Negli ultimi anni è stato osservato un ruolo importante del microbiota intestinale nello sviluppo e nella progressione dell’artrite reumatoide.
È stato infatti dimostrato che modifiche nella sua composizione sono correlate alla sua patogenesi. Pertanto, l’aggiunta di probiotici o l’eliminazione di batteri intestinali dannosi potrebbero rappresentare potenziali trattamenti alternativi per l’artrite reumatoide, sia in combinazione con le attuali terapie sia come trattamenti sostitutivi. Un recente studio di Zhou e colleghi, pubblicato sulla rivista Gut, suggerisce che il ceppo batterico Parabacteroides distasonis è un probiotico promettente per il trattamento dell’artrite reumatoide.
Parabacteroides distasonis, potenziale probiotico 2.0
Per determinare il ruolo di questo batterio e la relazione tra le alterazioni del microbiota intestinale e la patogenesi di questa patologia, gli autori hanno utilizzato sia modelli murini sia il sequenziamento del gene 16S rDNA e la metagenomica shotgun su campioni fecali di individui sani e pazienti affetti da artrite reumatoide.
Il profilo del microbiota intestinale nei pazienti con artrite reumatoide rivela una diminuzione dell’abbondanza di P. distasonis. Differenze significative sono state osservate nella composizione del microbiota intestinale tra soggetti affetti da questa patologia e controlli sani.
Nei primi, l’abbondanza relativa di Bacteroidetes è risultata ridotta, mentre quella di Verrucomicrobia aumentata. In particolare, dai dati ottenuti è emersa un’associazione negativa tra l’abbondanza del genere Parabacteroides e lo score di malattia.
Inoltre, l’indagine metagenomica su soggetti sani e pazienti con artrite reumatoide di nuova insorgenza naive al trattamento ha rivelato 19 specie differenti all’interno del genere Parabacteroides. In particolare, i livelli di P. distasonis sono risultati ridotti nei campioni fecali di pazienti con artrite reumatoide.
Postbiotici che attenuano la gravità dell’artrite infiammatoria
In un modello murino di artrite reumatoide l’abbondanza relativa di P. distasonis è risultata inferiore e la somministrazione orale di P. distasonis vivo (LPD) ne ha aumentato i livelli nell’intestino.
Il trattamento con questo probiotico per quattro settimane ha ripristinato e aumentato i livelli di P. distasonis, portando a un miglioramento dei sintomi, specialmente a livello delle articolazioni. È interessante notare che gli effetti protettivi di LDP richiedevano il coinvolgimento di altri microbi intestinali. Infatti, è stato riscontrato che l’uso di antibiotici combinati prima della somministrazione orale di LPD attenua i benefici di P. distasonis. Il trattamento con LPD ha anche ridotto l’infiammazione articolare e i livelli di autoanticorpi nei topi.
Come osservato per P. distasonis, il trattamento con alcuni suoi metaboliti (postbiotici) ha comportato un’attenuazione del danno artritico, un miglioramento del danno osseo e cartilagineo e una riduzione dei marcatori infiammatori articolari.
Questi metaboliti, a basse dosi e in combinazione, hanno anche mostrato effetti protettivi contro l’artrite reumatoide, suggerendo il loro potenziale nel trattamento di questa patologia.
Ginsenoside Rg2, il prebiotico che promuove la crescita di P. distasonis
I ricercatori hanno infine deciso di identificare potenziali candidati tra i composti naturali (cioè le saponine) che potrebbero promuovere la crescita di P. distasonis.
Su 112 saponine naturali esaminate, il ginsenoside Rg2 è risultato avere la maggiore capacità di migliorare la crescita di P. distasonis.
La somministrazione orale di Rg2 ha ripristinato la presenza di P. distasonis nei campioni fecali di topi artritici, e questo ha portato al miglioramento degli indicatori patologici. Pertanto, Rg2 ha agito come agente prebiotico e ha svolto un ruolo terapeutico nei topi artritici stimolando la crescita di P. distasonis.
Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, questo studio rivela che P. distasonis e i suoi metaboliti potrebbero essere candidati promettenti per il trattamento dell’artrite reumatoide.
In particolare, grazie alla sua capacità di promuovere la crescita di P. distasonis, il composto naturale Rg2 potrebbe essere utilizzato come agente prebiotico per prevenire questa patologia.
Nel complesso, i risultati ottenuti aprono dunque la strada a una nuova gestione dei pazienti affetti da artrite reumatoide.