L’immunoterapia antitumorale si è rivelata promettente per il trattamento di una varietà di tumori, ma predispone i pazienti all’infiammazione intestinale.
Un piccolo studio clinico condotto di recente mostra che il trapianto di microbiota fecale (FMT) può alleviare l’infiammazione intestinale e la diarrea nei pazienti oncologici sottoposti a immunoterapia.
I risultati, pubblicati su Science Translational Medicine, suggeriscono quindi che l’FMT è una strategia efficace per mitigare gli effetti collaterali intestinali di questo trattamento antitumorale.
Precedenti studi avevano già dimostrato che il trasferimento di microbi intestinali da pazienti oncologici ai topi comporta un aumento della risposta all’immunoterapia antitumorale, ma finora non era chiaro se il trapianto di microbiota fecale potesse anche aiutare ad alleviare gli effetti collaterali intestinali della terapia.
Per rispondere a questa domanda, Taylor Halsey del University of Texas MD Anderson Cancer Center di Houston e i suoi colleghi hanno esaminato 12 pazienti oncologici sottoposti a immunoterapia che presentavano grave infiammazione intestinale o diarrea e che erano stati sottoposti a FMT.
Riduce i sintomi delle immunoterapie
Il trapianto di microbiota fecale è stato somministrato in media 89 giorni dopo la comparsa dei sintomi intestinali.
Dei 12 partecipanti allo studio, 10 hanno mostrato un miglioramento dei sintomi e 7 una risposta completa. Tre pazienti hanno ricevuto un ulteriore FMT per risposte parziali e quattro hanno richiesto un ulteriore trattamento immunosoppressore.
A 7 e 30 giorni dopo l’intervento non sono state riportate complicazioni. Ciò suggerisce che il trattamento è generalmente sicuro e ben tollerato.
Successivamente, i ricercatori hanno confrontato la composizione del microbiota dei partecipanti prima dell’FMT: al basale, sono stati riscontrati livelli più bassi dei batteri Bifidobacterium e Collinsella nei soggetti che hanno mostrato una risposta completa al trattamento.
Infiammazione intestinale più bassa
I ricercatori hanno anche identificato i microbi presenti dopo aver ricevuto il trapianto di microbiota fecale: nei pazienti che hanno mostrato una risposta completa alcuni batteri, tra cui Collinsella, Bifidobacterium e Coprococcus, sono risultati arricchiti, mentre altri, come i batteri Tyzerella, sono risultati ridotti.
Infine, il team ha scoperto che i linfociti T CD8+ sono diminuiti nei pazienti che mostravano una risposta completa all’FMT.
Conclusioni
«In futuro saranno necessari studi clinici più ampi per caratterizzare meglio l’efficacia e la sicurezza dell’FMT come strategia per alleviare gli effetti collaterali intestinali legati all’immunoterapia. Tuttavia, ci aspettiamo che l’FMT diventi un approccio utile per trattare i pazienti con colite immuno-mediata nelle fasi iniziali della presentazione» concludono i ricercatori.