Ricerche recenti suggeriscono un ruolo chiave della popolazione batterica intestinale nel favorire l’efficacia dei vaccini. Un nuovo studio ha dimostrato che l’alterazione del microbiota intestinale in seguito alla somministrazione di antibiotici può indebolire la capacità dell’organismo di produrre anticorpi efficaci.
I risultati, pubblicati su Cell Host & Microbe, indicano quindi che un microbiota intestinale sano e diversificato è importante per sviluppare risposte immunitarie forti e durature alla vaccinazione.
Ma non solo: i risultati hanno implicazioni più ampie per le strategie vaccinali personalizzate e le implicazioni per la salute pubblica, per la gestione degli antibiotici e le politiche vaccinali, per il ruolo del microbioma nello sviluppo dei vaccini e per la messa a punto di interventi terapeutici per migliorare le risposte immunitarie ai vaccini.
Studi precedenti hanno dimostrato che una proteina chiamata TLR5, che rileva i componenti batterici nell’intestino, contribuisce ad aumentare la produzione di anticorpi dopo la vaccinazione. Tuttavia, le prove dirette dell’impatto del microbiota sull’immunità sono ancora limitate.
I ricercatori guidati da Yupeng Feng della Stanford University in California hanno quindi deciso di esaminare come gli antibiotici ad ampio spettro, che interferiscono con il microbiota intestinale, influenzano nell’uomo la risposta immunitaria a un nuovo vaccino.
Microbiota e immunità
I 18 partecipanti allo studio hanno ricevuto due dosi del vaccino antirabbico: una al giorno 0 e una al giorno 28. Metà di loro ha assunto antibiotici per 5 giorni dopo la prima dose di vaccino, mentre l’altra metà non li ha assunti.
Gli antibiotici hanno ridotto il numero di batteri intestinali di oltre 100 volte e modificato la composizione del microbiota, con alcuni batteri che sono diventati temporaneamente dominanti.
Sebbene i livelli microbici siano gradualmente tornati alla normalità nelle persone che hanno assunto antibiotici, la diversità batterica è rimasta bassa per mesi.
I soggetti che hanno assunto antibiotici hanno avuto una risposta anticorpale quasi sei volte inferiore a quella del gruppo di controllo; questa risposta più debole è durata fino a sei mesi. Inoltre, il gruppo che ha assunto antibiotici presentava anche livelli inferiori di anticorpi protettivi e un minor numero di cellule immunitarie attive che solitamente aiutano a combattere le infezioni.
Aumento dell’infiammazione
Rispetto al gruppo di controllo, i partecipanti che hanno assunto antibiotici hanno mostrato segni di infiammazione più forti e duraturi.
Le analisi dei campioni di sangue hanno rivelato che gli antibiotici combinati con il vaccino hanno causato alterazioni nei metaboliti, tra cui l’aumento di alcuni composti correlati ai grassi e la riduzione di altri.
Gli antibiotici hanno anche ridotto i livelli di acidi biliari secondari prodotti dai batteri intestinali che contribuiscono a regolare l’infiammazione. Nel complesso, gli antibiotici hanno alterato l’equilibrio metabolico dell’organismo, il che a sua volta può influenzare la risposta immunitaria.
«I risultati suggeriscono dunque che un microbiota intestinale sano è importante per supportare risposte immunitarie efficaci ai vaccini, regolando l’infiammazione, il metabolismo e il comportamento delle cellule immunitarie» concludono gli autori dello studio.