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Antibiotici: alterano il microbioma anche nei bambini

I bambini sottoposti a cicli di antibiotici nei primi anni di età mostrano una riduzione nella biodiversità dei microbi.
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Antibiotici: alterano il microbioma anche nei bambini

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Fonte: Massachusetts Institute of Technology and Harvard University in Cambridge

Le cure a base di antibiotici alterano i delicati equilibri dei batteri presenti a livello intestinale. Secondo due recenti studi statunitensi, che hanno coinvolto più di ottanta bambini, questo accade anche sotto i tre anni di età.

Il microbioma intestinale, secondo i risultati emersi dalle ricerche, sarebbe alterato anche dalla dieta e dalla modalità di nascita.

I bambini sottoposti a ripetuti cicli di antibiotici nei primi anni di età mostrano una riduzione nella biodiversità dei microbi e l’attivazione temporanea di geni legati all’antibiotico-resistenza. Saranno necessari altri studi per stabilire le conseguenze a lungo termine.

L’alterazione del microbioma intestinale è stata già collegata, nei bambini, allo sviluppo futuro di patologie come obesità, diabete, asma e alcune forme allergiche.

I batteri che risiedono nel nostro intestino, in effetti, giocano un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo e delle difese immunitarie dell’organismo.

Non è ancora chiaro come si sviluppi il microbioma intestinale durante la prima infanzia, né come questo reagisca agli stimoli ambientali, come appunto l’esposizione agli antibiotici, il taglio cesareo o la dieta a base di latte in polvere.

L’uso degli antibiotici, in particolare, è molto diffuso anche fra i bambini. Secondo i dati AIFA, nel 2008 il 53% dei bambini italiani ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici. Negli Stati Uniti, dove si sono svolti gli studi, in media si ricevono tre cicli di antibiotici entro i due anni di età.

Il primo studio ha coinvolto 43 bambini americani, seguiti per i primi due anni dopo la nascita. I ricercatori hanno analizzato campioni fecali dei bambini e altri parametri dalle rispettive madri, prima e dopo il parto.

Le analisi hanno evidenziato che gli antibiotici, il taglio cesareo e la dieta a base di latte in polvere inducono un ritardo nello sviluppo del microbioma intestinale dei bambini e una ridotta diversità batterica.

Lo sviluppo sano dei batteri intestinali potrebbe essere influenzato anche dalla madre, attraverso il passaggio dei batteri da madre a figlio durante il parto, l’allattamento al seno e il contatto fisico.

Nel secondo studio, sono stati seguiti per tre anni dopo la nascita 39 bambini. Oltre alla ridotta biodiversità dei microbi, i ripetuti cicli di antibiotici hanno persino aumentato l’attività di geni che inducono resistenza agli antibiotici.

Nei primi mesi di vita, a tutti i bambini nati tramite parto cesareo (e circa il 20% di quelli nati attraverso parto naturale) mancavano i batteroidi, una specie nota per regolare l’immunità dell’intestino. Il picco nell’attività dei geni legati all’antibiotico-resistenza è parso invece temporaneo: per ragioni non del tutto chiarite, questi geni si sono manifestati persino in alcuni bambini, anche molto piccoli (fino a due mesi di vita), mai esposti agli antibiotici.

Davide Soldati

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