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Asse intestino-cervello: i traumi infantili modificano il microbiota intestinale

Secondo uno studio della Columbia University, i traumi infantili favoriscono l’insorgere di disordini gastrointestinali e impattano sul microbiota intestinale.
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Asse intestino-cervello: i traumi infantili modificano il microbiota intestinale

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Stato dell'arte
I disordini gastrointestinali e quelli mentali spesso coesistono interagendo, con ogni probabilità, tramite il microbioma intestinale. I traumi subiti in tenera età possono provocare entrambi. Il legame tra questi tre fattori (traumi, disordini gastrointestinali e mentali) durante la fase di crescita rimane però ancora da esplorare
Cosa aggiunge questa ricerca
Lo studio valuta la correlazione fra trauma (distacco dalla famiglia biologica), disordini gastrointestinali e disordini mentali (ansia) a due e quattro anni di distanza in individui dai 3 ai 18 anni, confrontandoli con coetanei “non traumatizzati”. L’analisi si è basata sia sul monitoraggio di eventi clinici e comportamentali sia, per un sottogruppo, su esami strumentali (fMRI) e relativi al microbioma fecale
Conclusioni
L’esperienza traumatica in tenera età aumenta i disturbi gastrointestinali e gli stati ansiosi nel medio termine. Anche la composizione batterica sembrerebbe risentirne con una diminuzione della diversità e un’alterazione nell’attivazione della corteccia prefrontale in relazione a specifici ceppi

In questo articolo

Un evento traumatico in tenera età, come il distacco dalla famiglia biologica, ha conseguenze, anche imprevedibili, nel medio termine. Oltre ad aumentare gli episodi ansiosi, infatti, sembrerebbe promuovere anche l’insorgenza di disordini gastrointestinali, la riduzione della diversità batterica intestinale e la modulazione dell’attività nella corteccia prefrontale.

Lo suggerisce lo studio coordinato da Bridget L. Callaghan, della Columbia University, negli Stati Uniti, pubblicato sulla rivista Development and Psychopathology.

È ormai noto come esperienze traumatiche nei primi anni di vita abbiano conseguenze nel lungo termine, incrementando il rischio di disordini mentali e gastrointestinali con ogni probabilità attraverso l’asse di correlazione intestino-cervello. Questo dato però è stato dimostrato solo negli adulti, mentre sono carenti le evidenze nella fase di crescita e/o di sviluppo e quindi nel breve o medio termine.

A tal proposito, i ricercatori hanno dapprima (studio 1) verificato se il trauma, il distacco dalla famiglia biologica in questo caso, sia realmente associato a disturbi gastrici e se questi siano a loro volta precursori di stati ansiosi. In seguito (studio 2), sulla base di campioni fecali e risonanze magnetiche funzionali riferite a un ristretto numero di soggetti, hanno indagato le eventuali alterazioni batteriche e neurobiologiche associate a tali eventi. I risultati ottenuti sono stati molti. Di seguito si elencano i principali suddivisi, per chiarezza, in base alla fase di studio.

Associazione fra trauma, disturbi gastrointestinali e mentali

Per questa prima fase sono stati coinvolti 115 bambini/ragazzi dai 3 ai 18 anni con esperienza di distacco dalla famiglia (n=103 seguiti in istituti, n=12 dati in adozione) e 229 senza tale trauma (gruppo di controllo). L’intensità e la frequenza dei sintomi gastrointestinali (nausea, mal di stomaco ecc.), digestivi (vomito e costipazione) e ansiosi sono stati registrati con opportuni questionari e scale valutative (CBCL e RCADS-P per i primi, SCARED-P per i secondi) a due e quattro anni di distanza dall’evento (T2 e T3 rispettivamente).

Dal confronto dei due gruppi è emerso che:

  • l’esposizione a un trauma è significativamente associata con la presenza di disturbi gastrointestinali e digestivi in maniera proporzionale all’età in cui si verifica l’evento
  • al baseline, i disturbi gastrointestinali sono significativamente correlati con lo stato ansioso, il genere e l’avere o meno avuto un’esperienza traumatica, ma non con l’età
  • i disordini digestivi e l’età non hanno presentato associazione con la variazione dello stato ansioso al contrario di genere e presenza o meno di trauma
  • durante lo studio (T2 e T3), i disturbi gastrointestinali hanno mostrato interazione sia con il tempo sia con il gruppo di appartenenza (in presenza di trauma o meno). Con l’ansia si è mantenuta associazione in T2, ma non in T3, il che suggerisce un effetto di riduzione tempo-dipendente

Associazione microbioma-cervello

Un ulteriore approfondimento è stato condotto su un sottogruppo di 16 soggetti. Dall’analisi dei questionari relativi alle caratteristiche demografiche e alla dieta, compilati dai genitori e/o dai soggetti inclusi, dei campioni di microbioma fecale e delle immagini di risonanza magnetica funzionale cerebrale si è visto che:

  • tra tutti i campioni, i batteri del genere Bacteroides hanno registrato l’espressione maggiore senza nette distinzioni in base al gruppo di appartenenza. E’ stata, invece, osservata una correlazione positiva tra la loro espressione e il consumo medio di carboidrati
  • l’alpha-diversity, la beta-diversity e la ricchezza batterica hanno mostrato valori inferiori nel gruppo con trauma
  • sulla base dell’analisi LefSe, sono stati evidenziati 2 generi come possibili biomarcatori, uno dell’ordine Clostridiales (famiglia Lachnospiraceae) e l’altro di genere e famiglia sconosciuti, entrambi più espressi nel gruppo di controllo
  • il livello di un ristretto cluster di Bacteroides ha presentato associazione con l’attività della corteccia mediale frontale. L’espressione di Lachnospiraceae ha, inoltre, mostrato correlazione positiva con la funzionalità della corteccia prefrontale laterale sinistra, di quella mediale e del cervelletto, ma negativa con il giro postcentrale
  • luogo di origine, quoziente intellettivo e genere (variabili demografiche) hanno dimostrato di non impattare sull’associazione tra reattività cerebrale e livelli di Bacteroides o Lachnospiraceae rispettivamente

In conclusione, dunque, come per gli adulti, anche durante la fase della crescita e sviluppo l’esperienza di un trauma in tenera età aumenta i disturbi gastrointestinali e ansiosi. Non solo, impatta sul microbioma intestinale diminuendone la diversità e sull’attivazione di specifiche aree cerebrali implicate nella regolazione della paura e delle emozioni.

Nonostante le limitazioni e la preliminarietà di questi risultati, appare chiaro come sia importante prestare attenzione anche ai primi sintomi gastro-correlati in quanto possibili precursori di disordini mentali più difficili da diagnosticare e curare. Maggiori informazioni potranno inoltre essere ricavate da ulteriori studi sul microbioma intestinale di bambini e ragazzi sottoposti a traumi.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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