Il microbiota vaginale può influenzare la suscettibilità di una donna alle infezioni da Chlamydia bloccando l’ingresso del patogeno nelle cellule umane. La scoperta, pubblicata su mBio, potrebbe portare a nuove strategie per proteggere dalla clamidia e da altre infezioni a trasmissione sessuale.
In precedenti studi è stato osservato che i microrganismi che popolano la vagina, in particolare i lattobacilli, proteggono le donne dalla Chlamydia trachomatis, l’agente eziologico di una delle più comuni infezioni a trasmissione sessuale. Ma i meccanismi attraverso i quali il microbiota vaginale induce resistenza alla clamidia non sono ancora chiari.
A questo scopo, un team di ricercatori guidato da Vonetta Edwards e Steven Smith dell’Università del Maryland, Baltimora, ha analizzato il microbiota vaginale di 150 donne con infezione da clamidia, prima e dopo il trattamento con antibiotici.
Lactobacillus crispatus protegge dalle infezioni
Lactobacillus iners, un batterio che si trova comunemente nella vagina, non è in grado di proteggere in modo ottimale le cellule che rivestono la vagina dalla clamidia, al contrario di un’altra specie di lattobacillo (Lactobacillus crispatus), anch’essa presente sulla mucosa vaginale.
I ricercatori hanno scoperto che molecole prodotte da L. crispatus sono in grado di proteggere le cellule epiteliali vaginali coltivate in vitro contro la clamidia, mentre quelle prodotte da L. iners hanno un impatto limitato sull’infezione.
Per capire come diversi lattobacilli abbiano effetti così diversi sull’infezione, i ricercatori hanno esaminato il tipo di acido lattico prodotto dalle due specie (L-lattato o D-lattato). Entrambi riducono il pH vaginale, il che aiuta a prevenire le infezioni. L. iners è in grado di produrre solo L-lattato, mentre L. crispatus ha prodotto entrambe le forme, ma in quantità maggiori il D-lattato rispetto a L-lattato. L’aggiunta di solo D-lattato alle cellule epiteliali vaginali le ha protette dall’infezione da Chlamydia, purché il pH fosse basso.
Riduzione della proliferazione cellulare
Successivamente, i ricercatori hanno iniziato a studiare l’impatto del microbiota sulle cellule epiteliali vaginali. Analizzando i campioni di 16 donne ottenuti in un periodo di 10 settimane, i ricercatori hanno identificato specifici microRNA. L’espressione di geni regolati da uno di questi microRNA è risultata modificata a seconda che le cellule fossero esposte a prodotti di L. crispatus o L. iners.
Inoltre, le cellule epiteliali vaginali esposte in vitro ai prodotti dei diversi lattobacilli hanno mostrato cambiamenti nell’espressione dei geni che codificano per gli enzimi che modificano la struttura della cromatina per alterare l’espressione genica. Tra i target di questi enzimi diversi geni coinvolti nella regolazione della proliferazione cellulare, che rappresenta la chiave per un’efficace infezione da Chlamydia. In particolare, i prodotti di L. crispatus hanno inibito la proliferazione cellulare.
I risultati suggeriscono che i lattobacilli che producono D-lattato, come L. crispatus, sono in grado di ridurre la suscettibilità delle cellule epiteliali vaginali all’infezione da Chlamydia regolando l’espressione genica e la proliferazione cellulare. I ricercatori sperano ora di comprendere i meccanismi alla base della risposta dell’ospite al microbiota vaginale.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione