La dieta può influenzare diversi aspetti legati alla salute umana, per esempio regolando la risposta immunitaria e la composizione del microbiota intestinale. Una nuova ricerca condotta sui topi suggerisce che una dieta ricca di sale può aiutare a inibire la crescita tumorale modulando il microbiota intestinale.
I risultati, pubblicati su Science Advances, potrebbero quindi aprire la strada allo sviluppo di “cocktail probiotici” da utilizzare nei trattamenti antitumorali. «I nostri dati preclinici suggeriscono il potenziale terapeutico di una dieta ricca di sale e indicano la possibilità di una sua applicazione traslazionale», affermano i ricercatori.
Precedenti studi hanno dimostrato che una dieta ricca di sale può indurre cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale e innescare una forte risposta infiammatoria che induce la morte delle cellule tumorali.
Tuttavia, non è chiaro come una dieta ricca di sale possa svolgere un’azione antitumorale regolando il microbiota intestinale e il sistema immunitario.
Mediante esperimenti condotti sui topi, i ricercatori guidati da Amit Awasthi del Translational Health Science and Technology Institute di Faridabad, in India, hanno studiato gli effetti di una dieta ricca di sale sul melanoma.
Dieta, microbiota e sistema immunitario
I ricercatori hanno nutrito topi nei quali è stato indotto lo sviluppo di un melanoma con tre diversi tipi di dieta: una dieta standard, una dieta povera di sale e una dieta ricca di sale.
Analizzando le cellule immunitarie dei roditori, i ricercatori hanno scoperto che i livelli di linfociti natural killer (NK) e della loro molecola di attivazione sono aumentati di circa il 50% nei topi nutriti con una dieta ricca di sale.
Inoltre, in questi topi una molecola chiamata PD-1, che in genere impedisce ai linfociti T NK di attaccare altre cellule del corpo, è stata inibita. I topi alimentati con diete normali o iposodiche non hanno invece mostrato tali cambiamenti.
I topi alimentati con una dieta ricca di sale sono risultati caratterizzati anche da livelli aumentati del batterio ad azione probiotica Bifidobacterium rispetto agli altri due gruppi di roditori.
Le analisi dei campioni di siero suggeriscono che il Bifidobacterium e i linfociti NK possano “comunicare” attraverso un metabolita microbico chiamato ippurato, che sembra essere importante per la regressione del tumore nei topi con una dieta ricca di sale.
Una nuova frontiera nella lotta ai tumori
I ricercatori hanno scoperto che anche il trapianto di microbiota intestinale da topi con una dieta ricca di sale a roditori con una dieta normale è in grado di potenziare l’attività dei linfociti NK.
Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che una dieta ricca di sale aumenta la permeabilità intestinale, favorendo la localizzazione del Bifidobacterium all’interno dei tumori, che a sua volta aumenta l’attivazione dei linfociti NK.
Quando i ricercatori hanno iniettato Bifidobacterium nei tumori dei topi nutriti con una dieta normale, la crescita del tumore è stata inibita. Analizzando in questi topi i metaboliti sierici, gli studiosi hanno scoperto che all’interno del tumore i livelli di ippurato erano aumentati rispetto ai topi che non avevano ricevuto Bifidobacterium.
I risultati suggeriscono quindi che una dieta ricca di sale modula il microbiota intestinale aumentando l’efficacia del sistema immunitario contro il tumore.
L’identificazione del Bifidobacterium come mediatore dell’attività dei linfociti NK potrebbe facilitare la messa a punto di nuovi trattamenti.
«In particolare, un consorzio batterico che imiti il microbiota intestinale dei topi nutriti con una dieta ad alto contenuto di sale potrebbe essere utilizzato per terapie antitumorali» concludono i ricercatori.