La somministrazione orale di un probiotico multispecie può migliorare la funzionalità del nervo vago, con potenziali benefici nei pazienti con depressione maggiore.7
Questo studio pilota, randomizzato, controllato con placebo, condotto da Mörkl et al. presso il dipartimento di psichiatria e psicoterapia dell’università medica di Graz, in Austria, è stato pubblicato sull’autorevole e prestigiosa rivista scientifica Gut Microbes.
L’obiettivo di questo studio era valutare l’effetto sull’attività e la funzionalità del nervo vago (NV) in pazienti con depressione maggiore (MD) di un probiotico multispecie contenente:
- Bifidobacterium bifidum W23,
- Bifidobacterium lactis W51,
- Bifidobacterium lactis W52,
- Lactobacillus acidophilus W22,
- Lactobacillus casei W56,
- Lactobacillus paracasei W20,
- Lactobacillus plantarum W62,
- Lactobacillus salivarius W24,
- Lactococcus lactis W19
Ottantasei partecipanti hanno ricevuto il probiotico o il placebo, due volte al giorno. Durante il periodo di studio, non sono state apportate modifiche ai regimi farmacologici, né alle abitudini e attività di vita quotidiana.7
L’asse intestino-cervello nei disturbi psicologici e psichiatrici
Una comunicazione bi-direzionale equilibrata tra intestino e cervello è fondamentale per la salute fisica e mentale. L’asse intestino–cervello, che coinvolge ormoni, citochine, neuroni sensoriali e microbiota intestinale, regola la produzione di citochine, neurotrasmettitori e ormoni (come, ad esempio, la serotonina e la melatonina), influenzando così, indirettamente, i processi cognitivi e infiammatori.9,10
I mediatori biochimici prodotti dall’attività metabolica del microbiota intestinale possano influenzare e modulare svariati processi fisiologici dell’ospite. Attraverso la fermentazione delle fibre, i batteri intestinali producono e rilasciano acidi grassi a catena corta (SCFAs) – acetato, butirrato e propionato – che hanno proprietà antinfiammatorie e immuno-modulatorie e sono in grado d’attraversare anche la barriera emato-encefalica. Infatti, la loro azione a livello cerebrale è stata correlata ad un quadro più favorevole dei sintomi psichiatrici. 7,11
In aggiunta, i pazienti con disturbo depressivo maggiore mostrano alterazioni del microbiota intestinale, un aumento della permeabilità intestinale e un incremento dell’infiammazione sistemica. Queste modificazioni del tratto gastrointestinale possono influenzare la segnalazione del nervo vago, attraverso cui i segnali microbici vengono trasmessi al sistema nervoso centrale, contribuendo potenzialmente alla fisiopatologia della depressione.12
Il nervo vago e l’epitelio intestinale sono centrali nella comunicazione intestino–cervello, grazie proprio alle loro funzioni neuroendocrine. Una disbiosi intestinale può innescare processi di neuroinfiammazione, attraverso l’interazione diretta con il nervo vago, contribuendo a disturbi psicologici e psichiatrici cronici, mentre gli acidi grassi a catena corta (SCFA) — in particolare butirrato e acetato — supportano l’integrità intestinale e della barriera emato-encefalica e modulano l’attività delle microglia, aiutando a controllare la neuroinfiammazione associata a depressione e malattie neurodegenerative.7,11,13
Considerato l’impatto del microbiota intestinale sull’attività del nervo vago e sulle funzioni cerebrali, interventi mirati riguardo il microbiota intestinale possono risultare particolarmente utili. Probiotici multispecie con specifiche indicazioni mediche hanno, infatti, già dimostrato un’efficacia scientificamente comprovata nel ridurre i sintomi depressivi, e sono raccomandati come terapia complementare. 3–6
Cosa emerge dallo studio
La variabilità della frequenza cardiaca (HRV, Heart Rate Variability), misura diretta della funzionalità del nervo vago, risulta significativamente ridotta nei pazienti con depressione maggiore. Inoltre, la frequenza cardiaca mattutina è significativamente più elevata nei pazienti con depressione maggiore rispetto ai controlli sani.7
In questo studio clinico randomizzato e controllato con placebo, 86 pazienti con depressione maggiore hanno ricevuto per 3 mesi, due volte al giorno, placebo oppure un probiotico multispecie con indicazioni e rilevanza medica specifiche, contenente 9 ceppi: Bifidobacterium bifidum W23, Bifidobacterium lactis W51, Bifidobacterium lactis W52, Lactobacillus acidophilus W22, Lactobacillus casei W56, Lactobacillus paracasei W20, Lactobacillus plantarum W62, Lactobacillus salivarius W24 e Lactococcus lactis W19.
Dopo 3 mesi, nei pazienti con depressione maggiore è stata osservata una riduzione significativa della frequenza cardiaca mattutina (p = 0,003, Fig. a) e un altrettanto significativo miglioramento della funzione vagale (misurata come HRV o RMSSD; p = 0,02, Fig. b) rispetto al gruppo placebo.7
L’analisi del microbiota intestinale ha evidenziato un aumento della presenza di Christensellales e del batterio Akkermansia muciniphila, noto per la sua capacità di produrre muco.
Particolarmente rilevante è stato anche il miglioramento della qualità del sonno (valutata tramite il Pittsburgh Sleep Quality Index – PSQI, Fig. c) nei partecipanti con depressione maggiore trattati con il probiotico, accompagnato da una minore necessità di farmaci per addormentarsi.7

Figura: dopo 3 mesi di assunzione orale di un probiotico multispecie con indicazione medica specifica, è stata evidenziata una riduzione significativa della frequenza cardiaca mattutina (p = 0,003) (a), un miglioramento della funzionalità del nervo vago (p = 0,02) (b) e un aumento della qualità del sonno (c) riducendo la necessità di farmaci per l’addormentamento, nei pazienti con depressione maggiore (un punteggio PSQI più basso indica una migliore qualità del sonno).7
Il significato clinico di questi risultati
La depressione è un disturbo dell’umore, e coinvolge ambiti emotivi, cognitivi, comportamentali e fisici, con sintomi spesso sovrapponibili a quelli dell’ansia. La comorbidità tra queste due patologie è comune, e purtroppo mostrano frequentemente un esordio precoce.
Fattori di stress psicosociale presenti già dall’età preadolescenziale, come bullismo, conflitti familiari, isolamento e pressioni scolastiche, sono sempre più riconosciuti come elementi coinvolti nello sviluppo dei disturbi dell’umore e mostrano una tendenza in costante aumento. 14
Da un punto di vista scientifico, appare sempre più chiaro che depressione e disturbi d’ansia derivano spesso da un’interazione disfunzionale tra sistema nervoso e microbiota intestinale. È importante sottolineare che i pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile (IBS) — caratterizzati da severa disbiosi intestinale — risultano, infatti, significativamente più suscettibili allo sviluppo di sintomi legati ad ansia e depressione.15–17
Dato il ruolo cruciale dell’asse intestino–cervello nella regolazione dei processi emotivi e cognitivi, mantenere un microbiota intestinale equilibrato e in salute è fondamentale, sin dalla prima infanzia.18L’assunzione regolare di probiotici scientificamente validati può quindi svolgere un ruolo preventivo importante nel supportare la salute intestinale e il benessere psicologico, già a partire dall’età scolare.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fornito prove crescenti e consistenti dell’efficacia e dei benefici della somministrazione di probiotici multi-ceppo con specifiche indicazioni cliniche sulla salute dei pazienti affetti da disturbi psicologici e/o psichiatrici.19,20
Da questa prospettiva, lo studio mostra chiaramente che 3 mesi di assunzione di un probiotico multi-specie, contenente nove ceppi selezionati per una specifica indicazione clinica e utilizzato in aggiunta alla terapia standard, migliorano in modo significativo la funzionalità del nervo vago e la qualità del sonno, contribuendo a potenziare il benessere generale nei pazienti con depressione.7,20
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