La dieta influenza il microbiota intestinale non solo direttamente, ma anche regolando la produzione di acidi biliari. Questa relazione è stata verificata anche nel bestiame suggerendo ulteriori benefici nel controllo della loro alimentazione.
Lo riassume lo studio di Jianan Liu e colleghi della University of Maryland (USA) di recente pubblicazione su Animal Microbiome.
Il benessere degli animali da reddito
Nell’industria alimentare il benessere degli animali è importante. Per questo è fondamentale ottimizzare il sostentamento con il foraggio adatto.
Sempre più numerose sono le evidenze che collegano la dieta al microbiota intestinale, ma nel bestiame rimangono ancora scarse.
Per conoscere meglio questo argomento, un team di ricercatori americani ha analizzato il profilo batterico intestinale di 22 esemplari di Angus randomizzati per ricevere un’alimentazione basata su erba (n=12) o frumento (n=7) considerando la variazione di acidi biliari come intermedi di questa relazione. Ecco cosa ne è emerso.
Dall’analisi del microbiota intestinale è emerso che i phyla più abbondanti sono 19, Firmicutes (38.36% -68.42%), Bacteroidetes (37.77%), Proteobacteria (3.96%) e Verrucomicrobia (1.20%) in particolare.
Confrontando invece i due gruppi:
- il gruppo alimentato con erba ha mostrato la maggiore alpha-diversity mentre solo il 37.24% della dieta è correlabile alla dieta
- Ruminococcaceae, Rikenellaceae, Lachnospiraceae e Paraprevotellaceae hanno mostrato le maggiori distinzioni in termini di abbondanza relativa tra i due gruppi, 14 phyla e 47 famiglie in particolare
- Ruminococcaceae, BS11 e Porphyromonadaceae sono risultate le famiglie che maggiormente caratterizzano il gruppo con erba, Succinivibrionaceae, S24–7 e Lachnospiraceae invece nella controparte
- 4182 OTUs sono stati identificati, 402 con abbondanza relativa significativamente differente. Di questi, 144 sono risultati arricchiti nel gruppo “frumento”, 258 in quello “erba”
- 24 phyla (Proteobacteria (6.14%), Bacteroidetes (2.52%), Verrucomicrobia (1.92%), Actinobacteria (1.66%) ed Elusimicrobia (0.89%) in particolare), 44 classi, 77 ordini, 149 famigli (Clostridiaceae (33.82%), Peptostreptococcaceae (27.87%), Ruminococcaceae (6.03%), Enterobacteriaceae (5.69%) e Lachnospiraceae (5.62%)) e 263 generi sono stati ulteriormente identificati
- differenze anche in svariati pathways metabolici generalmente aumentati nel gruppo con erba. Tra questi, la chemotassi batterica, il metabolismo di amminoacidi (prolina, arginina), la trascrizione ecc.
L’impatto della dieta
Concentrandosi in particolare sul tratto di digiuno:
- l’influenza della dieta sulla comunità batterica si è dimostrata del 27.55%
- a livello di famiglia, 67 taxa hanno mostrato differenze significative in termini di abbondanza relativa tra i gruppi. Tra questi troviamo ad esempio Enterobacteriaceae, Turicibacteraceae, RFP12, Elusimicrobiaceae e Bifidobacteriaceae più espressi nel gruppo con frumento, Bacteroidaceae, Rikenellaceae, Paraprevotellaceae, BS11 e Nocardioidaceae invece nella controparte
- a livello di genere, differenze significative per 46 di quelli identificati. Tra questi, Streptococcus, Lactobacillus e Ruminococcus hanno mostrato maggiore abbondanza nel digiuno del gruppo a frumento, Solibacillus in quello a erba
- 291 OTUs hanno registrato abbondanza significativamente differente in base alla dieta, 215 arricchiti nel gruppo alimentato con erba, 76 in quello a frumento
Da ultimo, la composizione batterica è stata associata ai livelli di acidi biliari.
- 21 sono gli acidi biliari identificati e quantificati, 10 dei quali con alterata espressione sulla base della dieta
- acido taurocolico, colico e glicocolico hanno registrato un’espressione significativamente maggiore nel gruppo a erba, gli acidi biliari secondari coniugati invece (litocolico e deossicolico) nella controparte
- 12 taxa sono risultati associati alle variazioni di acidi biliari. L’acido glicoxycolico ad esempio con Clostridiaceae e Lachnospiraceae, il tauricolico con Enterococcaceae
Conclusioni
Per concludere, l’impatto della dieta sulla comunità batterica intestinale è stato quindi confermato anche per il bestiame supportando per alcuni dei ceppi anche una diretta correlazione con gli acidi biliari, fondamentali nel metabolismo nutrizionale dei lipidi.