Il microbioma potrebbe rappresentare un biomarcatore promettente nella diagnosi e nel trattamento del carcinoma polmonare. È l’osservazione emersa da un recente studio, pubblicato sulla rivista Seminars in Oncology.
Il tumore al polmone rappresenta uno dei tumori più comuni al mondo, con un tasso di mortalità molto alto. Tuttavia, negli ultimi anni, la ricerca sullo screening, da una parte, e nuovi approcci terapeutici, dall’altra, hanno favorito una diagnosi più precoce e risultati terapeutici significativamente migliori.
In questo contesto, l’identificazione di nuovi biomarcatori gioca un ruolo importante nell’individuazione dei pazienti che potrebbero trarre vantaggio dalla diagnosi precoce.
Biomarker per il carcinoma polmonare
Il National Institutes of Health statunitense definisce un biomarcatore come “una caratteristica che può essere misurata e valutata oggettivamente come indicatore di processi biologici normali, processi patologici o risposte farmacologiche a interventi terapeutici”.
Nello specifico, nello screening del tumore del polmone, un biomarcatore ideale dovrebbe guidare il processo decisionale clinico, senza aumentare il numero di test diagnostici, anche invasivi, o ritardare il trattamento. I biomarcatori clinicamente utili, inoltre, devono aderire a diversi criteri, tra cui validità e riproducibilità.
Mentre il ruolo chiave del microbioma nei disturbi infiammatori polmonari cronici è ormai noto, la parte che gioca nel tumore del polmone non è stata ancora compresa completamente.
Per questo, molti ricercatori hanno provato a studiare il microbioma di diversi distretti corporei per trovare un collegamento con il tumore del polmone e tentare di identificare nuovi biomarcatori, per migliorare il processo diagnostico e la stratificazione del rischio.
Cosa dicono gli studi pubblicati
- Microbioma orale e fecale: sono ricchi di potenziale per l’identificazione di nuovi biomarcatori del cancro del polmone poiché sono abbondanti e facili da campionare. Tuttavia, non sono stati, fino ad ora, identificati marcatori specifici di tumore del polmone nel microbioma fecale, mentre alcuni studi hanno evidenziato una diminuzione della biodiversità del microbioma orale associata al cancro del polmone.
- Microbioma plasmatico: facile da campionare come il microbioma orale o fecale, il DNA plasmatico cell-free ha dimostrato, ad oggi in un unico studio, una notevole capacità di discriminare tra gli individui sani e quelli affetti da cancro ai polmoni.
- Microbioma dell’espettorato: sebbene i campioni di espettorato riflettano il microbioma polmonare e siano facilmente reperibili in modo non invasivo, gli studi sono ancora scarsi. Ciò è probabilmente correlato alle preoccupazioni sulla contaminazione orale del campione.
- Microbioma bronchiale: il lavaggio broncoalveolare (BAL) è una procedura invasiva. Sebbene il BAL venga comunque spesso eseguito come parte della valutazione clinica del cancro del polmone, i campioni sono molto sensibili alla contaminazione e presentano quantità esigua di materiale analizzabile.
- Microbioma polmonare: anche il tessuto polmonare viene spesso ottenuto per scopi diagnostici e l’analisi del microbioma polmonare potrebbe rappresentare un approccio utile per identificare potenziali eziologie microbiche del cancro del polmone. Tuttavia, come il BAL, il tessuto polmonare presenta una biomassa batterica molto bassa, ed è molto sensibile alla contaminazione durante la manipolazione dei campioni. Gli studi sono ancora poco concordi, ma in alcuni casi sembra essere stato osservato un cambiamento nella biodiversità del microbioma polmonare dei pazienti con cancro. In particolare, sono stati isolati taxa che erano già stati associati, da studi precedenti, alle infezioni polmonari e che sono risultati più abbondanti nei pazienti con tumore del polmone (ad esempio, Streptococcus, Haemophilus, Moraxella e Mycobacterium). Nonostante queste correlazioni tra i taxa batterici e il cancro del polmone siano piuttosto interessanti, questi dati dovrebbero essere interpretati con cautela a causa della frequente concomitanza di questa patologia con altre malattie polmonari infiammatorie croniche, come la BPCO.
Conclusioni
Sebbene i primi risultati riassunti in questo nuovo studio non abbiano ancora permesso di rilevare un gruppo solido di biomarker basati sul microbioma, che possano aiutare nella diagnosi del tumore del polmone, essi hanno posto le basi per studi futuri, che potranno sicuramente ampliare le nostre conoscenze.
Per esempio, sarà interessante analizzare alcune coorti specifiche di pazienti (come pazienti con un’ esposizione al tabacco simile o con malattia polmonare cronica) per identificare biomarcatori microbiome based che possano essere utili nello screening e nella diagnosi precoce del cancro del polmone.