Gli effetti benefici del latte materno sono stati provati in numerosi studi e in relazione a diversi aspetti della salute del neonato.
Alcune ricerche hanno concentrato l’attenzione sulla composizione microbica del latte materno e sui suoi effetti sul microbiota intestinale del neonato, concludendo che la presenza di microrganismi benefici come i lattobacilli e i bifidobatteri può influire sullo sviluppo e sulla composizione del microbiota del bambino tramite l’allattamento.
In questa prospettiva, quindi, il ruolo dei probiotici è oggetto di interesse. Alcune ricerche hanno messo in luce l’efficacia della somministrazione di probiotici durante la gravidanza e l’allattamento nella regolazione dei livelli di molecole immunitarie e immunomodulanti nel latte materno, con un possibile effetto di riduzione del rischio di eczema e dermatite atopica nel bambino e benefici sui sintomi gastrointestinali.
Un gruppo di ricerca italiano ha approfondito lo studio sugli effetti sul latte materno della supplementazione con probiotici durante l’ultimo periodo della gravidanza e l’allattamento, concentrandosi su una particolare formulazione probiotica, contenente otto differenti specie batteriche (Streptococcus thermophilus NCIMB 30438, Bifidobacterium breve NCIMB 30441, Bifidobacterium longum NCIMB 30435, Bifidobacterium infantis NCIMB 30436, Lactobacillus acidophilus NCIMB 30442, Lactobacillus plantarum NCIMB 30437, Lactobacillus paracasei NCIMB 30439, Lactobacillus delbrueckii subsp. bulgaricus NCIMB 30440).
Come cambia il microbiota del latte
I ricercatori hanno valutato gli effetti dell’assunzione orale del probiotico sui livelli di batteri benefici e di altri componenti funzionali in grado di influenzare positivamente il microbiota, come gli oligosaccaridi e la lattoferrina, nel latte materno [1].
Nello studio, randomizzato e in doppio cieco, sono state incluse 66 donne sane in gravidanza, di età compresa tra 18 e 45 anni, che sono state randomizzate a ricevere giornalmente la supplementazione con probiotico orale oppure un placebo, a partire dalla 36a settimana di gestazione e fino a 4 settimane dopo il parto.
Il microbiota del latte materno è stato analizzato mediante real-time PCR convenzionale e quantitativa, e i risultati hanno indicato un diverso effetto del probiotico sulla composizione microbica del latte materno in relazione alla modalità del parto: considerando le partecipanti che avevano partorito per via vaginale, è stata rilevata una quantità significativamente più elevata di lattobacilli e di bifidobatteri nel colostro e nel latte maturo delle donne che assumevano il probiotico rispetto a quelle del gruppo placebo, mentre non emergono differenze significative in questo senso nelle donne che hanno partorito con taglio cesareo.
I livelli di oligosaccaridi e di lattoferrina nel latte sono risultati sovrapponibili nel gruppo trattato con probiotico e nel gruppo placebo, indipendentemente dalla modalità di parto.
I ricercatori hanno anche valutato la presenza nel latte materno delle specie e dei ceppi batterici contenuti nel probiotico stesso, con l’obiettivo di verificare l’eventuale trasmissione dei microrganismi dal microbiota intestinale materno alla ghiandola mammaria. I risultati indicano che questo passaggio non avviene.
Dal punto di vista della safety, poi, non sono stati segnalati effetti avversi significativi nelle donne che hanno assunto il probiotico e nei loro neonati, e la compliance è risultata buona.
Gli effetti sulle citochine e sulla salute gastrointestinale dei neonati
Nell’ambito dello stesso studio, i ricercatori italiani hanno indagato l’effetto della supplementazione con questa formulazione probiotica sul profilo delle citochine e dell’immunoglobulina A secretoria (sIgA) nel latte materno e nelle feci dei neonati [2].
Le analisi hanno evidenziato un effetto significativo del probiotico sui livelli medi di diverse citochine: la concentrazione di IL6 nel colostro è risultata significativamente più elevata nelle donne trattate con probiotico rispetto al gruppo placebo, mentre nel latte maturo sono stati rilevati livelli significativamente più alti nel gruppo del probiotico rispetto al placebo per quanto riguarda IL10 e TGFβ-1. Non sono emerse, invece, differenze statisticamente significative tra i due gruppi per quanto riguarda i valori medi di sIgA nel latte materno.
I ricercatori hanno analizzato anche la composizione di campioni di feci dei neonati, rilevando livelli medi di sIgA più elevati nei figli delle donne che avevano assunto il probiotico rispetto a quelle del gruppo placebo; per quanto riguarda la lattoferrina, invece, non sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi.
Infine, sono state valutate la safety della supplementazione con probiotico in relazione all’andamento dello sviluppo del neonato e gli effetti sui sintomi gastrointestinali.
Il probiotico è stato ben tollerato e non sono emersi effetti avversi significativi nelle donne e nei neonati, che hanno avuto un andamento della crescita simile a quello dei figli delle donne del gruppo placebo.
I neonati delle donne trattate con il probiotico, poi, hanno avuto meno episodi di coliche e di rigurgito, e l’analisi statistica ha indicato l’assunzione di probiotico da parte della madre come unico fattore con impatto significativo su questi sintomi.
Reference
1. Mastromarino P, Capobianco D, Miccheli A, et al. Administration of a multistrain probiotic product (VSL#3) to women in the perinatal period differentially affects breast milk beneficial microbiota in relation to mode of delivery. Pharmacol Res. 2015;95-96:63-70.
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1043661815000523?via%3Dihub
2. Baldassarre ME, Di Mauro A, Mastromarino P, et al. Administration of a multi-strain probiotic product to women in the perinatal period differentially affects the breast milk cytokine profile and may have beneficial effects on neonatal gastrointestinal functional symptoms. A Randomized Clinical Trial. Nutrients. 2016;8(11):677.
https://www.mdpi.com/2072-6643/8/11/677