Valutando le caratteristiche del microbioma orale di soggetti fumatori potrebbe essere possibile determinarne la propensione a sviluppare il tumore testa-collo. La mucosa orale di questi ha infatti dimostrato una maggiore variabilità inter-individuale e una minor ricchezza batterica rispetto ai fumatori sani. L’espressione di specifici taxa e vie metaboliche sono poi risultate correlate ai livelli di danno genetico e allo stato di salute.
È quanto conclude lo studio di Ashok Kumar Sharma e colleghi della University of Minnesota (USA), di recente pubblicazione su Cancer Prevention Research.
Tumori testa collo e fumo
Il tumore testa-collo ha dimostrato una stretta correlazione con l’abitudine al fumo. Di contro, solo una piccola parte dei fumatori sviluppa la patologia suggerendo il coinvolgimento di altri fattori.
Il microbioma potrebbe essere uno di questo considerandone il ruolo in molte forme tumorali.
Per approfondire questa possibilità, campioni di microbioma della mucosa orale di 27 pazienti fumatori con tumore testa-collo (TC; 44% orofaringe, 22% laringe, 22% cavità orale, 7% ipofaringe, 3% altri) sono stati confrontati con quelli di 24 fumatori sani (controlli) per determinarne eventuali variazioni sia nella composizione batterica sia nei livelli di danno genetico delle cellule mucosali (addotti al DNA), fattore pro-canceroso. Di seguito i risultati.
Microbiota orale e rischio oncologico
Dall’analisi del profilo microbico è emerso che, il gruppo dei pazienti rispetto ai controlli ha:
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- una ricchezza batterica inferiore
- significativa differenza in termini di beta-diversity
- una maggiore variazione inter-individuale suggerendo una più elevata eterogeneità in presenza di malattia
- tra gli 11 taxa risultati significativi nel discriminare i due gruppi, l’abbondanza relativa di Stenotrophomonas, Ruminococcus e Comamonadaceae è risultata maggiore. Di contro, Tannerella, Capnocytophaga, Selenomonas, Veillonella, e Kingella hanno registrato una minore espressione rispetto ai controlli
- Ruminococcus, Stenotrophomonas e Comamonadaceae hanno dimostrato co-espressione tra i gruppi. Weeksellaceae e Capnocytophaga sono invece risultati solo nei controlli
Valutando poi il danno al DNA in termini di addotti con HPB (4-hydoxy-1(3-pyridyl)-1-butonanone) le cellule della mucosa orale dei pazienti hanno registrato i valori maggiori. Associando poi questi dati alla composizionebatterica:
- addotti al DNA e numero di taxa batterici espressi nello stesso sito mucosale hanno mostrato correlazione positiva in particolare con l’abbondanza di Stenotrophomonas, Ruminococcus e Comamonadaceae, ceppi unicamente espressi in questo gruppo
- di contro, ceppi distintivi dei controlli sani (Capnocytophaga, Kingella, Veillonella, e Weeksellaceae) , oltre che gli altri commensali hanno dimostrato correlazione negativa con l’aumento degli addotti al DNA
Da ultimo, i ricercatori hanno correlato pathways metabolici con il profilo batterico.
- dei 26 pathways predetti, 16 sono risultati incrementati nei casi. Tra questi quelli coinvolti nella degradazione degli xenobiotici, aminoacidi e ammine, antibiotico resistenza, tutti positivamente correlati ai tre taxa con aumentata espressione nei casi
- 10 invece i pathways aumentati nei controlli molti dei quali associati alla biosintesi o degradazione di zuccheri (xilosio, arabinosio ecc.), lipidi e amminoacidi. Anche in questo caso, associazione positiva è stata dimostrata con ceppi caratterizzanti questo gruppo quali Tannerella, Veillonella, Weeksellaceae, Heamophilus parainfluenzae, e Lachnospiraceae
Conclusioni
In conclusione dunque, seppur in attesa di ulteriori conferme e di un approfondimento dei meccanismi che ne stanno alla base, l’analisi del microbioma sembrerebbe essere una procedura diagnostica predittiva per il tumore testa-collo nei fumatori.
Alterazioni specifiche sono infatti state dimostrate in presenza di malattia e in associazione a un aumentato livello di danno genetico.