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Antibiotico resistenza: agire sul microbiota per preservare la salute globale

Interventi sulla dieta potrebbero dare benefici nel ridurre la diffusione di antibiotico resistenza: un ricco consumo di fibre è risultato associato a una maggiore protezione.
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Antibiotico resistenza: agire sul microbiota per preservare la salute globale

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Stato dell'arte
La resistenza antimicrobica è una delle principali cause di morbilità e mortalità. Strategie efficaci per ridurne la diffusione e l’impatto sono perciò necessarie.
Cosa aggiunge questa ricerca
In questo studio è stata esaminata l’eventuale associazione tra dieta e stili di vita con la resistenza antibiotica in soggetti residenti negli Stati Uniti considerando come il microbiota rivesta un ruolo primario nello sviluppo di tolleranza.
Conclusioni
Interventi sulla dieta potrebbero dare benefici nel ridurre la diffusione di antibiotico resistenza. Un ricco consumo di fibre ad esempio è risultato associato a una maggiore protezione.

In questo articolo

L’antibiotico resistenza impatta pesantemente sulla salute globale rendendo sempre più trattamenti inefficaci. All’adattamento innato dei batteri, un uso improprio accompagnato da un accidentale introito attraverso il consumo di carni allevate con antibiotici contribuisce ad aggravare la situazione. 

Considerando come la “sede” dell’antibiotico resistenza sia il microbiota intestinale, elementi che lo influenzano potrebbero quindi indirettamente condizionarne lo sviluppo. Tra questi, la dieta

Nonostante la correlazione tra dieta e antibiotico resistenza sia stata comprovata negli animali, evidenze nell’uomo rimangono ancora da approfondire. Scopo di questo studio è stato quindi quello di capire meglio come dieta e stile di vita impattino sul potenziale sviluppo di antibiotico resistenza in 290 soggetti sani monitorando l’espressione di geni correlati. Di seguito i principali risultati. 

Antibiotici e stili di vita

Da una valutazione qualitativa e quantitativa dei geni di resistenza antibiotica (ARGs) si è osservata una netta distinzione tra i soggetti sani e quelli che hanno sviluppato resistenza. In particolare:

  • la resistenza agli aminoglicosidi è risultata la più frequente, seguita da macrolidi, lincosamide, streptogramine e tetracicline 
  • l’abbondanza di ARGs ha mostrato correlazione positiva con la diversità nei meccanismi di resistenza antimicrobica (AMRs) come del resto nella presenza di resistenza a metalli e altri farmaci. Bassi o inesistenti invece in individui con un profilo debole di ARGs

Differenze nell’abbondanza di ARGs sono poi risultate correlate anche con differenze nel microbioma intestinale:

  • soggetti con un elevato numero di ARGs hanno infatti mostrato anche una presenza di Streptococcoceae ed Enterobacteriaceae significativamente maggiore
  • a separare i soggetti con un profilo di ARGs intermedio invece, le famiglie Clostridiaceae ed Elusimicrobiaceae
  • differenti specie della famiglia Clostridiaceae hanno contribuito anche a distinguere il gruppo con i minori ARGs
  • l’abbondanza di taxa quali Clostridium CAG-508, Enterobacteriaceae e Streptococcaceae ha mostrato di stratificare in base al gruppo ARGs di appartenenza (basso, medio, alto)

Quanto pesa la dieta?

Ma da cosa dipende l’insorgenza di ARGs? Volendo approfondire il contributo della dieta, se ne è difatti visto un coinvolgimento anche nell’uomo. Infatti:

  • un elevato consumo di fibre, ma scarso di proteine animali sembrerebbe risultare in un basso rischio di sviluppare resistenza antibiotica
  • il gene aminoglycoside-O-phosphotransferase (aph3-dprime) ha mostrato una variazione significativa e inversa con l’apporto di fibre solubili e di calorie abituali suggerendo un suo possibile coinvolgimento nello sviluppo di AMR
  • la diversità nella dieta e l’apporto di fibre sono risultati fattori predittivi e in grado di distinguere vari profili di ARG sulla base di un approccio computazionale.

Conclusioni

In questo studio è stata quindi analizzata l’associazione tra il corredo genetico correlato a resistenza antibiotica (resistoma), dieta e microbiota. 

Nonostante tutti i soggetti fossero sani si è registrata un’elevata diversità nel profilo di ARG. Un elevato consumo di fibre, scarso di proteine animali, sembrerebbe infatti proteggere dall’insorgenza di ARGs e, di conseguenza, del meccanismo di resistenza. Parzialmente alterato anche il profilo microbico in associazione all’abbondanza di ARGs.

Una maggiore attenzione quindi, supportata da ulteriori ricerche, dovrebbe esser dedicata a una corretta alimentazione e a un fisiologico corredo batterico nella prevenzione o controllo di resistenza antibiotica.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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