Il trapianto di microbiota è un approccio promettente per trattare gli squilibri del microbiota intestinale, ma la loro efficacia dipende dalla persistenza a lungo termine, ovvero dal cosiddetto engraftment (colonizzazione) di ceppi batterici nel microbiota ricevente.
Una nuova ricerca suggerisce che una combinazione di oligosaccaridi derivati dal latte umano (HMO) e del microrganismo probiotico Bifidobacterium infantis potrebbe aiutare a manipolare il microbiota intestinale in modo da ottenere benefici terapeutici.
I risultati, pubblicati su Cell Host & Microbe, potrebbero quindi aiutare a sviluppare terapie a base microbica per ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale per esempio in condizioni come il morbo di Crohn.
Il ruolo degli oligosaccaridi del latte umano
Ricerche recenti hanno dimostrato che una miscela di un singolo oligosaccaride del latte umano e Bifidobacterium pseudocatenulatum ne ha favorito l’attecchimento e ha consentito di osservare effetti benefici in un modello murino di colite.
Gli oligosaccaridi del latte umano (HMO) sono una famiglia di zuccheri presenti nel latte materno umano che fungono da prebiotico il cui scopo è favorire la costituzione del microbiota intestinale del bambino.
B. infantis è una specie batterica, spesso presente nell’intestino dei bambini, in grado di utilizzare gli HMO e di favorire la maturazione del sistema immunitario e del tratto intestinale.
Tuttavia, quando i bambini vengono svezzati, l’abbondanza di B. infantis si riduce a favore di altre specie batteriche.
Per valutare l’attecchimento di B. infantis nel microbiota intestinale adulto, Gregory McKenzie di Prolacta Bioscience e i suoi colleghi hanno arruolato 62 persone sane in uno studio clinico.
Colonizzazione intestinale dei probiotici
I partecipanti allo studio sono stati divisi in sei gruppi di circa 10 persone e hanno ricevuto:
- dosi multiple di HMO
- un integratore di B. infantis disponibile in commercio
- entrambi.
In particolare, un gruppo ha ricevuto dosi giornaliere di B. infantis per 7 giorni; un secondo gruppo ha ricevuto due dosi giornaliere di soli HMO per 14 giorni; altri tre gruppi hanno ricevuto entrambi per i primi 7 giorni, seguiti dai soli HMO fino al giorno 14. A nessuno dei partecipanti sono stati somministrati antibiotici prima del trattamento.
I soggetti che hanno ricevuto sia gli zuccheri derivati dal latte umano sia il supplemento di B. infantis hanno mostrato alti livelli di colonizzazione di B. infantis. Non sono stati segnalati effetti avversi.
L’attecchimento di B. infantis ha portato anche a cambiamenti nei livelli di diversi metaboliti, in particolare l’aumento dei livelli di lattato (ma di nessun altro acido grasso a catena corta) al giorno 15.
Effetti benefici degli HMO
Ulteriori esperimenti hanno mostrato che gli oligosaccaridi derivati dal latte umano promuovono l’attecchimento di B. infantis nel microbiota intestinale umano trapiantato in topi germ-free.
La combinazione di HMO e integratore probiotico ha anche aumentato i livelli di butirrato nei topi e nelle co-colture con batteri Firmicutes e ha inibito la crescita di batteri che possono causare malattie gastrointestinali.
L’aumento della produzione di butirrato potrebbe rappresentare il meccanismo mediante il quale il trattamento con B. infantis e HMO giova alle persone con microbiota intestinale alterato.
Conclusioni
«B. infantis può modulare l’ambiente intestinale attraverso il metabolismo dell’HMO e la produzione di metaboliti: entrambi questi processi possono sia aumentare la sintesi di butirrato da parte dei microbi commensali sia inibire gli enteropatogeni.
Questo studio apre anche le porte allo sviluppo di prodotti bioterapici vivi (Live Biotherapeutics Products) prevedibili e controllabili per il trattamento di un’ampia varietà di disturbi del microbiota».