionali e nell’informazione ai consumatori.